Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

364 CRITICA SOCIALE Architetto dell'Universo compreso!). In quel Con– gresso furono dette molte cose che rispondono al– la necessità obbiettiva del movimento socialista e proletario italiano, quale noi lo concepiamo. E fu anche votata una mozione, dove si asseriscono cose eccellenti che noi rammarichiamo di non avere a Reggio vedute, éome, per esempio, là do– ve stabilisce: « che i rapporti fra gli organizzati della Terza Internazionale debbono essere aperti e franchi, attraverso gli organi responsabili e senza diplomazia segreta», ed altre che coinci– dono con quelle da noi a Reggio viste e sostenute, come, per esempio, la dichiarazione che l'adesione ai 21 punti, e la reiezione del 22° richiesto invano (l'esclusione degli anarchici e dei massoni dal Partito), non escludono che i comunisti chiedano 'di essere lasciati liberi di applicarli nel modo e misùra che più convengono alla causa in riguardo alle condizioni storiche del nostro Paese, a giudi– care dèlle quali - diremo con le parole del com– pagho on. Alessandri, uno dei proqiotori del Con– veg·tio comunista fiprentino - « noi soltanto, co– munisti di Italia, siamo competenti», chiedano, ci0è, un mandato di piena fiducia..: Dove però noi temiamo che l'unità dei comu– nisti unitarì di Firenze, con tutte le migliori· in– tenzioni di rendere omaggio alla effettiva coscien– za unitaria del proletariato, venga a dare di cozzo con la realtà è nella questione essenziale del pro– cesso rivoluzionario. Non discutiamo ·della mo– zione l'insistenza e l'a:buso nella indicazione dei mezzi illegali e della violenza, che possono· deter– minare fatalissimi equivoci. Il pensiero della fra~· zione comunista unitaria è certo sostanzialmente ,contrario ad una pratica di violenza sistematica, esplicantesi quasi in una quotidiana guerriglia di classe, che - come disse solennemente per tutto il Gr'uppo Parlamentare il Turati - non fa nè il socialismo nè l'antisocialismo·_ ma este– nua semplicemente il Partito, la produzione, la umanità e la civiltà. Ma se la mozione, con l'in– deciso delle formule, varrà ad estendere l'µnità anche a coloro che per avventu_ra adottassero il metodo della violenza arbitraria; sistematica e di libera iniziativa individuale, f\ella stolta lusinga di. opporre un terrorismo ad un altro, allora qt1el– l'unità ,diventa insostenibile, in quanto che tal metodo di lotta, che in Russia persino sotto lo czar fu dai socialisti marxisti accanitamente op– pugnata come crudele ed inefficace, ha bisogno di un'organizzazione affatto speciale che non h'a "ri– scontro in alcun modo in quella del Partito e presuppone tutt'altra forma di disciplina nel rap– porto degli aderenti. E' chiaro che un partito non può ad un tempo avere 1Vl'organizzazione pubblica, per combattere con la stampa, coi co– mizi, coi congressi, dove si discute a perdifiato persino le virgole di una mozione, ed averne un'al– tra segre!;.a, riservata agli iniziati, con costumi gerarchici· ed autoritativi suoi proprii, dove l'ini– ·ziativa non ha .controllo e non può quindi esigere la solidarietà dell'altra che la ignora e l'abbomi– na. La congiura, fin dai tempi chl') ne discorreva nella sua classica prosa il Machiavelli, era peri– colosa; se di molti, o impotente se. di uno o di pochi. La congiura poi ai tempi• nostri è incom– patibile con ogni opinione pubblica, la quale così si chiama appunto perchè le sue ragioni in tanto Biblioteca -GinoBianco r e hanno forza in quanto trovano larghezza di con; senso. E un partito di classe è poi, sovranamente, un partito che tende ad animare una classe, a darle coscienza di sè, a darle un'anima ed una volontà sola. Perciò non può essere altro che un partito democratico, di continua ed aperta discus– sione, dove ogni potere, ogni deliberazione ripo– sa sulla collettività ed ogni ger~rchia non è che delegazione di mandati esecutivi.· Il che fa sì che esso non possa essere ordinato a violenze ed an– cor meno che esso possa permettere che singoli o gruppi si arroghino di esercitarle .in suo nome, a loro talento. In generale; quanto più un partito pregia la forza della propria organizzazione, tan– to meno è corrivo a riconoscere la forza di una organizzazione diversa, disomogenea, che si voglia intrudere nella sua, che finirebbe per paralizzarla e distruggerla. Di fronte all'anarchia di azione ed al culto della violenza individuale il !egalitarismo rivoluzionario del Partito socialista ha sempre all'incirca tenuto il discorso del capo intellettuale dei monarchici francesi, Carlo Maurras: « ... Si dice che l'anar– chia può adoperare il sabotaggio, gli esplosivi, e diversi gingilli da tasca... Ma si dimentiea che per sabotare il sabotagg·io, per fare esplodere l'anarchia contro 'l'anarchia, per giocare con" essa come il gatto col topò, l'autorità possiede dei· mezzi dieci volte più potenti. Certo· l'anarchico che ha fatto il sacrifizio della sua vita può seII)– pre sopprimere dal numero dei vivi, ministri, re o imperatori; ma una successione di ministri, di re· o d'imperatori, si ride delle palle e delle bom– be, che non valgono meglio che il pugnale p;re– istorico; la loro opera continua ... A parità-di co– i:aggio, di audacia e di riflessione, la parte del- 1' ordine e del disordine non può essere uguale. L'ordine, essendo quello che è, ·avrà sempre il sopravvento ». E per.ciò il socialismo ha voluto diventare « ordine », cioè volontà e forza organiz– zata di maggioranze; ad· ogni soppressione vio– lenta di vite ha detto: la vita umana è sacra! Perciò il socialismo depreca con tutte le ~meforze questo atroce duello del fascismo e •dell'insurre– zionalismo, sinistra eredità deila guerra esecrata, in cui si· spegne ogni sentimento umanò, ed in .cui, in ultìmo, ognuno sente fhe è proprio l' « or– dine » di Charles Maurras quello che sta per ave– re il sopravvento, con la conseguente demolizione reazionaria di tutto ciò che l' « ordi;ne » del socia– lismo ha già creato in opere di sindacati, di coo– perative, di amministrazioni ·municipali, di enti collettivi, contro lo sfruttamento e per la produ– zione, il consumo, l'istruzione, ecc. e più potrà e dovrà creare ancora per una integrale, verace, effettiva rivoluzione socialista di cose e di isti– tuti. Fissato con .chiarezza questo. punto, restà fis– sato con chiarezza quello della, disciplina di par– tit9. I comunisti unitari di Firenze, non avendo vista chiara la prjma questione, non potevano ve– dere chiara la seconda. E così si lasciarono andare senza una chiara ·ragione a concedere .nuove li– mitazioni alla libertà personale, persil)o di pro– paganda, dei compagni e degli. eletti, e un accens tramento di potere assurdo e grandemente peri– coloso. Scartiamo l'jpotesi, che può essere buona rispetto ad alcuni, ma non certo alla moltitudine

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