Critica Sociale - Anno XIX - n. 3 - 1 febbraio 1909

Critica Sociale f?IVIST .Il QUJNf)JC/N./lLE DEL SOCI./lUSMO N81 Regno: Anno L. 8 - Semesh-e L. 4 - All'Estero: Anno L. :10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XIX - N. 3 ltlàn si vende a nuine1•i separati. Milano, 1 ° febbraio 1909 SOMMARIO Politica ed Attualità. La pU1ft(lfOrma (LA CRITICA SOCI.I.LI ::). Jt 1wo/;lbl!(I dti, p,·obltmt (Dott. GIULIO C,1.S,\Ll:,il e XOJJ. Ciò che ò!SO(ll!a pr,pM'Ol't {AMll,CARI<: STORCIII). Ollgw·c11u, e democrazl(I 11ell'o,·ganizzazlo11e ope,·aJa (Pror. FAUSTO PAGLIAl:U), Studi economici e sociologici. ln'tdt11Usmo, q11estio11t b<llcaulw e 111te1·110:1-0110Usmo: rCJ)llca .nl dott. Augelo vi,·antc, III (llne) ( x.rx) . Xè relicenz,,, ,iè scherno: a propo!Jlfo di un regno clrn uon c'è (AN– GI01.o LANZA). Per J. quoHdlaut del Partito(!. t.i. LA PIATTAFORMA Uome sì pone oggi il problema elettorale in Italia per i socialisti? Un amico nostro carissimo, discutendone, giorni fa, nella Sezione milanese <lei µartito, avvertiva che, in qiwsto niomento, nessuna questione imme– diata e salieute differenzia notevolmente il parUto socialista <fagli altri partiti di democrazia. Non lf' spese militari, le quali - ripudiata da uoi, e non da oggi, ogni forma <li herveismo - possono <iar luogo a 1livergenze di misura e di mocio, più che di principio assoluto; tanto più <li froute alle cre– scenti minacciose complicazioni della politica estera e all'attegq;iamento dell'Austria a nostro rigt1ardo; non - e per questa stessa ragione - la politica estera, nella quale pure sono divergenze di opi– nione, ma non tali che caratterizzino e distinguano nettamente i partiti: e noi vorremmo aggiungere che su di essa, ad ogni modo, una coscienza pro– Jetaria unica e matura (alla quale <lovremmo tutti lavorare) non può ,iirsi ancora completamente for– mata. Nella politica interna, le questioni essenziali di libertà sono, si può dire 1 superate: noi porte– remo sol tanto una maggiore accentuazione nel vo• lerJa riconosciuta e rispettatn. sempre, e abbiamo anche per ciò inalberata la bandiera dell'amnistifl.., che squasseremo fortemente finchè le arrida il trionfo; ma la stessa amnistia non pare contra– stata vivamente neppure dai partiti conservatori e, se sorge un'opposizione temibile, è soltanto dai sindacalisti rivoluzionarì ed anarchici, che o la respingono srlegnosi per motivi teorici, o fauno il possibile per mandarla in malora, danclo, o lascianllo che sia dato, tristo spettacolo <li teppismo e di ol– traggio alla libertà nei Comizi indetti per ottenerla, come avvenne ieri a Milano. Quanto alle rifot·me importanti - tributarie, scolastiche, sociali - le con<lizioni del bilancio non sembra che consentano per ora troppe lusinghe; il disastro calabro-siculo, colle :Sue ripercussioni economiche, ne ha ancora allontanato la eflettuazioue possibile. E, se esso ha posto in luce deficienze e disordini nei cougeg_ui dello ~tato che reclamauo energiche misure risa– natrici, anche qui nè la diagnosi, nè la terapia potranno essere nostro monopolio. All'infuori, dunque, di quella che potrebbe chia• marsi: ' 1 l'ordinaria ammiuh:;trazioue,, del partito e del Grupµo parlameutare, poco margine rimane oggi per uniopera legislativa, nella quale il socialismo µossa recare - con effetto pratico di lotta sentita, preparatrice di trionfi, sia pure non imme<liati - un suo proprio puuto di vista. E allora, non VO· !endo il 1.1artito venire riassorbito nella vasta ma– t1jce della democrazia inilifferem:iata., non gli rimar– rebbe che questo: ritornare all'antico; riprendere la !rrande critica degli ordinamenti borghesi; ma– tnrare i propr'ì destini colla propaganda gfl:nerica a lontana scadenza, e, sia pure, un pochino evan– gelica e primitiva. Questo - tradotto forse in istile alquanto libero - il pensiero dell'amico cui alludiamo; al quale qualcun altro subito oppose un concetto diame– t,ralmeute e violentemente antitetico: che, cioè, al contrario 1 l'occasioue si presenta eccezionalmente favorevole alle nostre specifiche affermazioni di parte. Vazione elettorale di uu partito <leVetrarre alimento dalle contiugenze del momento; e il rli– sastro tellurico, che i.iareva al primo ora"tore aYe1· quasi indetta uua. tregua <li Dio nelle competizioni dei partiti, al contrario, <lenudando la profouda impotenza e il disastro latente e permanente che si annida negli orcliuamenti del presente Stato bor– g-hese italiano, ci offre il modo e ci impune il do– vere di sciorinare tutto ciò che è più essenziale nei nostri programmi 1 i quali terniono a.ppnnto alla rinnova:,,,ione radicale e profouda dello Stato. Le elezioni, per conto nostro, si dovrebbero !"arecontro il terremoto governativo, che aggravò così sco11- ciamente le conseguenze <li quello clella natura. Nella assemblea milanese il dibattito si arrestò a questo punto, salvo essere presto ripreso. Noi, che djsseotiamo profondamente da entrambi gli oratori 1 portiamo la rliscllssione su queste colonne, parendoci essa importante e non prorogabile; sep• pure non si voglia abbandonare l'azione clel par• tito, nei Comizi ormai imminenti 1 all'anarchia <li tutte le opinioni e propensioni individuali e locali - che souo troppo spesso 1 come ben a.vverte, qualche pagina più iu là 1 Amilcare Storchi, sug– g·estione di interessi che poco hanno da faro col– l'interesse del partito. ,. ❖I- * Noi dissentia.mo, anzitutto: dal se,!onrlo oratore. Il problema dei congegni tecnici e amministrativl dello Stato certamente è gravissimo, e noi espri– miamo più luugi il nostro concetto al riguardo, che è concetto nntico e cento volte ripetuto anche in queste colonne. Ma il disordine e la paralisi latente nel congegni dello Stato non sono il fatto (li un Ministero o d'un breve perioclo politico, si connP.ttono a un cumulo di motivi radicati nella -vita nazionale, e nessuno possiede la ricetta per __ (

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