Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

CI\ITICASOOIALE 367 rico ita1iano, tedesco, e di qualche altro Paese. In detto periodo, i grandi fatti politici (èaduta deUe .Monarchie) segnano tappe e punti .salienti, e i fatti . economici segnano une. caMtteris.tica di costante pro– gressione in senso socialista. E in. questo ·periodo che si studiano, si elaborano, si prop·ongono i p·ro– getti di socializzazioni_e. Essi non possono non risen– tire del carattere di transizione del momento in ·cui n..ascorio. Essi sono progetti di transizione. Perciò vennero chiamati « pr.ogett.i di pre-socializzazione » o di avviamento a/là soc-ializzaz'ione.. Essi sono des.ti – n.ati a costituire una passerella dal vecchio ,a,J nuovo, ,isto che in ec;onomia non s'improvvisa, nè si può capovolgere tutto c/'un tratto, nè si può passare dal– l'individualismo al comunismo nel corso di un anno. Fare, quindi, dell 'intr.ansig,enza o dell'estremismo nel campo economico, è utopistico e folle. Qwesti progetti di avviaménto alla socializzazione preparano le condizioni per la socializzazione definitiva, La qu.a– ·le sarà congl'illl!mente inizi.ata soltanto dopo la con– quisi.a del potere politico da parte de!La classe ·ope– raia. Frattanto, questi p•rogetM•.aspirano a toglifére alla classe p·ad.renale il possesso. effettivo ·dei mezzi di p,roduz,ion,e (terre, fabbriche, miniere) passandone la proprietà allo Stato e I.a gestione alle Co-operativ,e. In ,cambio si dànno ,alla classe p.a-dron.ale titoli di rendita pubblic.a. Non si tr.atLa quindi di •una reale espropriaz'ione. Il privilegio oapitaltstico della clas– se padronale resta socialmente in-teg,ro. Questi p.ro – getti non sono, dunque, destinati .ad iniziare la Rivo- · luzione ecortomica, ma solo ,a prepararla. Intanto, la classe operaia assu~e la gestione dei meizi di produzione, si i\amigli,a,rizza con es.sa e comincia ad affoontarne i .problemi e le responsa– bilità. Dopo la conquista del potere politico, Lacl,a,sse operaia potrà,• con semplici Decreti, compire l 'esp,ro- · prirazione effettiva, decurtando i titoli concessi per indennizzo o Ùddirittura annullandoli. In que&to mo-· do, la questione del1'indennizzo si J.asci,a 1mp•regiu– dioata. ,Fin d'ora l'espropriazione capitalistica è « prep,arota » in modo che, al momentò opportuno, non si tratterà più ,d'improvvisarne .tumultu.ariamenrte, con grave pericolo, le norme e le ,modalità: basterà un Decreto! Comprendo che taluno vorrebbe df più e definirà oc riformisti » i nostri progetti. - D~ndo -ascolto a codesto ... taluno, si dovrebbero formu1aTe p-rogctti •« esprop,riatori » senza indennizzo o non compilarne affatto. ;N'eJ·primo· caso, natmia:l: mente, essi oggi ,oaclrebbe,ro. Nel primo e nel secùndo case lo status quo ,dell'econorni!l capitalistica reste– rebbe, con grande gioia dei bOTghesi, inalterato. E al momento nel quia.J,e la ,classe oper.aia ,potesse :e,on– quistare il potere politico, ,essa trove,rebbe davanti a sè tutto da faTe, tutto dia improvvis.a.re , senza pre– parailione e senza ,avere .acquisito alcuna capacità. Io preferisco tentare di realiz:wre oggi i nostri pl'ogelti, indennizw.re gli ~propriati ~ nella qiisura mino~ possibile! - e indennizzarli in moelo che, a suo tempo, si<a facile « espropri.a'i'e » J.o stesso ill– dennizzo. Frattanto noi ci saremo abilitati alla ge- ' stione della produzione, o al,meno <li un.a parte di ess.a., p,e avremo conosciuti da vicino i problemi\ e avremo messo la cl.asse operaia in grado di apprdz– zare fin d'ora le forme concrete, i doveri, le respdn- -sabilità e le diffi.coltà dell'c ordine nuovo». UMBERTO BIANCHI. .. / 1otecaGfnoBiànco D.ALLE RIVISTE Conbinuando a occuparsi deUa « Sto,ria romanze– sca», !,a Revne Mondiale osserva come quelLa che si suol chiama11ela colonoo maestra ·dell'edificio storico, la cronologia, riposi SOP,r.a una base oompletamente fr.a:gil,ee incerta. Le stesse date capitali, fondamen– tali, diell.a sl0ria anJUca e della moderna, quelle da cui ,cominciano I-e grandi ère e che fi.ssstfloi punitf . di partenza _delle -diverse c~viltà, sono notoriamente La.J.se.Fai.sa quella as.segn,ata alìa fondazione di R-0- ma ; fa1sa persino queUa .ctell,an.a,scita di Cristo. Quando H,omolo e Remo abbandon,a,rono Ira'nativa Albalonga, certo non contaron-0 l'.an.n,odell.a·lor,o par– tenza ,come p_rimo de!La serie degli anni futuri ; _nè i loro successori nover.a,rouo gli ,anni a p·artire da quello in cui Horn.a fu fondata. Solt;mto molti secoli più tardi fu deciso di assumere come misura del tem– po il numero d'anni che· si\supponeva tmscorso dopo la nascita della città. Varrone riferì l'èra romana a un punto..inizial~ corrisp-0ndente al 753 prima di Cri– sto, e questa data fu g,eneralme,flte -accolta ; m.a Ta– cito la rif.erì .all'anno 762, Ca.tane e Dionigi d 'Ali,car– nasso al 752, Po-Jibio al, 750, Fabius Piotor al 747. Co-si n-elLa delermina.zio,ne dell 'èra volg ,a.re I c'è un grave er-rore '-che vizia tutto il .sistellli3..Gesù n:on è nato nell'anno che, da ci·rca 20 secoli in qua, fu preso per base di tutta l,a c-ronologia. Questa dafa fu stabi– lita solo tre secoli dopo il fatto dal concilio di Nicea, che non possedeva akun mezzo sicuro d'investiga– zione. La scrittura insegna che il viaggio di Giuseppe e di Maria fu reso necessario •da un censimento. or• din.ato da Erode con un decr,eto, a termini del quale ciascuno doveva trovarsi p:resente ,nel luog,o della swa na.scita:' dur,an,t,e il _viaggio, Gesù di Nazarcrn nacque in una stalla di BeUe,rnme, dove la famiglia . aveva trovato un temporaneo rifugio. Oria è accertato che non vi fu -censimento, in Giudea, nell'anno 753 di Rom.a ; ce ne fu uno invece, due tànni prima ; co– siochè sembra che l'èra volgare debba ess,e,re spostata di <lue anni. · Se sono inesatte le date essenziaH, ,che. cos-a pen– sare delle alt11e'/ tuttè: queU,e de-i gr.a•ndi r_egni, delle b.a,ttaglie decisive, dei ·tr..attati, delle scope,rte, non son-o altro che convenzioni, più o meno !,onwne dalla rea,Jtà. Inolt11e, non conosceremo Il!Jaidella .sboria in tulte le epoche se non ,ciò che è s.fuggito alla parzialità, ,ail,a ma,J,af.ede, ~li 'influenza deg.11 inberessi partioo- 1,:n'ì,alla negligenza dei -cronisti o dei copisti. Siamo forse oggi in grado di apprezzare il valore delle cir– .costanze che condussero La famiglia dei Capeti sul trono di Francia, quando conosci.amo ancor.a così poco -i particolari di Brumaio o del Du,e diciembre, di tanto più vicini a noi? Qual giudizio possiamo po,rtare su :avvenimenti che gli stessi ,contemporanei non seppero dilucidare 'l Ricordiamone alcuni. · Il f,amoso B'"alduino, conte di Fiandra, dop-o una sconfitta del suo eseTCito in Oriente, fu preso, e, si disse, giustizi-ato dai Bulg.a·ri. Passarolio gli anni, il conte non ricomparve, gli fu nominato un successor-e. Ora, ecco che quando a!.tri ,anni ancora furono tra– scorsi, qu.attordici cavailieri i qu.ali avevano accom– p.agiruaitoBalduino nella sua spedizione ed erano· te– nuti per morti insieme c-0n lui, ·tornarono in Fian– dra e reclamaa·ono le loro terre. Il ritorno di costoro accreditò J,a voce. di un,a probabile •ricompars.a di Balduino : ii quale effettivamente -- egli o un fmpo– slore e,he si ree.e p,assaTe per lui -· si p,resentò poco più tardi nei suoi dorninii famigliari, fu riconosciuto dia ,a1cuni vecchi .~ervitori, ma non ,d,a altri nè dalla stessa sua presunta figlia, J,a ,contessa Giovanna, che lo foce mettere in oatene e lo consegnò a,J braccio se– colare. Dopo uno strano processo, il reduoo fu con-• dannato per impostura e appiccato. M.a ,autori molto gravi, fra i quali il Sismondi, credono che l'avventu– riero m~ndato al patibolo fosse realmente l'impera– tore d'Oriente vinto dai Bulgari, sacrifica,to dalla figJi,a alla propria volontà di regnare. Angoscioso enigma storico, degno di tentare un drammaturgo di genio. • Il famoso re del Po:rtogallo, don Sebastiano, scon- .

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