Critica Sociale - Anno XIX - n. 3 - 1 febbraio 1909

CRITICA SOCIALE 45 poli vivono anche di onore. E questo noi lo si\.p· p1amo. Certo, compiere il nostro doyere di socialisti e insieme di italiani non ci è facile. Noi cammiuiamo l'rll. i carboni ardenti: dobbiamo protestare contro l'Austria, st.accancloci dagli irre,lentisti; chiedei-e 111ll\ politica piti diguitosa al not1tro Governo, rea– gendo contro i milltarisU; assalire di fronte i ne– mici e difenderci alle spalle e a i fianchi dagli. ... amici. E, se dovessimo afferma.r e che la massa del Partito abbia sempre o o vunque compreso nei giorni passati la linea di condotta rin. seguire, di– remmo una bug-ia che ci ren lerebbe indeg-ni della stima nostra e del rispetto altrui. 111molti luoghi la cla~se operaia, invece di int.erveuire energica– mente a protesta.re contro l'Austriu. e contro il (ìo. ,•eruo italiano e a far passare ill seconda linea l'ir– redentismo parulaio 1 se ne è stata sospettosa a guardare ed ha lasciato il campo libero proprio ng-li irredentisti. Altrove gli agenti, che la Masso– neria ha sparsi in questi due ult.imi anni nel Par– tito socialista, hanno provato a tra'lcina.rci per una via che non era nostra. Ma nel1 1 im1ieme - e il merito è dell' At:anli-' e dei socialisti milanesi, che han dato il la - non abbiamo motivo cli lamen– tnrci del morlo come le cose sono andate. E, se i com1>agni di 'l'rìeste fossero stati nei giorni tra– scorsi in Italia, e avessero visto coi loro occhi come stavano le cose 1 io uou dubito che essi rico– noscerebbero come la nostra partecipazione ai moti di protesta. antig-overnativa e antiaustriaca, se ha prodotto qualche inevitabile inconveniente, ha evitato anche moltissimi mali. E meglio ancora avremmo potuto sviluppare la nostra tattica, se fossimo stati bene seconrlati dai socialisti dell'Au– stna, il cui soccorso è stato no po' come il soc– corso di Pisa. Leg-gano gli amici, che vivono al di là del confine 1 i nostri gioruali irre lentisti; seguano la campagna che \'a faceurlo 'mila. Uagione l'on. Bar– zilai; ossen·ino il compiacimento con cui è notato ogni sintomo tl'intliCferenza o cli ostilità da parte dei socialisti austriaci verso di noi per documen– tare che noi siamo in errore spera.udo una loro seria cooperazione al nostro prog-ramma di pace - (li{Jnilosa - con l'AuStria; si domandino per qual motivo la Ragione abbia soppresso del tutto la dichiarazione <li Bissolati alla. Camera.; si ricor– dino ciel pro\'erbio arabo, secondo cui, nei casi òubb:, è bene chieilere consiglio al proprio nemico: e agiscano in conseguenza, cercando cli rendere il nostro c6mpito meno aspro. . .. Ma abbanrlouiamo o gni recriminazione sul pas– sato e guanliamo a.ll' a\'veuire. Nel quale molte nubi si accumulano, e grandi difficoltà abbiamo da superare. J>arlanrio del boicottaggio delle merci austriache in Oriente, il Lauo1·ato1·e del 17 ot.tobre faceva queste nssennatissime osservazioui, nou molto .... internazionali : « Noi d1,1bbiamocoosiderare lo stretto nesso che unisce, iu tanto contingente della vita, le cla'!'!i capitalistiche col proletariato. Questo esempio e sugge!llivo ed elo– 'J:uente. I danni R0fft!rtidalle case commerciali triestine vengono a colpire anche il pro!etariato. Se il boicot– tnggio dovesse prendere piede o gliadagnare in esten– aiono: se i piroscafi austriaci non potessero liberamente solcare i mari d'Oriente ed esportare ed importare mercij so le orJiuuioni, che passavano pel tramite delle nostre grandi case di commercio, dov~~ero prendere uu'aUra strada; sf', infine, i prodotti austriaci 11011 si po• tessero più agev:olmente esitare, per cause artificiose. d'indole strettamente politica; C evidente che la rovina colpirebbe non !-Olo i celi industriali e commerciali, ma beuanco - e con effetti ben nltrimenti disaò(trosi - le classi lavoratrici ~ tanta. mano cPopera che ce,.Na d'essere richie:<ta, e tanto lavoro eh~ è rifiutalo; lluin<li aumento di disoccupati, concorrenza nei rami ancora attivi, rinvilio dei salari, e cosi crisi, mh1eria, rovina per tutti. [I proletariato può dunque trovarsi d'accordo con le rappresentanze dei ceti commerciali nel cercare rimedi atti ari ovviare alle consogueoze di tanti ma– la.uni.., E, nei numeri successivi, ha fatto una. giusta e vig-orosa. campa~'lla. contro i commercianti trie– stini. più o meno irrerlentisti, rhe invocano prov– ve1limeuti contro il boicottaggio senza pronun– ciarsi sulla politica di quel Governo che dovrebbe proteggerli, u ,crlegnando, per uu ultimo re1iduo di pudore nazio– ziooali::ita, d'aver contatti aperti e palesi col Governo; ma poi sottomaoo doma11rla.11tloal Governo stesso gli aiuti e la solidarit'là richiesta d11lloro toruacooto: con– tegoo reticente, contraddittorio, ioo;iucero, che nuoce alla serietà dei commerciaoti, e agli interessi economici del paelie, e quindi anche alle stes~a oln,se lavoratrice. » (18 nov.). Ora, nuche la borghesia e il proletariato italiano hauuo l'interesse comune di non essere nella pe– nisola balcanica boicottati pennunentemeute .... dal– l'Austria. L'Italia non deve pretendere in Oriente privilegi per sè; ma non deve conseutire che ne abbiano g·li altri. E perciò deve assolutamente im– pedire ogui ulteriore espA.nsione dell'Austria o di qnalurlf1ue altro :-:;tato nella penisola balcanica. Non si tratta - badiamo l>eue - di escludel'e l'Austria dal commercio orientale a vantag~io di altri: si tratta solo •li imperlir le che essa si crei 1 con una pressione politica e milita.re, contlizioni artificiali rli monopolio: si tratta. di porla in con– dizione cli libern, concorrenza nl pari ili tutti gli altri Stati. In questo momento di crisi internazio- 11ale1il ricouoscimento del diritto, che hanuo la Serbia e il Monteneg-ro a svincolart'li dalla pressione economica e politica. dell'A m1tria e a. riunir~i fra loro territorialmente e col ma.re, sig-nifica: la fine ,li ogni ambizione 1>oliticadell'Am1trin. sui Balcani occidentali. li rifiuto di og-ni conce~u;ione alla Serbia e al Montenegro vuol dire che l'Austria. non ha. rinunziato a nessun punto del Ano prog-ramma di monopolizzazione politièa. ed economica. dei Bal– cani. Noi, italiani di tutti i partiti, rlobbiamo volere che il nostro Governo sosteng11. i tlu!' Sta.ti jugo– sln,vi contro il Governo n.ustro-1111g-arico,perchè è g·iu~tizia e perchè è il nostro interesse. E su questa base un accordo e magari uu'alleanza. leale e perciò stabile fra l'Austria e Plt.a.lia è non solo J>Ossibile, ma neces::::aria. l 1 '11ori di questa base - è inutile illudersi - non c'ò che la guerra o la minaccia della guerra (1). Ora 1 quale atteggia– mento assumeranno a questo proposito i socialisti dell 1 Anstria? Interverranno a tempo nella. disputa, esigendo che il loro Governo ag-isca secou lo la. logica. socia.lista e secondo l'equità? Oppure pro- ( 1) l,a 11trnst1onebaloanlca li del tutto lndli,c111lcn•o della 11uostlono dOll'autonomla ammlnl@tratlvn <leiTrentino o dCll'Unlvorsui, a Trieste, ~: l>one flggent bene In mento questa l<lu. Anrhe se ucl con lini 110 IIIICI floll'lmpero Rll!tro-unrarlco non ,1 to11er<> lt dian 1, che hanno diritto a 110 più f'4uo 1rat1mne111r,, noi d01"rernmo eonlrRs1aro la 1n11rcla balcanlca dl"ll'Austrla. l:. anche H\ non cl lrova.utmo a do,·tr con1u,1are queua marci.i, re&terebbt> 11111ledl la quuuone <1e1r1t llallanl dell'Austria. L'una ~ quesllone di ,entlmento, l'allra di In• tore~se.

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