Critica Sociale - Anno XXIII - n.13 - 1-15 luglio 1913

.CRITICA SOCIALE 201 abilità parlamentare, credette utile, per l'occasione, concentrare tutto quant-O il Governo in un solo Mini– stero e in un solo Mini-stro tecn,i,c,o,quello dei Lav-ori Pubblici, assistito, come di ragione, dal titolare del Tesoro. Miail tema era_tal-e che -spez:ooivanaturalmente le •chiostre di un dicastero. Pereiò io ebbi anche oc– casione di invoca-re, in quel giorno, che il G-overn-0si decidess-e a sciorinare alla Camera il -suo programma coLoniale, affinchè tutte le spese mili-t(!.ri,coloniali, fr.a cui l'impiego di quei cinquanta milioni, accordati fuori bilancio o senza bilanèi-0 all'-on. Bertolini per i lavòri in Libi-a, ,cominciassero a tr-0vare -un vero e proprio controllo, non soltanto contabile, da ·p,art-edel Parla– mento. Ma, dico il veTo, cotesto programma oolÒniale non· pensavo che d-ov,esse nè ,che potes,s,e veni-rei e-sposto, proprio alla vigilia del gi-omo, che i fati hanno pr-e~ scritto ali-a nostra separaz-ione. Invero c-otesto- pro– gr-.amma-sorpresia, come bene' lo definì -!'on. Treveis,. o ci arriva troppo· presto o troppp faord·i:· troppo pre-: sto p'ér ra bamèra'·hitura, ~on ·anoora évocata; troppo tardi pe-r questa Camera, -che ha un piede nella foss-a. Un progr.amma -in tanto ha un valore, in ·quanto· poss-a essere• èsaminato e dis-cuss-o. Oria; per quanto ,sia gran- . cle la •mia fede ,nella vostra bontà, essa non ·giunge a tal seg,no di ingenuità da farmi· cred-ere, che, se io, od altri, av-endo medi,t,ato il discors-o pronunciato ieri dal Min-istro delle Colonie, pensassimo di discuterlo sul serio, ,con la scrupo.losità e fa larghe-zza che es,so merita e ,che la materia imporrebbe, ci sarebbe con– sentito di farlo. È ben certo che, soltanto se io tentas-si di rivolgere all'on. · Bertolini una parte delle tante domande che il suo discorso• mi ha sugger-ite, nè la Carriera, che ha già pronte le valigie pei treni di ques,ta sera, t-01- lererebbe la litania ind,isoreta, de!J.e mie curi-osità, nè il Gov,e,r,nosar-ebbe disposto mèn-0-mauiente a sodd-i-i:;,– farle. S-i trincererebbe volentieri, suppongo, in quelle stesse ragioni mi·steriose, per le quali, ad esempiò, sul do-loroso incidente d·i Ettangi· stimò prud,ente sci– volare. E allora, a che quel .programma, che non possiamo nè,discutere, nè accoglier-e, nè ricusare? E o.ome può.· es-so illum.in0.re la nostra decis-ione intorno al diseg,no di legge?. In so-stanza non si tratta anche qui che di un,a abi– Jitù parlamentare. Ma H Govern-0, ·decisamente, vuole tr,oppe cose,. Il d-i-soonsodell'on. Bertolin-i intende· uni– ,camente ,a parare 1'-0biezi-one,che si sentiva nell'aria: « ci _domandate sempre nuove •centinaia di milioni, senza dirci come li impiegherete». Ecco ,infatti che, alla fine, i,l Governo -si è sbottonato; ci ha d0.to qual– che conto dei suo,i atti, ci ha indicate, come me-glio potè, le sue direttive ... Senonchè, non essend-0 mate– rialmente possibi-le (su di ciò nessun.o mi smentirà) discuter-e ora quegli atti e quelle direttive, l'obieziòne-, oserei di·re, non soltanto non è vinta, ma risorge più formidabile. Una cieca· fiducia -si può ancoro com– prendere fin che un programma, per ragioni diplo- , maliche, per supposte necessità miditairi o po1ibiche, resta del tutto -sconosciuto: è fiducia nel Governo e negli uomini.· Ma·, una volta sollevato un lembo del velame che oopriva il programma, la fiducia cieca non è più ammissibHe, daochè gli· occhi han ~omin– ciato a vedere; e allora, per deliberare, è pregiudi- . ziale neoessaria che si possa discutere e che si di– scuta di fatto! . Le Opposizioni.... che ci dovrebbero essere. Nè questa è la sola contradizi-0ne: insuperabile in cui i-1Mini-stero ha messo sè medesimo e la Camera, e per .cui la nostra opposizione è giu~tificata. Il Governo, ho detto, v-uole tToppe cose ad un tem– po, e fra loro troppo incompatibili. Col dis-egno di J.egg-eohe ci presenta, esso vuole, in -sostanza, potersi valere dell'arbitrio più illimitato e al tempo stes·so g-oder-e tutti i comodi di una. prev,entiva e illimitata leg.alizzazio·ne. Le due cose non camminano insieme; la contradizione ,non lo oons-ente. V'ha di più: il d·isegno di legge bussa a quattrini, a molti quattrini. Ogni richiesta di q-uattrini suppone un fabbisogn-0, precisato, almeno approssimativamen– te. Quèsto fabbisogno noi chiediamo invano e -al di– seg,no di legge e alla duplice su.a Re.J.azione. Poteva ,sop_p,eri,rvil discorso-programma. Ma, -cosa veramente singolare, neppure il discorso-programma, pur cosi vasto e minuzioso, tenta rispondere a così onesto d,e– s·iderio. E-sso non c;ontie-ne neppure una _cifra... « Non -lo può », mj sento osservare. Eppure !'-im– presa -001-oni.ale dura da quas,i due anni. E se, tutta– via,. non ancora può il Governo determimtTe alcun fabbisogno, perchè al.J.ora chi-ede-alle Camere, ancor menò informate ch'esso non sia, una sa·natoria preven– .tiva? Che valore può ques-ta avere, se è fondata sul- l'ignoto, sull'imprevedibiJe? · Or io penso che, in qµesta Camera, di fronte a tutte coteste questioni, che dunque non han nulla a che vedere col dilemma artificiale e semplicista: « o rima– ,nere o venir via», vi siano e vi .debbano- ess,ere p,ar,ec– •ohie correnti d'-0pin.ione. Vi sono quelli, che, come noi, non avrebbero voluto che si iniziasse l'impresa. Son-0 i più radicali d;egli opposi.tori, e costoro, poichè non riescirono a sven– tarla, cerchera;nno per lo meno di contenerne l'espan– sione nei confini< più angusti. Vi sono altri, che avrebbero- bensl consentito alla impr-e·sa,,a ,~te condizioni, m~ non n-e approvarono nè il modo nè il momento, e votarono con noi con– tro -il dec•reto di sovranità o di annessione, e saranno anch'essi oppositori, sebbene forse più temperati di noi. V,i sono altri, infine, che approvarono l'impresa toto corde, ma non con-sentono nei partiook1ri della azione del ·Governo, o politica, o diplomatica, o mi-· litare; o -che almeno non approvano, per ragioni tecniche, i -provvedimenti finanziarii che oggi ci sono pr-0posti. E questa terza corrente, come ognuno in– tuisce, può suddividersi in numerosi rigagnoli. Tutti -ricordiamo le riserve fatte un tempo dall'Op– pos-izione costituzionale, che, pur •non reputando pa– triottico, agli inizii della guerra, versare dell'acqua fredda sui n-ec-essari ootusia,smi, si ripromise per 0.l– tro di esporre,. a tempo e luogo, tutto il suo pensiero, di -s·ottomettere a una ,critica. rigorosa tutta l'azione coloniale, diplomatica, militare del Governo. Ma ieri .J'on. Son-nino e i suoi amici rimasero com– pletamente silenziosi; e !'on. F-era, interprete non so se di tutti o p,arte i -ra,dicali, da uno dei banchi di questo settore, diceva che anche i modi dell'im– presa debbono lasciarsi al completo arbitrio del· Go- . verno; teoria non s-o quanto democratica, ma dalla quale, se non erro, deriverebbe quello stesso che noi, move!)do da alllre premesse, sosteniamo: facoia il Go– .verno ciò che deve; non chieda però al Pari-amento sanator.ie preventive.

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