Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

CRITICA!OOIALE 363 t {:.8Jle europeo» e al'! implororne da Maometto J.a distruzione; ma il rajà in r~dìngole, il bey che ha sostituito l'automobile al cammello, voglio.no diven– tare i padroni delle officine, gli armatori dei piro– scafi, gli -exploileurs delLe miniere, .gli impresari della produzione e dei tre.ffici orientali, sostituendo sulla nuoo dei f ellah il giogo del capioo.lismo indi– geno a quello del capitalismo britan'Ilico e francese. Chi non tenga coruto di questo nucleo centrale degli impulsi ribelli dell 'IsJ.am e si limiti a ·ce1,carli nel raffronto fra i versetti del Corano e le p•arabole della Bibbia, si smiarrisoe nelle realtà del secolo XIX, sup– ponendo di ~ettersi sulle tracce di quelle che matu– rano nel secolo XX. Or.a, com'è ammissibile cne il SÒcia.Usmo - dot– trina e )l'lione di emancip,ozione proletaria, militante contro l'irredentismo ,prolifico di guerre - si as– suma l'impresa e le responsabilità ideologiche e po– litiche di un movimento n~ionalista, il quale è fatal– mente destinato ~ produrre, attraverso fa,tali confla– grazioni belliche in Oriente, l'avvento di regimi borghesi eapitalislici sulle in,aoerie dell'imperialismo coloniale? E n:on è supremia,m.ente ironico lo spirito di questa Bibbia di Moscia, che fulmina l'anatema contro ogni «_compagno» europeo indiziato di con– discendenze sentimentali verso la, Nazione alla quale app,artiène, sino a creare per la sua eterna ignomi– nia I.a qualifica di social-patriota, e convoca le e,nier– gie solidali del socialismo europeo per' suscitare e diffondere fuori dell'Europa il più attivo ed espli– cito s.ocial-patriottismo2' Il nostro posto non può essere sugli altipiani del– l'India, ne!Le vallate de.Ila Media e· della Persia e in quelle del Nilo, fra la xenofobia islamiti-ca, p-er concimare oon queste decomposizioni nazionaliste del socialismo il bellicoso irredentismo mussulmano. Il , nostro posto è in Europa, e sul terreno della lotta de!Le classi, e.antro gli Stati imp,eri.alisti, per abbat– terli, p,cr f,a,r cadere loro di mia,no, nell'istante stesso della loro caduta, i guinzagli secolari, con i quali tengono' .avvinto tutto il mondo coloniale. Noi avre– mo fatto per queste vie, su questo terreno classista, assai più che con le sobillazioni panislamitiche, per la emancipazione di tutta la gente di colore, e lo avremo fatto rim3inendo sotto le g!driose bandiere .del sooialismo, -nena pienezza della logica marxista-, rendendo onore alla pura e feconda tradizi-one del pensiero ,e dei metodi del socialismo· internazionale. Io non riesco a nascondere un sospetto maligno, che s'lnsinuà' <'ome un folletto fra i miei pensieri, relativamente a questo penchant filoislamilico del bol– scevismo russo. Nena mentalità. ,bolscevica non scor– re, fors-e, un filone di mongolismo, di fremente aspi– r:a'.zione al dominio degli occhi a ma'll.dor1a e degli zigomi sporgenti, sulle rovine della frolla e bionda latinità'? ' Un poeta illustre del bolooevismo - Alessandro Block - negli Scifi ci ha francamente rivelato que– st'animus de.li.a rivoluzione russa e ,ci ha intimato di ·gittarci nelle brae-ci,a mongole, per la libera– zione del mondo. Egli ci ,p,romette ,amabilmente di fa·r scrfochiohre i nostri scheletri in quel robu<';to am~less'o e ci .assicuro che, e.osi eonciati, noi impa– reremò ad arnia.re come non -sapemmo mai amare. Ma noi si.amo radicalmente avversi ad ogni dominazione; ,e non varrebbe la pena, francamente, di ripudiare i nostiri padroni anglo-sassoni,. che sono, alm<-'no, delle ibHotecaGino.Bianco graziose bestie biondé, quasi sempre amanti del bagno e del sapone da toeletta ,e ,da bucato, per sostiiuifli con i Tartari dalla pelle grassa e dai piedi odoranti di formaggio stantìo. Eppure - ciò ci sem– bra dav·vero sintomatico! - la spaventosa canzone panmongolis·ta di Alessandro Block ha incontrato tanbo favo.re nella Russia rivoluzionaria, d;a autoriz– zar.e il sosp,etto ,che questa vi veda un po' riflessa poeticamente la suia prop·ria immagine. Ma una sup,po.sizion,e più positiva noi formuliam,o circa queste tenerezz.e filoisla,mitiche del bolscevismo russo. Preso brigantese-amente alla gola dalla rea– zione controrivoluzionaria anglo-francese, esso cerca suscitare vespai ai suoi implacabili ruemici, accioc– chè e.ssi vi s'impiglino è siano obbligati a ,p,rovv~– dere ai guai in oa,sa prop,ria, rinunziando a suscitarne in casa altrui. Quale più felice piano,. per raggiun– gere siffatto scop•o,·di una sollevazione delle colonie inglesi e francesi spalleggiate da,lla rivoluzion e so– e-iale europoo, aociooohè la plutocrazia Jon<li, nes.ee parigina venga a trovarsi-tra due fuoe-hi? Noi oom,p,rendiamo ap,pieno la legittimità e J',ac. cortezza di questa strategia bolscevica russa, che in– clude ff socialismo ,europeo nella O(Jlntroffensiv:adi– retta a difendere la rivoluzione ,contro i suoi brutali e insidiosi nemici ; conosciamo anche il nostro do– vere (e lo abbiamo compiuto e vogliamo compierlo) di ,assecondare tale strategia, e-ombattendo a domi– cilio, i,n Europa, 1a conh1orivoluzione ,e co_ntinuando · u combattere su ogni frònte La politica -00Loni,a,Je. Ma tut;tociò è un nostro dover.e verso lo «Stato» della Repubblie-a dei Soviety, non può essere un rE,quisito p,er appa,rten.ere alla· Terz,a Internazionale. Intendo dire, che se il nostro fraterno aiuto alla' lotta di di– fesa dell.a Repubblica russa è un nostro preciso d'o– vere di solidarietà con questa Repubblica e, sopra– tutto, è un nostro dovere di difendere in ,ciascuno la lil>ertà di governarsi a suo piacimento; la, p•arteci– pazione all'irred,entismo panis1amitico non può e non dev,e es.sere una co,ndÙ.ione pèr il nost·ro diritto di cittadinanza ·nel s-oci,a,lismo europeo. Noi vogliamo ess,ere i compagni dei /ellah egiziani e, s,ia, pure, dei nomadi del Sudan, e vogliamo inohdare la loro ani– ma prona ed oscura ·delle verità luminose e suscita– trici dP,I soci,a.lismo ; ma p,referiamo ,esse1iequa,lificaii soci,al•patriotti e socialtraditori, anzie-hè essere i com– pagni di Kemal pascià e dello scià· di Persia. Noi vorremmo -0he la nostra ,piccola voce arrivasse Sino al Kremlino, per ricordare a chi vi risiede I'ammo– nitrice parola di Aristotele ad Aless.an.dro il Grande. Qu,esti, nena notte e-he p,1,ec,edettela sua partenza per quella conquista dell'Asia, dalla quale non -avrebbe mai più dovuto fare ritorno, si rivo.l, se p,er c onsiglio al suo gra-n.de Maestro e gli aperse !'ani.mo suo, gli rive<lòil suo disegno di ellenizzare l'intera Asi.a. Ari– stotele, ahbr.acciandolo, gli diss·e: - Acc.ontentati di innesta.re sulle inviolabili co– stumrrnz.e d-ei popoli asiatici lo spirito di libertà della Grecia. Si, not Latini, Anglosassoni, Levantini ed Occiden– lali di Europa,, vo gliamo se rbai--e la libertà delle no– stre costumanze e J.av or.ai 1 e per la nostra redenzione col genio. - cioè ,con le possibilità - della nostra storia e della nostra menta.Jità. Su questi fiori del vecchio ceppo europeo venga a posarsi il po11in.epos– sente e fecoI)datore della Rivolu..zione russa. Ne risul– t,cranno dei frutti, che avranno fa buccia russa, ma

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