Critica Sociale - anno XXXIII - n.6 - 16-31 marzo 1923

86 CRITICA SOCIALE ----·---'-----~------------,--- r Italia nel rnntrauo 1er le ri,ar 1ioni La rottur• dell'intesa, e quindi la separata occu pazione <lella Ruhr, è avve11uta proprio quando le diverse tesi alleate sulla questione delle riparazioni e dei debiti stavano couvergendo. Per lo che è da ritenere che essa sia stata determinata da pr.ivalenti scop1 polit;•ci aniichè dal fine economico delle ~-ipa– razioni. D'altra parte, ogni ritardo nella definizione economica della questione rappresenta per oè stesso un dan110 per l'Europa, e per l'Italia in pa1 1 tit;vlare, peggiore di qualunque più sfavorevole risoluzione positiva. Anz: la posizione _attuale dell' lt&.lia - non aderente all'Inghilterra verso la quale rimane de– bitrice di una forte somma in oro; non utilmente partecipante all'avventura della Ruhr, perchè ' la · Francia vi può persegu\re fini di imperialismo poli– tico-economico, a noi non comuni nè convenienti; e non più percipiente daUa Gei;;mania mutilata le pri– mitive quote di riparazioni - è la più difficile frli' tutte. · Per dimostrare le premesse di queste proposizioni,' giovano alcune notizie di fatto. La Commissione delle riparazioni aveva fissato. 11el1921 la somma dovuta dalla Germania in 132 mi– liardi di marchi oro; e quando oggi si parla di· 'r-i– durre la son1ma a una cinquantina di miliardi, vi è u11a parte_ dell'opinione pubblica che vivamente si allarma del confronto, del salto tra le due quan– tità. Ma vi è un primo er~ore da rimuo~ere. I 132 m:– liardi sono in valore nominale, 110-n attuate. Una· somma dovuta oggi non è eguale ad un'altra, di eguale ammontare, che sia però dqvuta tra venti anni. Dei 132 miliardi,. 50 sarebbero in Buoni ùi serie. A e di serie B da emettersi subito, per fruttare uu interesse del ,5 per cento e per essere ammortizzati in ::16annualità: valgono quindi realmente e attual– mente cinquanta milvardi (1). Gli .altri 82 miliardi, Buoni di sei;ie C, dovrebbero essere emessi quando la Comm;ssione stimi la Germania in condizione di as– sumersene il servizio. Se si suppone che la Germa– nia non possa pagare più di tre miliardi annui di marchi oro, la emissione non' potrebbe attuarsi che dopo ammortizzati i primi cinquanta, cioè nel 1958: ma 82 miliardi da emettersi nel 1958 equivalgono a poco più cli 14 emessi oggi; per valer 20 o :J0 do– vrebbe verificarsi la più ottimista ipotesi, c he già tra dieci o vent'anni 1a Germania possa pagç1.re più di quattro miliardi oro all'anno. Anche dUl1que nel primo giudizio della Commissio- · ue, .e cou -una valutazione puramente eçonomica e– stranea a interferenze politiche, ·i 132 miliardi nomi– nali' ~i riducono a 64 attuali (se non anche a pa– recchio meno, per la considerazione che l'int~1·esse del 5 per cento è forse insufficente). Il còmputo e la riduzione corri~pondono, per for– tuna, arlche a un più giusto criterio nel merito della questione. I 132 miliardi sono stati calcolati dalla Commissione sui .conti presentati daile diverse na– zioni (per oltre 200 miliardi!) e comprendenti le pen– sioni ai militari e i sussidi alle famiglie, oltre j dan_ni materiali arrecati ai privati nelle zone deva– st~te dalla guerra. Ma il Trattato contemplava pro– priamente e solo «i.danni alle popolazioni civili», 11) Eeoetf.,; c_h• no11 si con,id"1·i ohe :1 tas.,o dolio sconto do– vr~bbe el,;vara1 al 7 _od 8 %, ohi,. alloNt ,rnrho codesta 8001111 ,. il n<iurrnbhn I\ Pffett1v1 36-40 rn1hardi. Bibliot_eca Gin Bianco non le pensioni e i sussidÙ; così che la riduzione dei 132 miliardi a 50 corrisponderebbe forse anche alla vera somma dei d,anni materiali arrecati ai privati nelle zone devastate della Franéia, del Belgio e del– l'Italia, cioè al fabbisogno per le ricostruzioni: A codesta riduzione però, purtroppo,_ i Governi al– leati, che avevano illuso le rispettive nazioni qon fantastiche indennità tedesche, non arrivarono che dopo alcuni anni e attraverso la resistenza tedesca ai pagamenti che essa doveva fare alla scadeuza di ogni rata. Anche più lentamente andava maturando presso i Governi la questione dei debiti interalleati, e an– ch'essa solamente per la resistenza, anzi per la im- possibilità, dei debitori a paga're. · L'Italia doveva quasi · 20 miliardi di lire oro al– ringhilterra e Amedea; la Francia 25, il Belgio -': L'Inghilterra, creditrice di 25 miliardì dai tre alleati, ne doveva. a sua volta 21 all'America; la quale cosi ne aspettava dall'Europa più di 45 .. L'impossibilità del pagamento suggerisce ai debi– . tori che· si tratta di debiti e di spese fatte nell'inte-· resse colnune della stessa guerra;, e che chi più ha preso a prestito, forse più ha dato di sangµ.é. \ Nel concetto più equo di un consorzio r,;enol'ale di tutti i belligeranti per riparare ai danni della guer– ra, appare chiaro che ogni Stato, vincitore o vinto, pagherà le proprie spese per le pensioni militari .e simili. Francia, Belgio, Italia hanno avuto le pro– prie terre devastate- dalla guerra. L'Inghilterra e · l'America, che non hanno sofferto invasioni, contri– buiscono condonando i debiti di guerra. La Germa– nia, elle ha portato la guerra in casa aitrui, con– tribuisce risarcendo i da.nni ai privati che hanno sofferto per l'invasione. : Il primo docuJI\ento nel quale runione deHe due · questioni, riparazioni e debiti, e la riduzione delle 'ripàrazioni a somma più reale e eorrispondente ai, veri danni risarcibili, assumono forma concreta, è il piano esposto da Louc~eur ·nel dicembre 1921.nd~a conversazione con_ Lloy4 George ai Chequers, Jn Londra: « I Buoni A e B, ·riuniti in una so1a categoria •·(cli 50 miliardi marchi oro), siano versati ai .paesi che hanno subito danni materiali. . « l Buoni C (degli ottanta miliardi Ìlominali);•di– stribuiti secondo le percentuali di Spa, potrebbero servire a regol~re i debiti interalleati, e ~indi -po- trebbero essere annullati u. - . Più tardi è a,ncora la Francia che, come risulte– rebbe dal Temps del 27 agosto 192.2,aveva preparato un piano anche più concreto: · · ,; La _Germania dovrà, dal 1 agosto 1922, 50 mi– liardi coll'interesse· del 5 per ce:rito,' ammortizzabili , in 25 anni, per due terzi in natura e per ·uh ter'zo in denaro. ·La spartizione tra gli alleati sarà. fatta nel .seguente mod0: H 10 per. cento all'lnghiltena, che non ha avuto danni ·foateriali, 'invece del 25 stabili– to a Spa; e il rimanente tra le nazioni de~astate, .in ragione delle spese necessarie. alla ricostruzione. « I rimanenti miliardi, nominalmente dovuti dal– la Germania, servirebbero a compensare prima e contemporaneamente i debiti alleati intereuropei · poi gli america!)i. Praticamente, cfoè, si annullereb~ bero ». · Praticamente l'Italia ne avrebbe quindi avuto lo annullamento del debito estero di 20 · miliardi lire oro, e una somma annua non bene determinata ma suflkente_ alla ricostruzione delle terre liben~te'." L'Inghilte.rra non, apcjittò il primo piano e non r~ce~ette il secondo, anche perchè, pre(?.CCUpatii. 'delÌe nch1este americane di pagamento dei, suoi "debiti,

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