Critica Sociale - Anno XIX - n. 3 - 1 febbraio 1909

46 CRITICA SOCIALE clameranno che qneste souo questioni borghesi, e lasceranno che il loro Go\·erno faccia il comorlaccio suo, e, solo 'lllando noi saremo costretti dalla in– varleuza rlell'Anstria ad affermare la necessità che il nostro Governo clifeuda i nostri iuteressi balca– nici, si sveg·lierauno per r\mµrovera.rci il nostro nazionalismo, e gridare: " E giuuta l'ora dell'.Lu– terna:t.ionale 11 ? E hisogua pnr troµpo andare aucori:i. più in là. Gli Stati co:-:i detti civili, approfit.t,ando delle cou– dizioui interne disgra:1,iate della rl'urchia, e iutri– ganrlo e corrompenrlo e minacciando i governanti della vecchia mouarchia dispotica, si sono procu– rato a poco a poco nei territori della .1\[e:,r,zaltrna un cumulo <li privilegi svariatissimi (protezione dei cristiani 1 concessioni ferroviarie, controlli dogauali, uffici postali, ca,pitolazioni gitvliziarie e scolasti– che, ecc.), i 1 q11ali sono altretta11ti strumenti politici di monopoli i ecouomici 1 e iuterrompono la sovranità dello Stato ottomflno 1 e 4·1i reuòouo l'esistenza. più. <lifficile che mai. L~ .trasforrnazioue costituzionale della 'l'un:hia ha sconvolto (lel tutto il vecchio orrline di cose. Se il reh·ime costituzionale si consoli<la, il nuovo Governo affermerà ben presto il suo diritto inrliscutibile ad esercita,re, senza costrir.ioni e con– trolli ulteriori, la sua. sovranità e a gestire a rnorlo suo tutti i suoi affari. Il problema non sarà pre– sentato probaliilmente in forma. a,prioristica e siste• matica: la diplomi-1zia certe sciocchezze non le con1mett€'rà ma.i; ma, via via che il nnovo regime si consoliderà e avrà quattrini, rivendicherà per sè ont le scuole, ora le poste, ora una linea ferro• viaria., ora.un 'altra. In quest'opera di restaurazione ìnterua òella 'l 1 11rchia, chi avrà nel passato accu– mulato più privi]egl avrà più da scapitare: : no<li verranno al pettine. Ora, le più privilegiate, spe– cialmente in fatto di concessioni ferroviarie, si trovano a.cl essere iu questo momento l' A nstria e la Germania. Le meno privilegiate sono la },rancia, l'Iughilt~na, la Russia e.... uoi. Erl ecco l'eterno dissidio che riappare. }~eco puchè l'[ughilterra SO· stiene - se pure non gli ha dato auche i mezzi per vincere - il partito costit.nzionale turco, e la Francia, la Rnssia e noi abbiamo interesse a fare altrettanto, lietissimi che il uostro interesse coin• cicla cou le nonne rlella ecp1ità e rlel diritto inter• nazionale; e, viceversa. la Germania e l'Anstria 1 no– nos~.anle lo i. rrandi rlichianizioui cli simpatia per la Giovane Turchia, ma~licano amaro. Non ci sarà nulla di strano, per esempio, se un bel giorno il Parlame1Jto turco dichiarerà. di volere togliere alla Banca tedesca di Costantinopoli la concessione della ferrovia (li Bagrlad (che minaccia terribil– mente la Russia e l'JnghiÌtena ed ha un peso enorme nell'attuale scficchiera diplomatica) e deli– bererà di costruire la ferrcJvia a spese dello Stato turco, merlifrnte un pre~tito offerto gt,ntilmente dal1 1 lnghilterra e dalla ]'rancia. E, quando il Go– verno turco si dichiarasse disposto ad indennizzare la Ba,ica tedesca,, delle spese fatte, nella misura stabilita, per esempio, da un arbitrnto 1 nessuno avrebbe nulla da <lire su una cosa così giusta e così chiara; la Germania ne sarebbe danne~!.{iata, ma tanto peggio per lei: quando i nodi veng-ono al pettiue, occorre bene che qmdche cosa vada spezzato. Ora. 1 in tutte le vertenze, che si' miuac– ciauo, riuale posizione Rssumerarn10 i socialisti del• l'Austria? Intervernt11uo volta per volta a ten1J)0 nelle dispute, esigendo che il loro Govel'Uo agisca secondo equità. e_secondo la logica socialista, anche se dall'abbandono di vecchi illegittimi privilegi dovesse essere clauuegg-ìato? Oppure proclameranno che queste sono questioni borghesi, e lasceranno che il loro Governo faccia senza tanti scrupoli i suoi affari: E', solo quanflO il loro Governo si tro• verà alle strette con quelli ili altri paesi, si faranno avanti a gridare ai sod11listi dì questi paesi: u. È o·inuta l'ora. dell'Internaziouale 11 ? i-.. A queste <lomande precise io amerei assai che l'amico Vivante con la sua intell1gen:-:a Jucida e onest,a. ed eqnili 1 brata., desse risposte precise. Egli non è che un nomo solo, come me. Ma, se riesc1s– si1no a metterci d'accordo- noi rlue, san:•mmo già ...-. i11 due: e il primo nucleo di 11ua buoua inte:-:-a italo-austriaca si ~arebbe trovato. Eppoi egli po– trebbe indurre a rispondere tut,ti i suda.listi trie– stini. E questi potrebbero indurre a rispon<lere il dott. Adler e tutti i socialisti dell'Austria. E il problema, che interessa non le sole Austria e Italia, ffla tutti gli Stati cl'Europa - perchè tutti sono impeg:nati iu Oriente - meriterebbe di essere di– scusso, nella forma brutale e concreta da me pro– posta, in un Cong-resso socialista internazionale. Nel quale 1 sebbene io Il.ODabbia nessuna veste ufficiale per assumere impegni - io non sono che 1111 a; qualn11rp1e, anzi un trex - credo che non sia da mettere in rluLbio il seuso della risposta <lei socia.listi italiani. La quale risposta - badiamo bene - non avrebbe solo la fortuna di veder coincidere l'interesse uostro con le esigeDze lo– giche <lelFideale nostro· e degli altri i avrebbe anche il merito - e possiamo dirlo a. fronte alta - di essere sussidiata rla tutta la nostra opera passata. Noi uou abbiamo mai mancato di prote– stare contro le iniziative coloniali delle nostre classi dirigenti. NP un iv::mw, nè im soldo: disse Andrea Costa quando la Camera italiaua iuiziò 11;-rvveutura eritrea. Nei giorni di Adua uoi com• pimmo un vero e proprio moto insurrezionale contro·la continuazione dell1impres.i.. In noi il JlO· stro Governo ha incontra.to una opposi:t;ìOne riso– luta e paralizzante, n1entre macchinava di occupar Il\ Tripolitania. Il nostro Governo troverebbe cer– tamente in noi nemici accrmiti se sognasse di occupar l'Albania. Nessun part:.ito sociali'sta del mondo ha nel suo breve passato tante pagiue di sano e sincero erl ef{irace internazioualismo, quante noi ne abbiamo. li Partito socialista dell'Austria poteva scriverla ora una pagina gloriosa, rlinanzi a questa, che è stata la prima clamorosa iniziativa depredatrice del suo Governo, dopo che nel!a vita pubblica dei suoi paesi esso si è vigorosamente affermato. Non l'ha scritta. E ne è nato un dissidio fra noi e lui. Ma di questo dissidio non nostra è la colpa. La causa di esso ~i deve cernare nella situazio,10 coutracldittoria. in cui i socialisti dell 1 AnstriaEli sono trovati e contiuneranuo a trovarsi. Nella, Bosnia e nell'Erzegoviua - io scrivevo rlue mesi fa - la borghesia austriaca ha nn ottin10 sbocco ai suoi prndotLi, e vi ha impegnati forLi cfl.pitali, e ne ricava ad ottime condizioni materie prime per le sue industrie; e perciò ha interesse act eliminare ogni equivoco e(l ogni incertezza nella situazione giuridica e dogAnale di quelle regioni j e cou la borghesia anstriaca è cointeressato il proletariato austriaco, che soffrirebbe auch'esso da un distacco politico cti quella provincia, con con-;egnente ele– vamento di una barriera doganale e nuovo orien• tamento del sistema ferroviario; e " perciò - finivo - è naturale che i socialisti austriaci approvino - salvo qnalche riserva formale e (li convenien~a - il loro Governo,,. - L'amico Vi van te ha ripro• dotto in corsivo 1nesto passo òel mio articolo, hA.messo in gras:::ett,o corpo dieci ftnel è naturale~ ed ha esclamato: " Lo riconosci anche t11 1 dunque, che noi abbiamo agito nel1 1 interesse del nostro proletariato, cio~ da socia,listi? n· Ma io spero ohe

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