Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

CRITICASOCIALE dei con'\Tenutia Firenze, che attraverso a coteste accresciute esigenze disciplinari si cerchi soltanto di preparare le reti per cogliervi dentro qualche passerotto riformista particolarmente in uggia e che oggi non si può colpire per la solidarietà espli– cita della frazione proclamata a Reggio. Per noi questo accentuarsi di domenicanismo non si spie-– ga che con l'abbuiarsi della co:;;cienzacirca la vera natura del Partito, onde stoltamentè si creda il Partito possa - come detto sopra - essere a un tempo un organo .di propaganda, di organizza– zione e di educazione, che parla alto e forte per la stampa, nei comiz~, in Parlamento, ed un or– gano di preparazione di colpi di mano che richie– da silenzio, obbedienza senza discussione, devo– zione ai capi, ecc. Ma una. tale confusione è as– surda e repugnante. Il Partito, restando quello che è, quello che fu, quello che non può non es– sere se è il Partito socialista, non può che adot– tare quella disciplina la quale valorizza al mas– simo tutte le forze di cui il Partito dispone. Una disciplina al contrario che la comprima, la im– pastoi, che per via di subordinazioni gerarchiche venga a diminuire fino a spegnere ogni impulso di studio, di attività, di ricerca scientifica, di di– scussione politica; una disciplina che confonda, per usare ad uno stesso impiego - che non è più un usare ma un sabotare - tutti i temperamenti, gli ingegni, le intelligenze, livellandoli sul letto di Procuste, è una disciplina contro la natura del Partito, al tutto sterile e mortifera. Pur troppo, noi discut1amo già con l'appoggio delle prime esperienze. Da che si è voluto fare del Gruppo Socialista in Parlamento un corpo di vigilati speciali-, e la sua azione si è voluto non fosse che un'emanazione riflessa del Brahma– Segretario del Partito, il rendimento del Gruppo, per ammissione universale, si è abbassato spaven– tevolmente. Da tutti si sente dire che 40 rende– vano più di 156 allorchè i 40 erano rincorsi per– chè ciascuno desse tutto e più di quello che po– teva dare, mentre ora i 156 sono rincorsi solo per il vigile sospetto che diano alcunchè di non perfettissimamente. conformista~ Ne è venuto che l'azione parlamentare socialista esprime poche idee, sia in linea negativa di opposizione, sia in linea positiva di ricostruzione. La legislazione eco– nomico-finanziaria giolittiana non fu combattuta per l'ingenuo terrore di cascare nel giuoco dei pescicani e non fu neppur discussa perchè, a farlo seriamente, discutere voleva dire contrap– porre idee a idee, progetti a progetti, nel che è già l'abbominevole tentazione·· del peccato morta– le, la «collaborazione»! Noi viviamo, come all'an– no Mille, sotto i mistici terrori del Maligno. Noi più che pensare al partito, al socialismo, al pro– letariato pensiamo ... a salvar l'anima, che è una· azione schiettamente egoistica e forse vile e, quel che è peggio, inutile. Ora la Direzione del Partito intima al Gruppo Parlamentare di restare per la questione del pane sul terreno dell'ordine del giorno Casalini, il quale, se fu provvido spediente politico il giorno .che fu deliberato, ora non lo è più poichè consacra e perpetua: a) l'infamia che il proletariato paghi il pane ai ricchi, agli alber– gatori, ai resta1Jrants, ai mantenuti e mantenute dei ricchi, ai loro cani, cavalli, ecc., ecc.; b) l'il– lusione profondamente antimarxista che lo Stato JbJioteca Gino Bianco non scarichi sul proletariato in ogni caso la dif– ferenza tra il prezzo politico e il reale del pane, sopratutto se lo si «costringe»(?) ad accollar– sela; e) l'assurdo della uguaglianza di posizione fatta ai ricchi ed ai poveri in questa questione, che elimina la possibilità di fare una posizione propria di favore, 'magari con l'intera gratuità, ai veri poveri; cl) il delitto di sopprimere ogni incentivo alla produzione dei cereali, che, per compagni i quali ritengono assai vicina la ·preÀ'a rivoluzionaria di possesso del potere e conseguenti responsabilità dell'approvvigionamento; è.... nn autotradimento preventivo! Nella questione la tesi che si convien~ ai socia– listi non può essere che l'assunzione stat;tle del servizio, molitura, distribuzione, confezione del pane, tassato come si conviene fortemente per i ricchi, meno per gli altri, nulla per i poveri, con un'azione vasta, ènergica, snodata, mediante l'aiu– to dei Comuni e degli enti cooperativi. Chi osa parlamentarmente affrontarla, se la Direzione an– nusa la ... ricostruzione che, prima della presa to– tale del potere, è senza meno... collaborazione'! Noi siamo in pieno nella paralizzante disc1plina dell'accentramento direzionale, che supporrebbe per il suo buon esito non uomini, ma geni, ma numi onniscienti, mentre noi spesso alla direzione mettiamo ancne mezzi uomini scartati dalle liste• elettorali. Vogliamo ancora accrescere tale disci– plina di accentramento?· Ma con quale affidamen– to di bene? ... Castrare i giovarii, gli studiosi, gli attivi, gli indipendenti? Non ci pensate! Sono solo i castrati che si lasciano... castrare. I valo– rosi sanno i doveri che hanno verso il Partito e verso se stessi e sanno i limiti dell'iniziativa e della rinunzia nella compiuta armonia del mag– gior vantag·gio per il Partito, il quale ha pro– sperato e prospererà con la libertà, e col sudario di una disciplina domenicana o dittatoria mor;reb-· be. Del resto nulla è più contraddittorio che 'pen– sare unità e stringimento di freni, perchè l'unità non può essere che varietà, cioè tolleranza in una specie ben definita. Quando il Partito socialista non ammettesse più che un'opinione, un discorso, un giornale, un costume, allora il· suo unico da fare diventerebbe la caccia ai non conformisti; processi e persecuzioni océuperebbero tutto il suo tempo col sicuro risultato delle scissioni che giu– stamente vogliamo evitare, perchè di esse si al– lieterebbero' soltanto i nostri nemici che ci vo– gliono dividere ... Se i 'comunisti unitari di Firenze, come bene lessero nel cuore del proletariato l'idea di unità, vi avessero anche letto l'idea, complementare ~d essenziale, di libertà, meglio avrebbero provveduto all'onore ed alla efficacia del loro Convegno, me– glio si sarebbero approntati per l'idea da essi pro– pugnata, e non sarebbero caduti con servile con– traddizione nella prescrizione di metodi mosco– viti, affini a quelli da essi stessi deplorati, me– todi i quali, se forse servono in Paesi dai nostri disformi, nei nostri, dalla millenaria _tradizione di insofferenza alla tirannia, sono impossibili. Da noi, nel Partito, necessariamente, scoppierebbe in un colpo solo, con la dittatura, l'anarchia, il tu– multo disgregatore delle iniziative, la Babele grot– tesca, violenta, impotente. CUUDJO TREVES, - ._

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