Critica Sociale - anno XXXIII - n.6 - 16-31 marzo 1923

CRill'liCA' !!IOCIALB • 87 , · non si sentiva propri crediti. di dichiarare frattanto annullati i · tro -l'ab.banqc;mo dei 1200 milioni .fr. o,ro depÒsitati · A code&to concetto risP,ondeva la nota Balfour del 1 agosto 1922, che ~u molto criticata. in Francia, in Belgio e in Italia, ma che invece avrebbe dovuto· essere meglio accolta, come il primo passo uffic~ale verso la revisione dei debiti. La nota, infatti, rico– n'osc·evi « che i prestiti. ·furono consentiti,· non a profitto di uno Stato, ma per un fine comune ~ tutti »; solt::i.nto, siccome « la politica delle remis– sioni non può ~sere continuata se non quando è accettata da tutti n, l'Inghilterra affermava che. es– sa « non aveva intenzione di domandare ai suoi al– leati più di quello che. le era necessario per pagare suoi creditori, •cioè l'Amer\ca n. Il!""• . Il piano italiaho, presentato da Musaolini' a I.on- . dra nel dicembre 1922, riproducé 'in sostanza 'i piani fra11cesi .sopra indicati. Riduce anch'esso ·1e ripara– ziòni effettive ai 50. miliardi marchi oro, e dedica i ' buÒ..p.iC_al regolarriènto 'dei de-Biti'~1'1eati verso l'Jnc ghilterra .e delle ri'parazioni ·dovute da Austria, Un– gheria, Bulgaria, annullandoli ·praticamente. Non è dalla Francia in Inghilterra, e dei 500 deposita.ti dall'Italia; e contro ·il passaggio dall'Ital,ia all'In– ghilterra di ,1 e mezzo miliardo di buoni della prima serie. . «. I buoni della_ seconda serie (17 miliardi;) sono di– str:i'.bµiti in proporzione dei debiti che gli Stati al- leati hanno verso l'America ». · .t;:outro il piano inglese, che pure si avv;ci_uava ormai tant0 _ai piani degli alleati, si scatenaròno lè critiche dei delegati francese e belga. Invece di ri– levare le differenze a scopo di conciliarle, ciascuno si .accaniva ad accentuarle per arriva.re alla rot– tura. Ànche il 'dèlegato italiano Della Tqrretta che, I dopo le critiche francesi, aveva chiesto altre ventiquat– tr'ore per studiare .il .piano inglese, non si interpose affatto per conciliare ti ·avvicinare, ma. prese la- pa– rola una sola volta, ed esclusivamente per allineare una· serie di critiche di indole prevalentemente giu– riqica o ge;ne_rica,,,senz;1 .mai tenere conto della ri– P!Jtu.ta., · dichi,ai:azio·~e in'gl~se chè -ammetteva la· d;'– sc.µssione sulla 1 sua proposta e la possibilità di mo– dificarne i, particolari. , - chiaro· se le riparazioni già pagate siano. ·comprese nella somma fissa; o escluse, Ma.r,i.cano poi ,nel *** piano italiano, oltre 'il regolamento dei debiti verso _ Eppure il ~iano inglese, per quanto diyergente, in l'America, le condi-zioni·di ammortiz"zo e· di redimi- alcuni punti, era in a.ltri·assai vicino al piano fran– bilità del _debito .tedesco. Dal silenzio sulla riparti- cese, e non. opposto agli interessi ,italiani. L!l stesse zjone sembra- che intenda mantenere il concordato maggiori divergenze intorno aHa moratoria e ai pe- di Spa. 1 · · , gni pe,r i prossimi anni.si sarebbero accomodate au- Quindi l'Italia àvrebbe 'dalla Germània 5 miliardi tomaticamente non appena, fissato il p'rogramma, di màrchi oro, cioè 25 miliardi di lire ca:rta. Annul- si fosse dato finalmente alla Germai ;i.ia un, vero· in– lato il debito inglese,. reste1:ebbe impreg'iudicato il teresse alla p,iù rapida esecuzione dei suoi impegni. debito ifaliano verso l'-½.inerica (originariamente 8 In p"articolare il delegato del Governo italiano non miliardi lire oro, cioè· 32 miJiardi lire carta). · fece ché assumere le cifre contrapposte dkl Governo ' L'Inghilterra rimi h::i,accettato di aiscutere sul pia- francese,_ accusando l'Inghilterra di volere ridm,:re no del Governo itali: :i.no, per ·le stesse obiezioni che - il credito, italiano da .1()-17 mi'liardi marchi oro a· essa ha sempre mosso alla Francia. Poichè •cioè poco più di due, mentre il debito verso l'Inghilterra anche per preoccupazioni di indole 'bancària' inter~ discenderebbe soltanto ,dil. p a più di 2 miliardi -li- naziona:Ie, essa vuole•. essere pronta a pagare il de- re_.oro. · bito ameriçano, non vuole in tal caso abbaRdonare In .realtà. invece. H credito attuale italiano per le tutt1 i suoi crediti europei. Poichè essa poco attende riparaz~oni non è, .per. quanto sopra abbiamo spie- dalle riparazioni tedesche, perchè il megÌio l'ha for- gato, clie di 6 o, 7 miliardi; e· temo che il 25 ,per 1 se già avuto, e più" spera· dalla ripresa -dei ,rappo-rti. 'cento a. n,oi assegpato rispetto agli Stati ex-austriaci - C?mmerciali anche per attenuare -la sua disoccu,pa- quasi n,ulla ,vi aggiunga, per ragioni di fatto e pe'r ·Zione, ritiene che il criterio di gran fonga prevàlente altr.i disgraziati. concordati. çon la riduzione propo- ne! fissare la somma delle riparazioni' debba essere sta dall'Inghilterra; ~•palia a_vrebbe: .quello della possìbilità tedesca di pagare e della ne- · aì 1/10 dei primi 40 mili_ardi=4 miliardi. Di que- ces~ità di. ristabilire iJ credito tedesco. 1, sti 1 1 /2, andrebbero all'In·ghilterra; ne resterebbero· ••• quindi 2 1/2, i quali im valore &.ttuale, come abbi.amo Il piano inglese presentato da Bonar _ Law -a. Pa- indicato in nota al .piano inglése, eqùivalgop.o a 2 rigi ~ss_ava quiridi ·i se~qe_~ij,- :punii: - . , · ,, _ ~ miliardi marchi oro, Q:ioè10 µiiliardi lire carta. La cc La somma che "la Germania deve, pér qualsiasi : Germania ha vènamente la facoltà, di' pagare subito, obblig;1_zione, dal 1923, è di 50 miliardi mk. oro, ·da con una riduzione del 50 per cento, ma anche in emettersi subito, coll'interesse· del - 5 per cento, rim- tale poco verosimile caso l'Italia incasserebbe 1250 borsabili,alla'pari nel 195~, redimibili anche'·suhito al milioni di marchi oro, ci_oè 6250 milioni di lire carta. 50 per csnto del. valore_ norriinàlè, 0 al 76 per. cento D' 1 iJtra parte però l'Italia abbandonerebbe i' suoi 500 nel 1931. · · milioni di lire oro all'Inghìlterra; cosicchè il suo at- " L'interesse non 'è pagato· nel 1923-26, ed è ridotto tivo resterebbe precisamente di otto miliardi lire al 4 per cento nel 1927-1930 (quindi i cinquanta mi- carta nel pririw caso, o di 4.25 nel secondo caso, es- liardi di valore_ nominale· si riducono a 39· e mezzo sendo, nell'un caso e nell'alt1:o, estinto il debito verso di valore· effettivo), ma: in compenso degli interessi l'In,ghilterra. Rimarrebbe inoltr.e le eventualità di ,differiti, si emetteranno, nel_ 1933, altii 17 miliardi riavere qualcosa :;;ui 10 miliardi (cioè il 20 per cento) di. buoni, con l'interesse del. 5 per cento, I'imborsà- · lasciati in riserva alla Commissione. · bili nel 1965 (in valore attuale equivalgon·o a 10 'e b) più d,i 1/6 dei secondi_ 17 miliardi; ciò che da- mezzo miliardi marchi. oro), anch'essi redimibili a rebbe in valore nominale altri 3 miliardi, in valore ,còndizioni _poco diverse.· Un tribunale ·-potrebbè tra ' attuale 1750 'milioni marchi oro, cioè 7 miliardi lire dieci anni ridurne l'importo. . carta. E' però vero che di essi un tribunale arbitrale << Dei primi ·cinquanta miliardi, ·40 sono distribuit' potrebbe sandre la riduzione o la cancellazione; ma conforme le convenzioni di Spa, e gli altri die,ci van- è' allora presumibile che sia ridotto di altrettanto o no alla Comm~ssione per le spese d'oceupazione, per. annullato anche il debito verso l'America, il quale ,li debito belgaJ e per altri conguagli. , · an:q:nontà, a 8 mi_liar.di di lire oro, più gli interessi. Il t deltiti ·intimilleat.i europei sono. cancellati, con- Se poi si tiene conto, coine sembra che nessuno 'ab- , . ' . · éa Gioo Biànco

RkJQdWJsaXNoZXIy