Critica Sociale - Anno XIV - n. 7 - 1 aprile 1904

CRITICA SOCIALE 99 vogliono sm,tituirc all,1 riformu. Pt'I lj1lhriola la or– g-,rniut1.I.ionc ::wc1;1Jiscanon puo iwrgorc che all'indo– nrnni lii u11 ~rande"' atto l'it:1olutivo ~- Di tutte le for1.e, l'11c 1wlht coucezione nrnrxi1:1tit•a della srorh~ :tgi~cono a modificare la struttura. 1:1orialc, egli prcsccg-lio la violcnzo .. rivoluziona.ria o ad c:-1:1asoltanto affìdu. il Cl)mpito di inshturnrc la. !:HH~il'tà 11110\'H. (') 11 .Ferri invece, che non ha dim1•stichC'zzu col pcn:-;iel'O di .\lor.:-..,so~tituisce alla riforma uua forza. del tutM 11wt11fì1:1ic~L. Come nelle religioni hl fede deve operare il 111irncoio1 co1:1ì ncllA conce1.io110 ferrinna del soch\– li:-1mo la ro.,:r,euz<t sociali.-:ta 1 che si crcu spcci:.1lmr11tt• con In prndicazione, dc,·c JH'Ci>nrure i :.icp1>cllitoridel mondo horg-h<'1:1C. Ltt diffl•rc11za dunque è 1>0stl•riorc alla neg-azione della vini, tr11sformatricl' drlh1. riforma, nc~azio1w in cui concordano fC'rri o l.ubriolo, cioè le due mag– g-iori correnti clclln "tcll(lcnz1L,., rivoluzionaria. l~cl è fra quci,ita negazione e i! concetto clw noi abbia1110 delh.L riforma, 1'110 11 dissidio è irriducibile e non a111111cttc formule intermedie. Infatti il dissidio non è ~oltunto teorico, ma è Hll('hC 1m,tico.. \mmes~o, come" noi ammetti.1mo 1 che la rìfornrn pOSll!lagire sulla struttunt della società attuale, così ('he in essa si mntcrii il sueccssh·o di– renirc del socialismo, è on•io che l'opera delle riforme ò pN noi opera socialista, e lo sror1.o del proletariato per la :ma graduale uscensionC' prcnclC' il primo poi,tu fra le energie trasformatrici. Al contrnrio, por i ri– voluzionari, la riforma, rinrn1w11do u11 semplice lllC'ZZO di lenire gli t:ipasimi pili acuti, 11011 merita di ing-0111- brilr<' <Llungo l'a~lionc l:!Ocialistu e di ;\ssorbire so,•cr– chiamonte l'atti,,it:\ del Partito. Donde due diversi indirizzi, due diversi metodi 1 due diverse anime, che si escludono a ,·icenda 1 e che, c1uando si ostinano a coesil:!tcre, determinano lu pnrnlisi del movimento e il suo inevitabile arresto. . .. Hul tronco di questo fondamentale dissidio so ne innesta un altro, che ne è in 80stanza la logica con l:!Og'llCIIZQ. Questo dissidio attiene pii.i specialmente al modo di conseguire le riforme, ma non ò difficile scorgorr C'omc non sia che il riflcsl:!o di un diver:30 modo cli COlll'Cpirc 111riform;t stessa. Infatti noi, che al movimento 1>roletario ci sfor• ziamo di assegnare mète succt•iHIÌVl', ilttrurnrso nllc quttli rrputiamo possn al:lcen,lere alla definitiva lib<'· razione dC'lla classe '."IOg',!.CCtta, non clisdrgniamo rli rug-~iungere queste mète con rutti i mezzi diretti ed indiretti che sono nella possihilità nostra. Quindi l'ilzione per le riforme cli,•enta la nornrn della no:3tm politirtL uri Parhunento, n<•lh• 1rn1mìnistrazio11i locali, nell<• 01·g-anizzazioni operaie. I rivol11zionar1 inrnce, ois:rnmondo come regola di ('Ondot ta che la riforma (., mm Hp('cie di luaso dcllu azione !!Ocialista, non intendono di ronscg-uirc I<' riformr con un'operit diretta, m1t !:loltanro con una. 1m,.'~Sione affatto neg-ativa delht classe laxoràtricc !'lui poteri pubblici. Donde la crerlenza t:iuper:Jtiziosa nella paura che questa prC'ssione può incutere nella. hor~hesiaj donde le formolo ile"lln " non collabora– zionr nllr riforme ., e della loro approvazione ob• hictti \'a .. caso per caso .,. Tutto il disoiclio, intorno alla tattica 1rnrlamenhlro (•) t·on CIÒ non Intendiamo dire eho Il ll•'nijlero cli Labrlola clcrlvl <la \larx, ,\ITcrrnre uno del 111ultf'J1llcl lllll rtel 1,en11lero 11111rxt11tao rlf'Mmun-1 1opra tutto un meto<lo e una dottrina. non è dtirh·are, m(1 nltcrttr.•. 1111,lù, quel lnto d1•I pt'll&lt•ro marxh!la. rho Il LabrlolM 111 i• comp1Acluto di e~1ucemre lino nll'li•t•r1rotla, hn ~ublu, u11a r1•vHlone 1•rlti<':l v•·r 1111~1e tlcl rratello lnlcllf'ltun\1• rii \f14rx. n~derlro 1:11:cel~, rht' hR tolto o~nl ,·alOfl' a ciò Cli(' Il l,abrh,la ,·uol \·endt-re come 111•rre110m 1r~ls1110. e all'imlirizzo 1>oliti1·0 1kl Partito, trae' la !ma ori– ginl• ila qlu>sto diwrso modo di ~l'lllirc rimportan,m dl'll'11zio11<•rifo1mc1tricC'. o :-;i('l'C'd<· <'hc questa i111- por1a111.,1 ~iit ma:s:sima, e allnra l'a1.io11P politiva dC'\'C' t•.~S('I'(' (•lfottirn, cioè ri,olt,t alln SllCC{•ssiY..t ('Oll<jUi!Ha dt•l\p ril'ort11C'l'hc l'amhiC'llt(' (' il ~inoco delle forw parlanwntari consentono. O si rc•puta l'lil' la ri,•olu- 1.io1w ::iiithllisbt maturi fuori tlcll<• riforme {uPlla , io– lt>111.a Scl·Ondo Lahriola, nl'lla cn•u1inno IIP11€' <·1,,-,rirn;:1, ~(•1·0111!0 Ferri,, e allom non è pos~ihilP alcuna azione politira JHl:iiti,·n. La posit.ionc teoriea t• pr,llil',t, a:;sunbt da qut'lli l'lic dicono di ,·olere le ril'ornw IIIH senza collnho– r 1zione con hL hor~ht•'."li;1, ant.i HH'dianw una oppo :-.izionc irriclucihik a tntti i suoi par1iti, non è affatto 11111t I1osizione media e 11c•p1H1r1• 111,1 solu:do1w. ~on t'• uri utt('gg-hunento inte'rnicdin 1 perehè aderisre in sol'!tt111za al com·etto fondarn1•nt.d(' dl'i rirnluzio1rnri; 11011 ;_, lllllL :,;oluziom•, perd1l' 11011 {'01\lillCe a C0IIS('· !.!llil'l' 1w~s1111a delle riforml' <'hl' cli,·c' ,olen• . .\oi infatti neg-hiamo dw la paurn, che l'agitaziono OJWraia do\'l'C'hbt> il11.•ul(•n~ ru•lla horghesia. sia fo. ('onda cli pronl•dimc11t1 h•gi:-hi.1, i nella ,liretth·.:i sol'i11lisfa. Questa paura dll' 11011 :.i 1tccrc::1c(• (·C'rto fH>r 1'111.ionc di 1111 Partito, la quale, quando lH'II è ,·cr,1 <• 1n·opri11 prepar111,ion<' alla ri\'olta, mocler.1 1 di– :o;l'ipli111111doh;1 la fort.a t•l'lplo~iv;1 11<'1 prùlNariato - 1n1h<·ousig-liare• u111L politi<·n t·lll• lenisca lo spasimo di u11u condizione l'CCl'1.fonalnH•11tc dolorosa e quindi ;.dovi agli intc•ressi cnn:;t•n•atorì, ma non può mui rn11d11rr0 a riforme che· agi:;ca110 oulla strnttura po– liril'u cd c1•onomica, schiutlr111lo il \;trco a ri11no– \'Hzio11i :;o:;tan1.iali. l.n legish,1.ionC' :-iotiale tedesca dO\'C",·1-1, nC'lla mente di lfrmmrck, rit,trdare la con– ' Pl'g'CIIZll del lllO\'illU'llto operaio Ml mo,·imento so– l'iulista, mtl la paura di tJllCt-,t'ultimo 11011 ha mai fitto togliC'rc una :;ola pic>tm all'edificio feudale 1ll•I• l'Impero, per cui anl'or oggi, l'on ti'<.' milioni cli clet• tori socialisti, h.1costituzione politica. tedesca è la piì.1 n.. •aziorrnria del rno11do. I•:, s1' la pnur,t 11011 è un fattore• di rinnovazione so~tan:i:iok - e ciù per hL ragiom·, tanto cara al !•'erri, che nessuno si suicida por paura di morire - <'110CO!:la rimano della ~ 11011collahon\l.ione alle ri• formo ,., '! (.~uesta for111ulu 1 o iutonclc ripetere ancora cli(' lu 11oistn1. opposizione• a tutti i partiti della hOI'· g-hesia de,·e t:iortire l'rll'dto di una minaccia, o ma• 111fC',;tit una assoluta ignonmzit dei primi C'lementi dt•lla scif'nza politica. l'11 1m1·tito, che non sia nrng-g-ioranzu, consegue le riforme che n•put!L più urg<•nti t·ollahorando col pur• rito che ò al potere. Qucstit eolluhorazione, o si limita 11 indic·ure le riforme che l'iticno necessarie, assku– rnnclo ad esse il proprio voto, oppure ~iu11ge fino 1Hl un'ullennza col partito al potrre 1w1· l'attm1zio110 di utuL scriC' di riforme, po~ta <'Ome condizione dt'I• 1\trcordo. L'uno o l'altro caso dipenderanno dalle n1ril' contingenze polith:h<', d1tlla natura drl partito 1ìl JJOtC'l'C', dalla imporrunzu delh• riforme che si YO– g-liono ottenere e da altri Plcmeuti ancora; ma l'un l'llso l~ l'nlrro sono i due tt'r111i11i~•str~rni di uno ::,tt•~iso metodo, che, una ,·olrn arct•ttiuu, non si 1ml, affatto limiti-tre nelle sue applkaziuni. Quindi il tentath·o di ~wind('l'C" lu affermazione tlPlllL 11tilitì, delle rirormc dnl llll'todo per conseguirle, po• nrndo a quest'ultimo dl'lll' limirnzioni che 111'g11no sostan:d1tlmente ogni uzio1u• riformistica, non è nè 8tn~tcnibilc nò sincero. Chi vuole• il fiup vuole i mezzi, e chi non ammette i 111<•zzi llovrPhhc lf'almenh' rko– riosrcre che non gli importa ciel fine. . Fin qui ahlJiamo dbt·or~o ddlc riforme in g-euere: ma og-11iriforma ha un pro1>rio eumpo, ha dei con• torni prrcisi, si riferisn• a inu•rcs:Ji hen determinati.

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