Critica Sociale - Anno XXIII - n.13 - 1-15 luglio 1913

208 CRITICA SOCIALE chè non vi coneorrono solo fattori economici, mia an– che fattori morali. Nel presentare alla classe il nostro giornaletto di battaglia e di propaganda, ci siamo bene definiti. « Spinger-e la classe dei piccoli proprietari - eosì « ci esprimemm-0 - al-la ribalta della vita. ,pubblica; <e liberarla dal.Ja. tutel•a dei partiti, del prete, del si– « gnorotto; istruiTla nel fare da sè, nell'amministrare <e da sè, ,coi proprii uomini, i proprii interessi; e.m– cc maestrarl,a Qel ,sapiente uso della mutualità e della cc coo1}erazione agrari,a; persuaderla ehe .!'istruzione è cc il fondamento di ogni miglioramento economico e « mm·ale: ec,co il programma deHa <e Associazione Pie– cc ,coli Propr,i-elari )), ,ecco il no-str-0 programma. « Non d-omande·r,emo·f.avori, non chie•de11emopr,ote– <c zioni fiscali ai danni della ,collettività, ma esig,ere– <c mo -che sia résa ::t-llanostra classe quella giµstizia <e che _invano- ci si promette <la ,cinquant'anni. « Giustizia .legislativa sopratutto, per -una riforma cc fiscale, che metla i Comuni rurali in condizione di cc ri-spondere a•J.lenuov,e esigenze della vita; riforma cc scolastica, che dia 'ai nostri figli la possibilità di cc istruirsi tanto quanto i figli degli operai; riforma cc tributaria, che colpis-oo il contadino ne.J r-eddito e cc non nel necessario a vivere, e, sopratutto, -orga– « nizzazi,one di ogni sorta, perchè chi non si aiuta « non è aiutato». In questa vigilia di -elezioni a suffragio allargato, mentre da -ogni parte sorgono a mille ,a mi!J.e i nuovi amici dei piccoli, collivato-ri e si dimostrano tanto più fervorosi, qùanto sono più nuovi, sarà bene ehe noi, che per i primi abbiamo affrontata la questione quan– do il suffragio universale era ancora nel ,campo <leHe utopie, ei si spieghi mo.Jto chi,aramente, per non ,con– fonde!'ci ,con la torma dei postulanti la medaglietta. E questo farò anche ne·i prossimi numeri, se il no– stro ottimo direttore ,e lo spazio me ne daranno li– cenza. Do,tt. GIULIO PUGLIESE. UN COLPO DI FULMINE! La morte di GIOVANNI MONTEMARTINI. L'altra ·notte, proprio nell'ora che qui, scrivendo l'articolo di fondo, evocavamo con un pensiero d'af– fetto, ricordando i risuscitati e rinnovati Annuari Stàtistici, il nome e l'imagine dell'amico valoroso, del fervido compagno di lavoro e di parte - in quel– l'ora medesima, la tragica ironia del destino si ab– batteva sopra il suo capo. GIOYA.NNIMONTEl\lA.RTINI cadeva, come per– cosso da folgore. Cadeva, nella massima aula capi– tolina, mentre, dal suo semplice scanno di consi– gliere - cui aveva fatto ritorno per serbare intera la fede alla unità e alla saldezza del suo, del nostro Partilo - stava per conchiudere una nuova vigorosa difesa dell'opera di rinnovamenlo della. capitale, alla quale, Assessore - fra tante ostilità interessate e, più dolor_oso ttl suo cuore, tanto scetticismo di amici -- aveva consacralo, negli ultimi anni, con successo ormai da tutti confessato, così gran parte della sua operosità inesauribile, del suo sempre giovanile en– tusias,:no. Cadeva, prode dei prodi, ·sulla breccia dischiusa e custodita dal suo valore, squassando. alta . fo bandiera della nostra fede, che. repente si ripie– ' gava su lui, In carezzava ,e ricopriva caduto. Non credemmo. Quel foglio era in equivoco. !Von poteva essere .... Non era .... Non si cade, no, fui- · minati, quando si è così ritti, così saldi, così sobrii, così sereni - quando non si è mai barcollato, non si è mai dubitalo di se stessi e cl~ll'avvenire - quando il nemico è .già in rotta e la vittoria sorride - quando l'opera; che amammo, ancora ci chiama a gran voce, che vuol essere proseguita, protetta, compiuta da noi. A 46 anni, pieni e circondati d'af– fetto, non si cade, senia un motivo, così. ... Amici, amici, anche allora, anche allora si cade! Quanto più si è salcl'i, si è /Mli, si è buoni, si è lieti ... Queste sfide lancia la sorte; sa queste bestemmie la vita; la folgore, che [lagella i culmini, ha di queste wperbie scellerate e selvagge! Non lo riavremo mai più! Questo, in varia mi– sura, è cli qualu.nque si parte dalla nostra vita. Ma, sopratutto, è di lui. !-litri, che son pianti, somiglia– rono a qualcuno, han qualcuno che li somiglia, che ti· rievoca, che li' continu~. Tutto, quel ch'egli era, è morto con la sua morte. Omnis moriar - potea tlire cadendo. Tanta vigoria insieme e dolcezza, tan– ta prudenza e candore, tanta azione e tantQ ideale, tanto sogno e tanta realità, e fusione cli severità e di passione, cli indulgenza spontanea e cli calcolato ri– gore, e gaiezza cli fanciullo e senso clel dovere ci– vile, e incuran:a e oblìo cli.se stesso nell'amore delle cose, della vita e degli u.omini, e saldezza di carat– tere che non posa e non pesci, •e nobiltà che s'ignora - questo intreccio,. questo contra..~to, questo assur– do, questo miracolo, se è svanito, chi ce lo rende? Dove, come rivivrebbe? Nella casa, che f i; nido d'ogni gentilezza, piango– no i.ma donna ed un bimbo -_ i suo_i grandissimi amori - che il brivido dell'irreparabile, a tratti, fa trasalire ... Ma più lunge, nel palazzo stemmato dél MiTJ.istero, clov'egli primo recava, con la fronte eretta e l'animò intero del funzionario-cittadino, oome un pi·esagio vivente cli rinnovamento civile, e le voci lo seguivano, e ,il singhiozzo e le indomite speranze e le [ierezze reè1entrici delle pallide plebi, alle quali sopratutto questo morto è mancalo - e ne hanno la gramaglia nel cuore -; anche nel palazzo stem– mato, corre per gli androni un gran brivido, sembra si sia fatto un gran vuoto - e sia morto ben altro che un uomo;. qualchecosa sia morto, che la nazione sapeva, che la· nazione voleva, che lo Stato le vor– rebbe ridare - e cercherà in ogni dove, e non ri– troverà. No: cli quest'opera sua, di quel ch'egli significò nella vita nazionale, non oggi l'animo ci basta a discorrere. Ne diremo, quando sia disperso questo· inerte stupore, che ci agghiada dentro il pensiero. Oggi non son altro che lagrime ... f. t. RIGAMON1;I GIUSEPPE, gerente responsabile. ?,lllano, 11/7 !9CS - Cooperativa Tlpografla Operai • Via Spartaco, e:

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