Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

crutlCA SOOlALE PERI FATTIDI BOLOGNA Diamo qui il vibrato, suggestivo discorso che, in mezzò all'attenzione di tutta la Camera,· col con– senso e fra gli applausi di tutto il Gruppo parla– mentare, il nostro Direttore ha pronunziato alla Camera nella seduta del 24 novembre. Il significato del discorso, specie dell'ultima sua parte, è stato posto in luce dall'acredine dei com– menti della stampa avversaria, massime della 'f)O– polare. Superflua, quindi, ogni nostra parola in proposito. Vogliamo solo dire che il nostro Diretto– re ha espresso, col suo discorso, quel che tutti noi sentiamo. Se nel nostro Partito noi combattiamo !!On fermezza ogni propaganda di violenza, ogni infa– tuazione sull'efficacia socialista della vi9lenz~, sia– mo però ben risoluti ad opporci a qualsiasi tenta– tivo con cui, dall'opposta parte, si mirasse a stron– care con la violenza la saldezza del movimento operaio e della sua organizzazione. Diciamo perciò a tutti i nostri compagni di non lasciarsi cogliere in imboscate, di non cedere a suggestioni, di te– nere i nervi saldi e a posto; intensifichiamo perciò la nostra resistenza contro certe deviazioni anar– chiche del pensiero socialista; ripetiamo la condan– na contro l'uso di una propaganda che sarebbe più logica sulla bocca di agenti provocatori che · di genuini propagandisti del nostro ideale. Ma se le classi dirigenti tentino di cacciare il proleta– riato nei vicoli ciechi. della violenza per aver mo– do di togliergli, con la ferocia della repressione, anche le conquiste che esso ha conseguite per le vie pacifiche e con la forza del suo diritto, e il Governo assecondi questi biechi disegni ' e lasci libertà d'azione ai muscadins volontarì o prezzo– lati; il Partito è allora un fascio compatto di forze contro il comune nemico suo e del Prole– tariato. TURAT!. - Ringrazio l'onorevole Presidente del Consiglio delle sue dichiarazioni, che mi sembrano effeltivamente abbastanza categoriche e definitive. E mi compiaccio di averle provocate, appunto perchè la mra interrogazione era giustificata dal fatto che, sia pure contro le· intenzioni del Governo, lo scioglimen– to del Consiglio comunale di Bologna è pubblicamen– te invocato, atteso, promesso, come una riparazione necessaria, con· intonazione di violenza ricattatoria, da una quantità di or.lini del giorno e di articoli pubblicati nei giornali. E, ad ogni modo 1 esse mi dàn– no appiglio, se il Presidente e la Cameia mi saranno cortesi di qualche benevola longanimità, ad alcune considerazioni, il cui valore non deriva certo dall'in– dividuo che vi parla, ma dal fatto che la mia parola è l'espressione del voto unanime di tutto il Gruppo socialista,' che testè, se1iza distinzione di tendenze, me ne affidava l'incarico per acclamazione. I •fatti di Bologna, che hanno fatto rabbrividire tutti n-oi, che hanno. riempito •di un vero senso di tra– gedia il nostro spirito, sono evidentemente un sin– tomo ed un mònito molto grave per i partiti, per il Parlamento, per il Governo. Quello che ieri fu a Bo– logna, quella che oggi è la condizione di Bologna, e che uomini politici dei più diversi partiti, i quali, come col Presidente del . Consiglio, hanno conferito con noi, concordano a defini-re psicologicamente in– fernale, potrebbe divenire domani, per propagazione contagiosa ad altre provincie, cominciando dalle vi– cine dell'Emilia e della Romagna, la condizione di molte parti d'Italia; che ciò, avvenga o, come augu– riamo, che ciò non avvenga, dipenderà evidentemente dalla saviezza e dalla lealtà dei parti ti e del Governo. Io 1;1011 sono qui per ripetere c·ose già dette nè per mendicare scuse ed aZiòi a questo o a quel partito, BibliotecaGino Sia.neo fosse pure quello in cui milito; la ricerca del chi abbia un po' più o un po' meno di colpa, chi abbia torto, chi abbia ragione, chi fu primo ad offendere:' o a provocare; questo giuoco di scaricabarili, questo pettegolo palleggiarsi di responsabilità, che può con– tinuare all'infinito e non risolve nulla,· mi sembra sia infinitamente inferiore alla enorme gravità dei .fatti. (Approvazioni). Die<;>, senza timore di essere scambiato con un lontano epigone di Padre Cristo– foro, che ciò che è necessario, ciò ch,!l è urgente, non è reqiminare, ma è pensare e provvedere al domani: fare che si ponga tregua agli eccessi da ogni parte, rimuovendone le cause, adoperando senza pietà il fer– ro risanatore del chirurgo. Nessuno mi sospetterà di parlare oggi ad opportu– nità di difesa se ripeterò quello che dissi infinite volte e in questa Camera e fuori, negli scritti, nelle assem– blee, nei Comizi, nei Congressi, se mi riaffermerò, oggi, come sempre, nemico della violenza, che non è la forza, che più spesso è il suo contrapposto, e che io credo deleteria per lo stesso mio partito e per le classi lavoratrici. Non parlo qui dei grandi urti delle classi, che possono avvenire nei secoli, che nessuno può sequestrare dalla storia; dico delle piccole vio– lenze sporadiche, della guerra civile quotidiana ed a spizzico, che esaspera, che guasta ogni ca1,1sa più santa, e nella qµale noi stessi, quando la sentiamo vi– cina a noi, Jon sappiamo mai distinguere se la voce di chi parla è del compagno o dell'agente provoca~ tore al servizio dei nostri nemici. (AppZausi aU'Estre– ma Sinistra). Nè vale• ripetere la verità, ormai banale, che que– sto fermento di ire, di aggressioni, di minaccie, di sopraffazioni è la conseguenza della guerra. . E' la conseguenza della guerra, verissimo; ma la guerra e le sue conseguenze non debbono essere eter– ne. Ed è gran tempo che tutti ci si decida a disar– mare, a deporre non solo 1e armi materiali, .ma a disarmare e a smobilitare gli animi. In questo sarà oggi il maggiore· eroismo, e sarà ,inche la più insi- · gne vittoria. Chi disarmerà il primo e più compiuta– men te, quegli sarà il vincitore. In aito le mani,-tuttil Ma, da una parte e dall'al– tra, senza riserve gesuitiche, e con perfetta le.:.!tà. Ora, onorevole Giolitti, ecco Ja domanda ch'io pongo, senza ombra, ripeto, di spirito p~rtigiaiw: questa perfetta le<1ltà è veramente osservata da tutti? E' osservata, innanzitutto, dalle vostre nutonl:S:., che dovrebbero darne l'esempio? Lungi da me l'intenzione di scusare l'atto di un ignoto delinquente, o .sia pt1re di un fanatico, o di un invasato dall'ira o dal panico, che la violenza omicida esercitò nella sala cònsigliare cli Bologna; ma pensate voi, che volete faune risaHre la respon– sabilità a tutto un partito, come atto cli brutale mal– vagità collettiva, pensate voi a tut.to ciò che era 'avvenuto nei giorn,i precedenti? E'' vero o non è .vero (perchè orma,i le prime versìoni dei giornali sono state profonctamente modificate dagli accerta– menti fatti e' dalle testimoni,inze recate anche in quest'aula) ?i vero o non è vero che, in tutta la set– timana precedente all'in~ediamento del Consiglio co– munale, i più noti uomini cli parte socialista erano inseguiti, perseguitati, minacciati di morte, pubbli– camente? Che persino .al nostro Zanardi tocGp di vedersi inseguito in via Santo Stt,fano da persone minaccianti, fra le quali erano diversi ufficiali in divisa? (Rumori). Queste cose non le dico per suscitar.e nuove con– troversie: le dico perchè lo spiegare i fatti serve in– sieme ad attenuarne fa portata e a darci modo di prevenirne la riproduzione. Colpe, imprudenze, p·rovocazioni saranno state da una parte e dall'altra. Ma è vero o' non è 'vero che, in quella settimana, il consigliere c0munale avvo• cato De Maggi fu aggredito e malmenato, solo, !;li notte, nella vubblica v,ia? E' vero che i fascisti sono ntrati in numero di 40 nel Caffè centrale, armati di clave, a cercare, per colpirlo, il prof. Alvisi? E' vero o non è vero il manifesto che avevan0 stam– pato i -fascisti invitando le donne e i fanciulli e tutti gli uomini non atti alla battaglia a rimanere il dì dell'insediamento, nelle loro case? Chi no~ comprende il terribile, significato di tale invito?

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