Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920

362 CRITICASOCIALE cialismo: è il disegno di una società, le cui pre– messe troveranno la loro realiz.zazione nel consoli– darsi della società socialista: ma, ad ogni modo, l'anarchismo è sulla stessa linea del socialismo mar– xista .. Il I:iolscevismo - come io cercherò di dimo– strare - è una divel'sio,ne da quesia Jin,ea soci>ali– sta. Ad un certo punto, ess.o sconfina dal nostro regno ideale, torna a metodi e ad ideo-logie preso– cialiste, borghesi; e, sebbene mascheri la sua divea·– sione con paraventi mol,to ~Hlcesi, con ideo-logie mi– nacciose, e sventoli alla testa deHa sua marcia retro, grada baridiere molto fiammanti - la marci,a è re– trograda e J,e b.andi<ere sono ingann,atri,ci. La prova di questa nos•tra risoluba affermazione è, fra l'altro, in quei punti della Bibbia mo.scovita nei quali s'im– pegnano i socialis-ti e i lavoratori di tutto il mondo ad assumersi J,a impresa, e J.e relative resiponsabil-ità, della sollevazione dei popoli coloni,a,li conh'O le gran– di PoLcnze europoo, che le dominano, inquadrando il nazionalismo panislam.iUcp nella Terz.a Inter– nazion,ale. lddio solo sa se io abbia mai risp,armiato sarca– smi ed invettive ,all'imperialismo europeo, di qual- , siasi colore, ~i-aeS,SO inglese, francese, tedesco, belga, oJ.andese, · ed ho fatto più· voiLe fremere le ani– me equilibrate con le mie p<arole di .appassionata ed .auguraLe simpati,a, verso tutJ,i i ribelli - neri, gialli, o rossastri ,che siano - contro i p•redoni e gli :as– sia.ssinf della politica coloniale. Vi è di più: io ho avuto più volte occasione di affermare, nei miei' di-scorsi e nei miei scritti, che il sopravvenire dei popoli orientali alla ribalta della storia, il loTo in,oo– der.e. risoluto verso il consorzio dei popoli libeTi, nel sodalizio della civiltà umana, s-egnerà un ringio– vanimento del mondo, significherà la inclusione cli nuovi .artefici di ricchez1,e materiali e monali nella fucina internazionale, nella quale noi vediamo a.nti'. chi ma<rtelli batteTe sempre più fiaccamente sui de– stini umani, perchè le br.a.ccia che li impugnano sono diventaLe molto vecchie per il multisecolare la– voro. Ben vengi!no, i nuovi nostri fratelli, dalle spon– de del Gangc, -dal continente ner•o, dalle praterie ameri,cane, u rinsanguare le nostre v:ene, a rinvigo– rire H nostro lavo1•0,ad· alitare sulla no.stra vecchi,aia b loro giovinezw! D.a,ochè le grandi Pàtenze eui·o– pee, durante la guerra, ci hanno fatto sciabolare suHe pi.azoo di Parigi dai Senegalesi, ed hanno gettato ìe donne dei nostri territori.a.li ,aJ fronte nelle braccia degli Indiani, noi Europei non iabbi~mo più alcuna pr,egiudiziale disdegnos.a contro ·il ~ofore della loro pelle. Dopo tutto, i figli delle future « més(llliances » di razM verranno fuori soltanto un p,o' più pallidi o più bruni di noi, a seconda che ,col ro&eo della nostra p,elle si sarà impas,tato il giaJlo asiatico o il nero ,africano; ma sotto la p,elle -soorrerà del sangue umano meno a.nemico, e batterà un cuo,re propTia– mente umano, meno d-el nostro sbanco di amare ,e reso astenico dagli odii innumerevoli. Per affrettare queste nozze e qnesti f.austi e\'enli meticci noi siamo p,1•onli ..a fr.acassar,e tutte J.e bar– riere, a concedere tutti i diritti e tutte le libertà ai popoll coloni<ali, a spezzare le loro catene ed a -fab– bricare con ess·e rotaie, per tr.asportaTli più celere– mente in Euro.pa, ,a,ccanto aj nostri fooolari, nelle nostre ci-ltà e nei_ nostri campi. Ma non ci si do– mamdi cli f,are loro la predica naziooolist.a, di inse– gnar loro ad c-cli.aiieil cc c1,;1ncrist.iano )), il cc puzzo- BibliotecaGino Bianco lente europeo», in quanto il cristi>ano europeo fu ·ed è il lorn depredatore e il loro aguzzino; non ci si domandi di ésaltare in essi il fanatismo per i ver– setti del Corano e il disprezzo per I'Oocidente, per– chè noi amiamo &nche l'OccidenLe, e non soltanto I.-Oriente, e pe11chè non vorremmo istupidirci col Co– rano dei mussulmani, dopo avere abbattuto sotto k1 incredulità e lo. scherno il Corano dei cattolici. Sopratutto, non ci si domandi <li ri.conoscere tutte queste imprese per socialismo di zeoca, non si pre– tenda da noi di togliere J.a, tessera del Parti.lo Socia– lista - come ci si domanda da Mosca - a Filippo Tu,ra.Li, per co,nségnarl.a. .ad Enver. Pascià, o agli ,altri nuovissimi e straordin <a.rt tovarish mussulma– ni di Nicola Lenin. Questo è impossibile, questo oltrep.n,ssa le oolonn,e d 'EToole della no.stra buon.a vol-ontà, dell~ nostra sensibilità socialislia; e sopra~ tutto, è al di là o al di qua <lei soci,alismo, ma è certamenLe fuori del socialismo.· Anzi è contro il socialismo. · Il movimento di emancipazione dell'Islam è u1. ribellione della coscienza mussulmana, pTofonda– m,ente offesa dalla politica bestiale degli anglo-foon– cesi contro l'Impero Ottom,ano, ed obbedisce, .al– tresl, all'impulso di ideologie profondamente nazio– naliste. E l'urJ-o di dolore e di vendetita d<elÌ'iITe– dentismo religioso e politi-co del mondo coranico . Ora, se questo movimento .attingesse - oome io f.cr – vidamente gli augw•o - un oorona.m.ento vittori-oso, il massiccio imperialismo bril.anni,co e quello odioso e vanesio dei Franoosi andrebbero in frantumi; ma su queste macerie non svenl:olerebbe 'I.a. b.andiera rossa con la talee e il martéllo, ben.si quella verde del Pro,feta con la mezzaluna. Come ogni altro ri– scossa nazionale, nella .sfol'i.a, anche quella dell'I,sJ.am h,a un contenuto d'interessi e di ideologie borghesi e tend!e a realizzal'e nel trionfo della patria la costi– t_uzfon,s,di un regime oapitalisUco, di xenofobia eco– nomica e commerciale, in, cui, in sostanza, i con– gegni e i resulLati della produzione debbano .rima– nere i•n possesso del capitalismo nazionale, della• élite borghesizzata. Durante la guer11a, l'Intesa non ha insegnato agli Indiani, agli Egiziani, ai coloniali, in genere, solo l'eooollente uso delle mitragli,atrici e dielle tariks; ma altresl il maneggio del meocanism.o .industri.aie, fa– migliarizzandoli con i p-rodi~i dell'elettricità e della. chimica a.pplica.t.a al processo produttiv-o. E l'Islam non solo ·11,a imparato, ma ha sviluppato 1a p,assione di servirsi, per la sua liberazione, delle ,armi e· degli .strumenti, che fin qui servirono alla .sua oppressione e al suo sfruttamento. I Mussulmani hanno comp,rc– rn perfet.tamente -che essi potranno diventare liberi e possenti il giomo in cui .avranno ,realizzato il pie– no dominio dei mezzi di sfruttameruto, delle risorse naturali dei loro paesi, e che questa loro emanci– pazione economica ha pe'l' premessa la loro eman– cipazione poÌitica, !,a indipendenza nazionale dei loro doviziosi paesi. Naturalmente,• questa concezione positivista d·eHa lotia contro J,a oppressione impe– rialista dell'Europa è esclus.iva ai ceti elevati del– l'Islam, che l'Inghilterra e la Francia in questi ultimi venti a,nni chiamò ,a collaborare ool Governo colo– ni<aJ.e,nel qu'ale es,si fecero l'apprentissage del proce– dimento_ capiLa,Jistico e dell'ordin~mento amminist11a– tivo europeo. La, foUa dei fellah continua, sgra,niand.o le pallino d'ambra d,ei suoi rosari, a maledire il

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