Critica Sociale - Anno XXIII - n.13 - 1-15 luglio 1913

Critica S.ociale RIVIST.11 QUIN:JJ/CIN.IILE D.E'.L SOCI.RLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia a'll'Ufflcio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria, 23 AnnoXXIII - N. 13 Non si vende a numeri sevarati Milano, 1°-15 luglio 1913 SOMMARIO Politica ed Attualità. B!la11cl falsi .... (LA CRITICA SOCIALE). Come st p,•,swta la lotta ad Ostlglltt, Il (Prof. GIOVANNI ZIBORDJ). Poi.emica ,.,cessarla (No,). Come si clllt<se la XXIII legtslatu,-a: L'abdicazione del Pm·1a111et1to (FILIPPO TURATI), Studi economici e soclologlcl. I pl'OblPmt della piccola prop,•i,tà, I. Il " bene di f"mtglla " (Dottor GIULIO PUGLIESE), Filosofia, letteratura e Fatti sociali. Uti col.po di f11tmt11el La morte di Giovanni lUontemartlnl (f. t.), BILANCI FALSI. ... Gia nella penultima Critica, Claudio Treves, illustrando brillantemente il " cul di sacco ,, nel quale si è andata a ficcare, per la guerra, la fi– nanza italiana, " giova - scriveva - che la Fi– nanza e il Tesoro dello Stato siano più astrusi della cabala araba. Così possono avere ugualmente ragione l'on. Tedesco a vantare 100 milioni di avanzo sul bilanci.o 1911-12 e"l'on. Wollemborg a contare 58 milioni di de(ìcit ,,. Claudio Treves,. pure schierandosi assai visibilmente con l'onorevole vVollemborg, faceva la parte troppo bella all'on. Te– desco. Il Wollemborg infatti, nel suo mirabile discorso del 22 ultimo aprile sul bilancio del Te– 'soro - discorso che fu il più forte documento finanziario prodotto dalla morente legislatura (è quindi giusto che, come prevedeva lo stesso Wol– lemborg, gli elettori si preparino a lasciare a terra l'autore, per mettere al suo posto in Parlamento qualche boriosa nullità clericale!) - non sosti– tuiva al preteso avanzo di 100 milioni dell'aritme– tica-opinione del Ministro del Tesoro 58 soli mi– lioni di deficit, bensì.. .. un poco più di 300! E la dimostrazione, a base di cifre, di documenti, di prove e di riprove concordanti, fu così esauriente, che l'on. Tedesco, pur dandosi l'aria di sorridere delle ·esagerazioni. pessimiste del' suo critico (" Fin– chè Ella resta Ministro, può anche trovare chi le dia ragione,, - gli aveva già osservato arguta– mente il Wollemborg, rimbeccando una interru– zione), si guardò bene, et poui· caitse, dal tentare di confu~arne le precise constatazioni (1). Vi è dunque, fra le formali affermazioni del Mi– nistro e le dimostrazioni rimaste inconcusse del- (1) Ai 58 milioni (lasciamo I rotti) ricordati dal Treves, l'on. Woi– lemborg aggiungeva: 182 milioni di spese di guerra, prelevati du– rante l'eeerclalo 1911-lZ(In eccedenza &i 152milioni e '/, figuranti In bllanolol, e 62 milioni anticipati, nello stesso periodo, dal Tesoro al Ministeri della guerra, della marina e del lavori pubbllol: gli uni e gli altri, bencbè apesl e arclspesl, non figureranno che nt!I bilanci futuri I Il totale ascende, come r_iolammo,a so2 milioni. l'on. Wollemborg, una differenza complessiva di ben 400 milioni. Ma or ecco, per chi _dubitasse della esattezza dei calcoli del deputato yer Cittadella, una con– ferma indiretta che vale anche a fornire alcune spiegazioni. Proprio in questi giorni ci giunge la IV annata del consueto Annuai•io della vita commerciale, industriale, agraria, bancaria, finanziaria e della politica ~conomica: L'Italia economica nel 1912, del nostro amico e troppo raro collaboratoré pro– fessor Riccardo Bachi (1): una pubblicazione di. altissimo valore, ogni anno più ricca e meglio organizzata, e che raccomandiamo di gran cuore, anche pel sùo prezzo inverosimilmente tenue, ai nostri lettori, come quella che, insieme agli An– nuarii statistici risuscitati dal valoroso Monte– martini, basta a fornire sui più svariati. argomenti economici le notizie più preziose e più sicure che si possano desiderare. Il Bachi - scrupolosissimo indagatore di fatti, apprezzato funzionario alle di– pendenze del Ministero del Commercio, e comple– tamente estraneo alla politica militante - non può· certo essere sospetto di preconcetti politici. che gli offuschino la visione ·del vero. Del resto, come si vedrà dalla pagina che stiamo per stralciare, la sua critica, nonchè essere obiettiva, si dimo– stra così benevola, che lo spinge non soltanto a scusare, ma financo quasi ad encomiare (e qui ci sembra davvero eh' egli corra un po' troppo!) la politica finanziaria del Ministero. Trascriviamo dal capitolo XI della 2a parte del volume: In altri capitoli del presente Annuario sono stati presentati gli elementi intorno alla direttiva seguita dallo Stat-o JMr la « finanza della guerra», per fron– teggiare J.a fortissima spes-a - tanto superiore a ogni previsione - della impresa libi-ca senza ricorrere alla riapertura del « gran libro del debito pubbl~co ». Data la situazione del mercato finanziario e data anche la situazione politica internazional•e durante alcune fasi della guerra; specialmente di fronte al mercato fran– cese, è stata -senza dubbio opera saggia e fortunata (??) _(alla quale spetta merito non piccolo• per l'esito della impr-esa libi-ca) quella ohe ha consentito di sostenere le spese e renderne meno evidenti gli effetti, sia me– diante i mezzi di tesoreria anteriormente accumulati,· sia mediante l'apertura dei « pi,ccoli libri» del debito pubblico, sia ancora mediante espedienti varii e in– nova:ioni palesi od occulte (sic) nella contabilità cli Stato, così da mantenere un apparente pareggio con– tabile nel bilancio: larghi movimenti di entrate e spese · rimangono, inyece, a .questo estranei attraverso una serie di « fondi speciali », contrariamente alla buona norma della unicità e generalità della gestione. In altri capitoli sono state ricordate le emissioni di « buoni del Tesoro», l'utilizzazione, ad aumento delle dis-ponibilità di cassa, di parte delle risene (I) s. La111,Città di Castello, 1913 - o presso l'Autore, Roma, via delle Isole, 27 (oltre soo pagine grandi: L. 4).

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