Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

366 CIUTIOASOOIAL! schierarsi a favore di esso prog,etto e, per im~ediato riflesso a consentire ooH',azione del Gruppo e con quella d,el Partilo. Le masse crederanno seguire un - nuovo indirizzo profondamente realizzatore e pog– geranno ,sempre più a sinistra; ciò, p 1 er l'appunto, che si vuole ottenere». Una crilica severa al sistema dell'indennizzo è stata fatta da Antonio Pannehock, olandese, che il Comunismo di Serrati ci ,presenta come « uno dei mi– gliori teorici del -socialismo internazi-onale ». In un suo articolo -comparso in tedesco nella R~vi.sta mar– xista « Die Jntern{llionate », il P.annehock scrive: « La proprietà oopita.Jista significa ,anzitutto, non il diritto di .disporre degli oggetti, ma il diritto 'I una rendit•a senw. 1av,oro, al plus-valore. La sua forma è l'azione, la {:.arla su!l.a quale questo diritto è scritto. L'impresa, la f.abb~ica non è che l'istrum~nto COI)., il quale si produce 11 plus-valore; la p•ropnetà stessa è il diritto al plus-valore. « La sovpre-ssione dello sfruttamento, la sop,pres– sione di questo diritto è, per conseguenza, la sop– pressione del valore oopita.Jistico, la confisca del ca– pitale. « La socializzazione, secondo la ricetta del Bauer, è uri~ espropriazi,one giuridica senza esprop,riazi<me economica, ed è -ciò che ogni Governo borghese po– trebbe proporre. Il v.alo,ve oowtalista delle impres,e sarà -pagato con indennità agh imp-r,enditori ed essi riceve1,anno d'ora in avanti, sotto forma di interessi sulle obbligazioni, quello che essi ri,cevevano un tempo oome profitto. L'osservazione che i profitti di guerra non saranno presi in conside.razione, prova che il prolìtto normale dovrà es.sere assunto come norma. Questa soci-alizzazi-on,e sostituisce. il capitali– sIDo P,rivato con il socialismo di Stato; lo Stato si, ,assume il còmpito di• far sudare il profitto ai lavo– r.atori e di rimetterlo ai capitalisti. Lo sfruttamento rimane esattamente come ,p,rima. Se una tale proposta fosse stata fatta in tempo di prosperità ,capitalista, essa sarebbe stata accettabile per ·il ,proletariato: essendo fissai.a secondo il plus-valore spet.tante mo– mentaneamente al oopitale, tutto il nuo·vo au mento di produttività dovuto all'organizzazi,one e al p.ro– gr-e&s,otecnico sarebbe andato a p,rofitto del p! :'Oleta – riato. Ma la borghesia ,allo1-anon vi pensava, poichè essa rivendicava p,er se stessa questi v,antaggi. « Ora, le condizioni sono diffeMnti, il plus-valore è in pericolo. Il caos ecònomico, k1 per,dita degli sbocchi e delle materie prime, il grave tributo al capitale dell'Intesa, la.sciano prev!)dere una _diminu– zione di profitto oopitalistico. L-a rivolta ,delle masse -operaie, l'inizio della Ri·voluzi'one pro,letaria, che mette in discussione tutto lo sfruttamento, vengono ad aggiung-ersi :a questa situazione. La so.cializzazio– ne torna ora a propo,sito per as.&icurare al oopitale il suo profitto sotto forma di interesse di Stato. Un Governo comunista, come quello di Russia, assi– cura immediatamente il resultato della nuova po– tenza e della nuova libertà proletariia,· rifiutando ogni diritto di sfruttamento al capita,le. Un Governo social– democratico garantisoe la vecchia schiavitù proleta– ria, eternando il vecchio trib'uto che essa paga al ,capitale, proprio nel momento in cui es.&o doveva sp1!!!rire. · « La s-ocializ:i;azi,onenon è alJo,ra che I',espressione giuridica del fatto p·olitico che•il proletariato non è che un padrone apparente e che è pronto a lasciarsi tranquillamente sfruttare ancora di più. Siccome il Governo « so,cialisl:a » non è che la continuazione del vecchio predom inio borghese ,sotto Ja baindiera « so– cialista», la cc sociali:iz.azione » non è che la con– tinuazione del vecchio sfrutt, amento borghese sotto la biandier,a socialista». ' [!] A mio modo di veder.e la question,c de!.l'indennizzo va -consider.ata d,a un. duplice angolo visuale. Essa W\ -considerata in linea di principio ed in linea · con– tingente. In linea di principio, io mi dichiaro favorevole alla Biblioteca Gino Bi~nco espropriazione senza indennizzo di tutti i mezzi di produzione, quando l'es,prop,rio avv,enga per fatto ri– voluzionario determinato dalla crisi storica, cqe alla sua volta è determinata dall 'incapa-cità della classe oorghese a superarla. In questo caso un'eccezione deve essere fatta solo per i pioooli propriel.ari, per le Opere Pie e per i proprietari-lavoratori che riu– niscono nelle stesse mani la proprietà ed il Lavoro nelle piccoJe Aziende. Per costoro, la conoes-sione di un indennizzo è assolutamente dovero,sa, e, comt1n– qne, in confronto di costoro, I 'es.proprio deve avve– nire in forma tale da rispettare i loro giusti diritti. In linea contingente, è necessario ,esaminare i vari casi nei quali possono etreU1:1arsi le varie socializza– zioni. ID una situazione stori,ca, come quella tede– sca, per esempio, in cui si è .avuta un.a rivoluzione .a oarattere quasi esclusivamente poli_tico e nelk1 quale i nuovi· uomini di Governo sono ancora dei borghesi o dei sociali~tj a tendenze possibiliste, gli studi, le proposte e le realizzazioni socializzatrici non rap– presentano che l:a tendenza ad un gradualismo e.co – nomico.-sociale a Largo nes,piro e senza scosse, il quale vuol conciliare e trapsigere tra J,ea.ssil!anti necessità del nuovo e le resistenze del vecchio. In, questo caso, l'ind:ennizzo è condizione sine qua non della .soci,::iliz– zazione, ed al senso politi,co che lo determina si attagliano perfettamente le succitate critiche del Pannehock, alle qu,ali inti-eramente mi ass,ocio. Con tuttociò io non pos~o negare ohe dette critiche, più clie agli uomini (ai socializzatori), andrebbero rivol– te,• se fosse possibile, alle cose, in qmmto sewbriami indiscutibile che, in ogni Paese, gli studiosi della so– cializzazione nop traducono, genenalmente, nelle loro proposte, il loro intimo s:enso politico ed i loro prin– cipi sociali, ma sono costretti .a mettere quello e ques.ti in immedi.ata e p•recisa r-elazione, ... perincle ac cadaver, colla situazione storic,a del loro Paese n•el momento in cui le loro proposte v,engono formu!a,te. Oggi, un socialista ,che, in Germania, in Italia od altrove, si iaocinga a studiare un ,progetto qualsiasi di socializzazione• peccherebbe di utopia e di sem– plicismo dottrinario se, per esempio, proponesse di socializzare subito un.a determinata industria senza totale o parziale indennizzo. Ogni proposi.a, nel cam– po delle socializzazioni, va inquadrata nella s_il;rna– zione storica de! momento ,e delle condizioni politi– che del Paese· in cui la proposta viene tentatia. Venendo al -caso nostro, e cioè ai var1 pél'ogetti di. socializwzioni agry:.ol,e, industriali ecc., studi ,a.ti dal Piemonte, dal Reina e dallo scrivente, e alle discus– sioni che la questione del! 'indennizzo relativamente ia quei progetti h.a s-ollevate, giova dire innanzi tutto che noi non abbiamo inteso p,l'esentare progetti di vera e propria socializzazione. , Secondo noi, là « socializzazione >> - e cioè il s.o- cialismo - non è compatibile, rua,turalme.nte, col. .. regime borghese e non può essere· introdotta omeo– paticamente, molecola,rmente (stile evoluzi-onistico alla Bernstein), pezzo a pezzo, fiacendone quasi una soprastruttura od una progressiva irk.uneazione nella statica e nella dinamica ,dell,a economia individua– listica. Secondo me, nella ,storia di un popolo o, meglio ancora, di un gruppo di p,opo!i, giunge l'e– poca nella quale vengono a maturare le condizioni politico-sociali che creano il cosidetto « periodo ri– voluzionario», periodo, cioè, di rielaborazioni 'poli– tiche ed economj,che. Tal'è, oggi, i1 m~mento sto•

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