Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

• .. 360 CRITICA SOCIALE di libertà, ogni coercizione non strettamente in– dispensabile. * Tali sf prospettarono alla grande maggioranza degli adunati a Reggio Emilia le eventualità della situazione e dei còmpiti che questa potrebbe im– porre al Partito socialista.' E più d'uno pensò che, 'in condizioni non del tutto sfavorevoli, l'occasione di togliere ad una borghesia disorientata e im– paurita il governo politico della Società s'era forse offerta una o due volte in questi ultimi due anni; ma il Partito e il Proletariato. con gli occhi le– vati ad attendere l'avvento miracoloso del Socia– lismo in toto, non s'erano accòrti che l'occasione passava a portata delle loro mani, che pertanto non s'allungarono a ghermirla. E il Socialismo restava nel regno del Sopranna– turale, che nasce per germinazione spontanea e che non è creato da alcuno. u. G. MONDOLFO. AHCOHA LAQUE5TIOHE DEL PANE Qu.ando penso olla questione ciel p.an ,e e alle ra– gioni per Je <Juali il Governo pe ha m anten uto il prez– zo così al di sotto del costo re.aie, mi pare di poLcr dore queste sviegazioni: qu.anto alla massa operaia, il Governo ha voluto impedir-e ehe l'elevato prez1.o d-01pane generasse uno stato di malcontento, il qu.alc sarebbe ,;lato pericoloso in periodo di guerra, e di cui furon temuti gJi effetti anche nel periodo poste– rior.e ali.a guerra; quanto ,alle classi agiate (a cui è certo assu rdo c he lo SLiato - ,con tutti gli aggravi ,che ha - rego.li parecchie centinaia o alcune migliaia di lire di pano a ll'anno p,er -ciascun,0:famiglia) il Go– verno ha credut-0 troppo lungo e difficile il l•avoru d'accertamento n,eoess.ario ,ad assegnare ogni eiU.a– dino a questa o quella delle categorie in cu i la popo– lazione ,avrebbe dovuto esser divisa: fo.rs' anche non si pensava ,che l'aumen,to del ,costo de l p,a ne dovesse s-a,Jirecosi alto e durare cosi .a, lungo. Oggi, •però, non è possibile continuare sulla via s0guita sin qui, nè si posson ritenere sufficienti le mez1,e misure del genere di quelle contenute nel re– cente disegno di leg~e presentato dal Governo. E ~1ssurdo che il Gov,erno ,continui a dare gratuitamente una buona parte del pane (circa 3/4 oggi, circa 2/3 con le nuove proposte) a persone che hanno oenti– n,aia di migliaia o milioni di lire <li reddito. Si pensi che coi 6 miliardi che si dice costi attual– rr.ente .allo Slato la vendita del pane a prezzo poli– tico, si potrebbe dare pane gratu'i/o ,a circa 5 o 6 mi– lioni cli cittadini; e .anche con la, minor somma che 10 SLato dovrà spendere dopo l'.o,tluazione (se ci si arriverà) delle nuove proposte, si potrebbe provve– dere a molte e molLe oenotinaia <li migliaia di citta– dini indigenti o disagia,ti. Basterebbe questa osser– vazione per dimostrare che il &isiem,a che è duroto sin qui, e ,che si vuol sostanzi,almenLe mantenere, è irragionevole e de,ve essere abolito. J.o penso -che il proble{Ila del pane possa ,a,vere una soluzione più razionale. Se non si può applicare sin d'ora il principio « chi non lavora non mangia», si faccia almeno che chi non ·l,avora (o Jaivora poco o ha proventi superiori a quelli cui potrebbe aver di– ritto per il suo lavoro) -p,.ighi per coloro che lavo– rano e non hanno proventi proporzionali al proprio lavoro o sufficienti ai propri bisogni. Senza perdermi in preamboli e digressioni, espon– go schematicamente la mia idea, che in parte ,coin– cide {)Oli la proposta svolLa dal De Angeli nel n. ?I d,ell~1 Critica. Seco.ndo il rni,o pensi-ero, la popolazione ùovrebbe esser divisa in tre categorie: A) rolariati e altri cittadini cbe non hanno allro reddito che qu,ello del proprio lavoro (per non ren- BibliotecaGino Biancq der troppo numerosa questa categoria, cui tutti vor– rebbero essere insc1itti, si può escluderne i celibi che abbiano più di 30 anni) ; B) professionisti, impiegati di concetto, eser– centi ecc., tutti coloro, insomma, che, pur lavorando, godono di una certa agiatezza, la quale potrebbe dc– smnersi, ad es., dal canone d'affitto; e inoRre i celibi esclusi dalla calcg. A; C) possidenti, 9 randi industriali, grondi azionisti di Società, ecc., tutti coloro, insomma, che hanno un reddito Sllperiore a un dato limite che si dovrà fissare. Ai cit!,.1dini deJla categ. A sarà data una tessero con cui potranno comperore il pane, a prezzo di privilegio, in appositi spaeci delle Aziend~ ~omu– nali o consorziali (che dovrebbero essere m1ghor.ate e sviluppate} o di Cooperative da quelle incaricate della ,cndita al minuto. Naturalme·nte il grano oc– corrente per la confezione di questo pane dovrà esstn· lavorato non più da privati, ,che hanno esercii.alo una scand,'llosa speculazione, arricchendosi in pochi anni a danno del! 'Erario e dei contribuenti, ma dagli Enti suaccennati, con regole .severissime ,o pene al– tr-ettanto severe per i trasgressori. 1 cittadini della categ. B dovranno avere il pa!1c -- sempre a mezzo di tess-er.a _: ,a,I suo prezzo nalu– r.al ·e;-quelli ù-e'lla categ. C dovranno pagare I.a Pl'O– pria tesser.a <lei pane ,ad un prezzo che valga a co– prire, approssim,'1tivamente, tutta l,a spesa ·cho lo Stato sostierye per J.a conc,essione fotta ai cittadini della c,ateg. A. . Questo sistema non è rerto perfetto, ma, pur ,cui suoi difetti, rapip1•esentn un notevole migli,oil'amento sul sistema oggi in vigore, anche con le correzioni che si vogliono or.a introdurre. Aggiungo èho la regola di dividere i contribuenti in categorie poti-ebbe, dovrebbe, .ap'plioarsi fa,cil– mente anche per il p,rezzo del gas e dell'energia elettrica usate p,er i bisogni domestici. ENIIICO GHEZZI. Ben volontieri abbiamo pubblicato quest'artico– lo, inviatoci da un bravo e studioso operaio. Alle linee fondamentali della proposta che esso espone noi preferiamo quelle della proposta Ere Angeli, in quanto questa afferma e cerca di attuare, sia pure in misura non sufficiente, il diritto di tutti al pane. Ma l'articoletto del Ghezzi suggerisce qual– che accorgimento pratico da cui anche i'attuazio– ne della proposta De Angeli può essere facilitata e avvantaggiata; e chiude poi avanzando un'idea che ci sembra possa e debba esser presa in esame in Italia oltre 2000 Comuni. dalle amministrazioni socialiste,· che oggi reggono Ma a proposito del progetto De Angeli non pos– siamo lasciare senza qualche risposta un perfido commento che un neo-comunista, il Cappa, ci lan– cia dalle colonne dell'Avanti! del 21 novembre, ac– cusandoci di tradire a un tempo la concezione mar– xista e gli. interessi del Proletariato. Premettiamo che il De Angeli non è socialista; che noi abbiamo dichiarato di approvare e appog– giare i concetti fondamentali della sua proposta, perchè ci è sembrato e ci sembra che esso sia av– viamento a una soluzi~ne socialista del problema, come parve del resto anche a qualche comunista torinese, cui il De Angeli ebbe a esporre la sua idea; che tale appoggio non significava nè signifi– ca, per altro, approvazione di tutti i particolari del progetto, che dicemmo anzi suscettibili di mo– difiche e correzioni. Non ci preoccupiamo dell'accusa fattaci dal con– tradittore, che noi siamo alleati della borghesia nello sforzo di risolvere la crisi attuale. Abbiamo detto già più volte, e ripetiamo, che questa crisi non è solo e non è tanto di regime borghese, q_uan•

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