Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

r ,368 ClUTlOA SOCIALE . ' filto in Africa dagli Arabi in batt..agli,a camp,a..le, scom– parve, fu creduto morto, e il re di Spagna s.'impa– dronl del suo regno. Alcuni ,anni più tardi egli, o un oov,allere che si spacciava per lui, riapparì van– Laudo diritti alla corona: natura,lmente, la Spagna ri– fiutò di .ammettere le ragioni del pretendente, ma tutto il mondo_ politico dell'epoca riconobbe in lui don Sebastiano di Portogallo. Si potrebbe noverare tutt.a, una serie di. casi simili, di misteri insoluti, fino ,a quelli, notissimi, dellia <lub- 'b1a paternità dei drammi di Shakespea.re, dell'identità della M,a.s<:heradi ferro, e della negala morte•in car– cere dell'infelice Delfino, figlio di Luigi XVI. Ci limi– teremo, per con-chiudere, a ricord,ar,e un curio&O esem– pio di falsificazione di stato ,civile. Negli archivi della parrocchia di Aj,a,ccio tu•tti gli atti di nas-cit.a della seconda metà del secolo XVIII si conservano, meno mio che fu ad arte distrutto: quello di Napoleone Bonap.arte. La ragion~? E sempli-cissima. Il docu– mento sottratto iomiva la prova irrefragabile del fatto che Bonaparte era nato nel 1768, quando la Corsie.a ,era ancora dominio gen,ovese. Più tardi, a:!! 'impera– tore dei Francesi piacque invece far credere di es– sere nato l'anno appresso, quando già la Corsica er.a diventata francese. Così l'inoomodo documento fu fallo sparire. La storia, decisamente, è un perpetuo roman.i.o, che ci apprende i fatti, non quali fu-rono, ma quali permeUono di ,conoscerli gli interessi, I'a– stuzia, le sope1:chie~•ie di coloro che li compirono e di coJ.oro che li descrissero. 00 « Pa,radossi sull'istruzione»: così s'intitola un cu– rioso arti,co,lo della « Eco,le émancipée » nel fascicolo del 1° novembre. Racconta lo scrittore come un gior– no di nov,embre 1849 molti illustri personaggi, i cui nomi appartengono ,a,lla storia, si trovassero racco-I Li nella sala da studio del famoso ministro Falloux, autore di quell,l legg,e suH'insegna,mento, che rego.Jò per tanti anni le sorti dell'isLruzione pubblica in ,Fran– cia. I personaggi convenuti in casa del ministro erano sl.a<tii snoi collaboratori nella formazi-one di qu,ella legge: Vouillot, l'ardente giornalist.a dell'Uniuers; il troppo e.elobre Montalembert; monsignor P.arisi,;, vescovo di Langres; e un· ometto .e-on·grossi occhiali, , ivace, irrequieto, el-0quente, che il des,tino serbav.a a sostenere un.a p.arte importantissima nello ,storia del 5uo pac,se: Adolfo Thi-ers. Veuill-0,Le il vescovo Parisis trovavano troppo libe– rale, o non rabbastanz,a reazionaria, la ·1egge F.alloux; Thi-ers l,a difendev a aspNtm entc, ma, concedendo alle opinioni dei suoi poten.ti conlracldiLLori, prodamav.a che l'istrnzione· d eve esse r considerola come insepa-· r.abile da una cerfa agiatezz;a, e perciò non può esser con,oessa .a Lutti. Thiers parlò a lungo, -con l'usata facondia. E quando egli ebbe finito, pareva che tul1i fossero ,d'accordo con lui. Sen.onçhè allora p,rese la parola un uditore, rimasto fino a quel _momento silen- 1.ioso e così appartato che nessuno si era accorto di lui. Era un padre gesuita; il qual,e, chiesto il per– messo d'interloquire, si espresse .all'incirca così: « Mi sembra che qua,nti parlarono sinora siano p-artiti da un •errove iniziale. Voi avete tutti p.aura . dell'istruzioue, credete ,che il popolo, quando sarà istruito, non sarà più gov·erruabile, e che quel p-n' di scienza che gli p,ermetterete di .acqui-stare lo condurrà ai peggio,ri eccessi rivoluzionari. lo non penso cosl. Non bisogna aver p.aur.a dell'istruzione: essa è, a rniu .avviso, il miglior mezzo per abbrutire il popolo e consegnarlo piedi e mani legate alla volontà dei su0: dirigenti». _ A queste parole Fallpux rispose con un gesto di protesta, Thiers •con un sorriso sdeg,noso, Montalem– bert con parole di collera, mentre il vescov-0, .assai 1·ispetLooo dei gesuiti, si contentò di abbozzare un ,-.egno di croce. Il gesuità continuò: « Ascoltatemi, e mi darete ragione. Prima del 1789 il popolo, quello degli operai e dei contadini, non siapeva leggere nè scrivei-e. Ciò non gli impedi di fare la rivoluzione. Anzi, ciò gli permjse di fare Ira rivoluzione. L'opinione pubblica che si venne gr.ada- 1.amente formando contro il vecchio régime, non fu creata dalle letture: -Uel 1789, i futuri sanculotti igno- BibliotecaGino Bianco rava,no total mente l 'E nciclopedi,a: le idee repubbli– cane furono instillo.te in loro non da libri; non da giornali, ma dalla vi va· parola dei demagoghi bor– ghesi e v,olterriani o dei oomèrati intellig~nti c~~ ser– vivano da intermediari. Ques-t..a opera d1 avvicinare il popolo, di mes,colarsi alle masse, di conquistarle con la parola, i benpen,santi l 'abbandommo di,sgra– ziatamente ai rivoluzionari: nè i nobili, nè i lette– rati, nè i preLati f1,equentano gli ambienti popolari, _ le osterie, i comizi: dunque non rresba loro che un sol.o mezzo per amJl110.ns.a-re il leone ],1lebeo,. il quale anzi non è un leone mia un o.'lne, qualche volta armb– bia,to: addomesticarlo, istruirlo. Bisogna che il po– polo sappia J.eggere e ami legge~e,: non abbi.aie ti~ more; esso, se voi ,sorete ,a,ocorh, non leggerà mm .altro che queUo che voi vorrete fargli leggevc >>. Nuovi. segni di dissenso degli ascoltaitori; ma il gesuita, imperterrito, .seguitò: • « Udite. I libri sono cari, il popolo non può acqui– starli. F.ate delle edizioni economiche, a vii prezzo, di oper,e scelte da voi o compilate per uso delle cJ.a,ssi povere: il popolo, ,o meglio La parte e le bi.a di esso, lo acquisterà, e· non potrà acquistare che queste. Qu.anto al fiore delle classi popolari, ai plebei d'intcl– ligen.z,ai e dJ. audacia sup,eriore, comprateli: tutto si - compr.a, basta intendersi sul prezzo. ~ Ma lo strumento meraviglioso di ,conservazionie sociale», prosegui il gesuita, « voi lo possedete già, è neL!e vostre mani: il giornale! C1-ear\Je giornali di tutte le opinioni, anche di que,JJ:e sovversive, cosi passerete p,er liberali: ma siano a buon mercato, ,e 'interessanti, e a,du.J.atori dellia, folla. Fate che il gior– naLe diventi l'alimento qo,otidiano, indispensabile, di una ,c!asM oper.aia di.scl'etam,ente istruita. Con tal mezzo ucciderete in quella, classe il pensiero perso– naLe, il suo cervello• non conoscerà ia]tro ,che la vaga misoel,a <l'i-dee inocul.a,tagli d,a voi, e voi vi sarete in– sensibilmente sostituiti alla massa dei lettori, che vi seguirann-o. tanto più docilmente quanto più crede– ranno di determinare da ,sè la loro str.ada, di es– sersi create da sè le loro idee. Mia perchè c.iò iav– venga, bisogna che il popolo sia istrui<to. Si p uò essel'e istruiti senza che Jo spirito si.a libero: ·sol– tanto l ',alt,a coltura concede l,a libertà de]].o spirito, e molto tempo dovrà passn:r,e prima, che il p,opolo giung.a a poss-edere un'alta coltura, « I.I popolo non potrà mai imp:a,dronirsi del sist.ema di giornali ,da vo,i creato, perchè esso richiede ing ,eil.ti capitali ehe al popolo m&nc.ano. Se 1a nositr.a bor ghe– sia ricca fonderà soUecitamente una quantità di gior– nali popolari, ogni impvesa plebe.a- in questo senso s.arà vana. E voi s.a1-etei soli fabbricanti dell'opinione. <e Ciò che occorre .al ruostro paese », ,c,oncluse il ge– suita fra lo stupore dei presenti, « è l'isl:ruzi,one gra– tuita e obbligatoria, e, oso aggiungere, Laica. Se la Francia adotta questo vegime che. a voi parn insen– sato, io profetizzo, senza paur.a d 'ingannia,rmi, ~he la rrna,ss,apopolare diventerà talmente abbrUJtita, .:ehe si compiacerà della su.a condizione e si farà !-'ausiliaria benevola dell.a, borghesia_ nell,a fotta cont•ro gli ele– rn,enti rivoluziona,ri. Se .c,i siarà un, giorno un paese in cui l'attuale regime ,sociale .debba andare scon– volto, quell o sarà un · pae.s,e in cui la popol,a,zione consterà in p.oovale.nw di ,analfabeti. Poerchè l'istru– zione comp leta rende libero l'uomo, ma fistruzi-one mediocre lo r,ende p·re.s1rntuoso e f.a, <li lui una fa.c,ilo predia dei furbi e dei poten<ti ». Co.sì parlò, nel nov,embre del 1849, in un salott<> di P,arigi un padre gesuita aJ.J.apresenza d.i Thiers . Il quale, quando il religioso tacque, non replicò, ma l'•estò a lungo immerso in un .silen-zio pieno di n;iedi– Lazion'i. E ia!lol'Chè, venti anni più Lardi, la sorte lo balzò alla p•res1denzia della terza repubblica, egli non doveva aver dimenticati ancor,a i lontani ia,rgo– menti · del gesuita, poichè la sua politica scolastica e l.'uso da lui fat~o del giorna,Jismo non furon-0 altro .c-,e noo un omaggio reso ,a,J valore teorioo e pratico di quegli stessi argomenti. ( ANGELO TRF:VEB. RIGAMONTI GIUSliJPPB, gerenté responsabile. - llil"-"O 2/12 1llOO- 0oop_ Grl\fiCIL degli Operai - Via SpartMo, I', ,

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