Critica Sociale - Anno XV - n. 18 - 16 settembre 1905

CRITICA SOCIALE potrohbl• farci cli questR seconda ras<', che è, come I Mi su, la fatm princi1mlmcnte hc~C'li1um. 'L'rn la nostra conoscenza e la rcnlt1'l vi è un p1mto di ('Ontatto in cui esse si conf'ondo110 1 si immedesi– mano, si identificano. Questo punto di contatto è l'Hlen; 11idt>R, s 1 intenclc, nel senso h<'gelinno. Vi è un tipo, un principio, un'essenza, che fa. t4l,pf'r esempio, che un allJero sia un lllhcro e un triangolo un tri– n11golo,che csnurhu:c Lutti i cumtit!ri ,.1 lutti i rap– Jlnrti ('t1Scnziali clcll'alhero e del triirngolo, e che ah– bnu·cin tutti gli alhcri o tutti i triun,:-oli. Questo è l'idNL L'idra d'uua C0:"\1\ conticnr tutti• lf' modalìfa es~<•n1.i11li li q1H'lla co~1l. Orn 1 tait• idC'n è identira nt•I no~tro pen8icro e nelle cose. (!urrnrlo si penC11\ l'idcn <lt>I triangolo, t:'St:iaeomienc l'essenza, il tipo, tutto le dt•terminazioni del triangolo. lndipcndentc- 111O11tt• r all'infuori eia <lUCHbt idro, da quet!to pen– siero eterno del trinn~olo, il tri1111golo non può csi– stcn•. (Juindi, nell'atto che il pf'nsit•ro afferra l'idea di urut cosa, afferra anche l'e88t'nza di questa cosa. Pen•h', l'icit'a, C!-1:-.enza pensata, è idcntieu. all'idea, al– l't•SRf'nzu, che costituisce la co:1n 1 nella realtà, e co~ì n<'ll'idca veng-ono a incontrartli e ad unificarsi il l>l'll8ino e l'essere. ('ii, posto, "' l'essere vero non è l'essere immr– dinto, i;cm,ihile, ma Pfdea che quello rh·ela e dissi- I muh, insieme,., (1); l'ic!Nt è il principio cl1ogni realtà.; etHHlò In generutrice delle cose o drl mondo. 80 1 infatti, !"idea è il tipo 1 rcet!rnza, l'insieme dei rapporti costitutivi, comune a tutto le indiviclualità, n tutti ).{li esemplari di una data specie di cose {per t'~l'mpio l'idea di albero a tutti :.rii nlhcri, ccc.), bi• so).{ntt dire che le cose si sono formato e svolte con– formemente a questa c~eenza, a qut•sto tipo, cioò alla loro idea. "In qualsiasi maniera, infatti (scrivo il Vera) t 2 ), ci si rn1>presenti la creazione della na tura o il passa,2gio dalla sua non-esistenza alla sua e8it1tenza, sia questo passa~gio an•cnuto ab c,Pferno o 1lhhia avuto luoj?o nel tempo, bi11og11crà.sempre 1u11mottcre che etHIOsi produce secondo mm certa IC'g-gc-, la quale contionc la sua ragione ultima {l'idea) e por conscguem~a lo necessita o lo spinge. Pot,romo forc:i un più chiaro co11cott0 di questo signifkato dell'idea e dell1t sua funzion<• di pl'incipio originario delle cose da alcune righe del )Ielli nel libro !luccitato, il quale è J>erciò uno di quelli che posl>ono mettlio sen·irc di guida tl comprendere l'at– tuult• mo,·imento idealista, notnndo pl•rò che esso e..,1>onequesti concetti in linguaggio più propria– mente ~c·hopenhaueriano. 11 )relli, a.dunque, esprimo questo ponsiero così: "' Dil•tro i concetti astratti o le lrgg-i formulate dalla 1n:ic11za v'ha il giuoco ,·ivente ch•llo forze e delle formo natura\i 1 Jr quali si possono considerare in C(•rto modo g-li atti oriA"inari di quolhL ,·olontà con• crebt ChC' co:--tituisce il carattere essenziale del\f' COMO. Lo nostre Idee platoniche so11O1tp1mnto il ri Spl•cehinmento tiella rappresentazione lii questi .gTa,li nclll\. MUaaffermazione, o costituiscono, nel loro in– tlicme, il contenuto eterno del mondo, ciò che per– mant• o si riproduce nttr,wcrso il Ytlriarc o la mol– te1llil'ità dei fenomeni. ., .\figliuin di eaui sono periti prima che venisse la Yolrn di Qtll'IIO che è pieno di vita sotto i mit•i occhi. 1' ~la tutte qur[,!tc morti non toccarono l'ldctL del eane 1 nulhL pote alterarla ... Che coeii è tHlunque perito in que~to mij?liaia d 1 anni '! 11 eune, no di ccrto 1 pcrchè è IÌl intatto davanti a noi, 11111 hi sua ombra, la sua. in11nnglno noi nostro modo di conoscenza legato al tempo. " Quindi ""la \'{'fa. realtà sta nelle idee. nelle forme permanenti delle co!ic ., 'ì. (lt 'HH r., l,ff loqi,l•lt <Il 1/tqtl. Alc"IUI, 1~ •7, l•llil, 1~:. (I H.ll .\ 1 lntl"odudiml ,ì /(i p1'11, <fr llt11tl. ,\h:1111, 1861, pag. 210, 1•1 ,11:1.1.1,011. cli. 1.111g.12:.-i:.1. 'l'nlc, almeno in via 1tppros~i11rntirn, il con<>etto fon,htmt•ntalo dell 1 idralisn10 a.;!4olntn og-i.:-i ri1Ht8cenh•. l·'ino a. qual punto rontracldict• P!:lso ◄•11 intacca il positi,·ismo? Notiamo anzitutto rtw il rarntll'r<• fnnilamentalC' d<•I positivhm10 1 in tutte le !4UC' fll'li, i• quello di clnre nll'unirnrHo una. i-ipit•g-azio1w, 11rr dir ('OSÌ "laictt ,,.. mPtti•mlo assolutumC'nte dtt hand,, qunlsiu~i postulato :mJ)rnnnuturalr. Ora, que~to <•arnttrrP fon1lamentalc cli "' lairi~mo ., nclht conPe,dorw dl'I <'0!'11110 ò incran– "igP11tcmeutc mitnWnuta dall'irh•alismo rontempo– nuwo. 11 Croce (un,t delle mng-1,:iori forzC' intellet– tunli di questo movinwnto) anC>rh' ncutnmente t'l1r, oltre lu. COIJO:!CCllZll estetica (' la ('OIIOSC('llza fìlo– SOIÌC!L, non si dìt la terza fornrn di conoscenza ciob ltt. conoscrnzlL religiosa, poichè quc>Ht'ultima non è dH' conoscen;r,it filosofica, nm ronoscrnza filosofica primitiva e bambin11 1 superata e qui ridi <'fllHlannata 1 ). Il Yilla in:-;orl,.!equasi con indi.!,PlllZionr ronrro la ralunnin, che si lancia a. quC'~to nun,·o idealismo, di tendert• ad una restauruziorll' religfos.1, f' rileva cht• f't-so non ha nulla di comune col 111O,·imrnto idea• lista eattolico del primo terzo dPI sC'colo scorso (!). Il (Jcntile va. ancom più in là: e nttrihuiscc all'i deali:11110il vanto di e~scre ancora pili irreligio:rn del posith·ismo, porchò, dice, quC'st'ultirno ammetti' 1'1H1Holuto, cioè l'oggetto della mctafiHiC'a, ma lo di– rhiura inconoscihile, " negando quindi ogni rnlore scitmtifico alla metafisica e facl'rulo dell'assoluto un lllf'ro dominio della fede religiosa :,, anzi "' facendon<' un1l ~iruta, espreesamente,o tacitamento al curato., (3, IIH'ntrr ridealisrno, mediante la mdufi:,;ica, lo 8piega st·icntificamente. Ora, quando si pcn:,i che la mgionc estlenziale, per cui la generazione educata al J>Osith·ismo tiene ma.!!– ~iormente a questa filo:,ofia, Ri ò quella della su.t an•ligiosità, della. spie~azionc " laiea " dcll'uniYertlo, dt•I hando dato per sempre al soprannaturnle e al di\ino; e quando si t·onsideri che il nuoYo idealismo non Bi smove da questo binario areligioso i bisogncrit convenire che osso non porta una rivoluzione radi– <•nl<' nelle nostre idee, nò ci prc~enta unn concezione del cosmo che sin assolutamente diversa da quella. l'ltc ci siam fatti sin qui, e po~i:iuta Mopr1.1 basi del tutto inaccettabili e intollerahili 1wr chi :;"è lun_!!a– mente di::1setato alla fonte che, per intenderci, chia– meremo della filosofia 8cicntifiea. J,;, per vero 1 noi possiamo dii,tingurre due 1>0-.iti• ,·ismi: uno rigitlo o puro 1 qut•llo del ('omte, il quall• non è nitro se non la !litltt•mazione dei ri· !lulrnti genorali delle scienze conel'(•te o che pre– eltulp a Hè stesso di andare pilt in lìt o di fare qual- 1Sinsi inveeti~uzionc o quah,iusi nlforrnazione nel c·ampo della mrhtfisica (origine o l'Ssl'nrn delle cose, C1lll8Cfinali ecc.).. \ceanto a qtlC'sto posith·ismo l'i– dNlli!lmo moderno eta scnzi\ intllrt•arlo rnenomamente, nnzi RetJZa neppure sfioro, lo. Sono duo ordini di idee 1mmlleli, ciascuno dei quali pro<·Nk per In proprio. \"in senza incontrare <1uella ci('ll'ttltro e lm•cia al– l'idtro il sno campo spechtle: il posithismo il campo dt•lltt metafi-.ica all'ide,11ismo 1 <1uosto n quello il r1tm11Odelle scienze eonerete, i l'UÌ rhmltati ridea lirimo non impug-ml. L'idealismo può honis:-.imo coc– tiiRt<•n•accanto a questo positivhH110 come una spil'· gaziono o una. tentuta. spicg-aziono cl(1\lo ragioni ul– timo clclle cose, lu quale il pm1itivismo si rifiuta di (•t•rearr e di dar('. 'l'utt'al piit l'idc•ulisrno avrà di– ritto di dire che esso solo co1Stitui!'ll't'ltt fìlosofia o 11, lil,!\'.TIU:, Dhe.ir,o pro,111.,1/,1 lll(II .,, 1/t• flfUI lh ,IL Il. ~,•,\\t'llla fX1'1"!ùU,\!urano, 1m1t. 12!MJ •• lltl•.

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