Critica Sociale - Anno XIII - n. 23 - 1 dicembre 1903

CRITICA SOCIALE 355 risolta. Dopo il progetto Wollemhor~, dopo le di-_ scussioni teoriche a. cui ha dato luogo, dopo gli studi dell'Alessio e l'esperienza doi maggiori Stati clell'cstcro, non vi può essere dubbio che le imposte che debbono f/rctdualmente pa.ssarc ai Comuni sono le reali. Questo ho voluto si dicesse nel mio ordine del giorno, e questo il Congresso consoatì di affer– mare. Ogni studioso ha un proprio progetto per tra– durre in pratica questi principii orma.i associati dalla scienza e dall'cs1>erienza, ma. il Congresso, che non era chiamato a tracciare un disegno complesso e ben congegnato, non pote,'lt dire di piìt. Esso però si è assunto un còmpito a cui non elevo venir meno: ,,igilare perchò i principii cli riforma tribufaria che esso ha approvati, non siano disconosciuti daJl'opera legislativa dello Stato. In questa vi~ilanza, cho deve essere più intensa cho non sia. stata fin qui, si mostrerò. tutta. la vita– lità della nuova associa.zio110 1 la quale, 1>er parere veramente innovatrice, non ha bisogno di lotte ru– morose contro lo Stato, ma soltanto di chiarez1.a di idee, ili tenacia e cli persuasione. Che J'amore per il Ucl gesto non abbia •a pren– dere il sopravvento sulla forza delle idee. Quoi'JtOil nostro voto. IVANOI'.~BONOMI. IL PARTITO DELL'OPINIONE MEDIA Ci manca il tempo, montre siamo sulle mosso per Roma, di commentare a nostro agio questa lettera con la quale un egregio cittadino ligure, l'on. Cesare Imperiale, -ci accompagna una sua pregevole Hela– ziono sull'ordinamento ciel lavoro nel porto di Ge– nova. L'on. [mpcriale toglie pretesto da una frase di un ormai vecchio articolo del nostro Crespi, frai'Je che egli cita evidentemente a memoria (1) 1 per de– nunziarci l'esistenza di un partito anollimo - non diremo certamente innomin,ibile-al quale egli si vanta di appartenere. m sarebbe, come lo qualifica egli stesso, il partito che rappresenta " la. giusta media. dell'opinione pubblica ,,; un partito che, nei conflitti sociali, cerca di avvicinarsi alle soluzioni più giuste, le quali - come predicarono i padri latini e teo– rizzava Guizot - sogliono stare nel mezzo. L'on. Imperiale constata che oggi lo Stato è troppo spesso arme e rifugio dei 1>arassitismi e, pur cre– dendo che yerrà giorno nel quale i partiti si deli– neeranno in due soli grandi campi antagonisti - quello dei liberisti e quello cli coloro che friranno a1>pello all'intervento di Stato, e riservnudosi per allora di arruolarsi fra i primi contro di noi - oggi intanto, in omaggio alla giustizia, trova di poter fare del commino anche al nostro fianco. E vern.mente, se guardiamo all'opera spiegata, in Genova dall'on. [mperiale, dobbiamo riconoscere che egli si trovò spesso sulla nostra direttiva e non ab• biamo alcun motivo per porre in dubbio nò la no– bilfa e la sincerità dello sue intenzioni, nè l'utile efficacia dell'a.1.ione sua. Soltanto pensiamo ch'egli sia vittima - nel campo filosofico, almeno - di due curiose illusioni. La prima - accennata in fine della sua lettera - ò che i partiti, superato lo perturbazioni presenti, {1} Il ('re~pl, J)Ulllll(IO del progctlo di l\lJIOU\.llllltl del l'OrlO di Oe• novn. cho ebbe uno òel suol 111ulrl ncll'l111J1Crhllc, òeflnh·a que110 ultimo non già • fcdolo mflndflt(ll·lo del CflpUaUsU ,renovesl,. bcn.qì ~ todele h1ttrprdt dl'l cllpHoltsmo 1teno\·eee •. l,a dlfTercn:r.A. 11011 è nè lhwc nt- eottlle, o non {I0\'8\"" etugl(lro all'on. 1rn1rnrlnlo. (Vc1II: Lt l,11,tUUt CflPiclMl8Ucht dt1"m1to1wmkl dd l'r,t"tO di CltltQC(I, In Ci-1- tiC(I Sockllt, 1m, pag. 8:i6). G 10 B finiranno por delinearsi nei due campi di cui egli ci parla. Yoi crediamo che a. qu('stn semJ>lirismo dualistico non si arriv(lri't. mai, perchò i rapporti e gli interessi sociali - di cui le teorie o Jc scuoio non sono elio il riflesso - si vanno non semplificando, ma. anzi sempre pilt complicando, e n ,·olta a volta, dallo varie cl11ssi e dai vnrii interessi coalizzati, si chiederà. o si ricuserà. l'intervento dello Stato se– condo J'opportuniti\ clol momento (in gencrftle si chieder,) dai deboli e si ricuserà dAi forti), cosicchò liberismo e intervenzionismo si altornerauno esposte– ranno di continuo anche nello stesso 1>artito. )fa il dimostrare tutto ciò esigerebbe un trOpf>0 lungo discorso. L'altra, illusione è che il " partito delle opinioni medie " possf~ mai essere ..... un !hlrtito. A buon conto questo sedicente partito (Pon. lmperìalc lo conl'cssa), pit'1 infelice cli un trovatello clell'Ospc– dalc, non ha ancora trovato un nome; sarebhc nllo stesso on. Imperiale ditlicile applica.rgli dei nomi di persone, ed egli è molto prudenLc quando aclo1>cra il pronome noi senza specificare cli più. g non ha trO\"/tto nè nomo nè nomi per la sem– plice ragiono che, pili meraviglioso ancora del cava. licro leggendilrio che " andava comhattcndo cd era morto ,,, questo partito nnonimo e di anonimi va combattendo senza essere a dirittura mai esistito. E:sistono hensì le opinioni medio; in t.utti i partiti esistono uomini temperati, giusti 1 prudenti, che su dato questioni possono trovarsi concordi fra loro e concordi con questo o quel partito militante e..... qualificato. Anzi sarebho difficile far confessare a chicchessia ch'eg-li non sia uomo da opinioni medie, ch'egli sia un estremo, un eccessivo, un ingiusto di proposito, uno scalmann,to. Per cui il partito delle opinioni giuste e medie - non essendo i finora scoperto il misuratore automa– tico della giustizia e della temperanza - sal'Chbe un po' il partito cli tutti i partiti; il partito dcll'u• niversale .. E siccome " partito" viene da "partire ,, - dividere - la sna esistenza è im1>ossibile- come dice,•ano i ,·ecchi loici - per definizione. Ma il pill interessante ò che le opinioni medie non esistono - anche questo per definizione - se non in quanto esistano prima le opinioni estreme cd an• tagoniste. Quello non sono che Ja diagonale che sup– pone i due lati ciel parallelogramma. I~ la funzione elci partiti ò appunto di creare questa diagonale. Con che si dimostra, che l'on. fmporiale, e il par– tito che chiameremmo imperialista se H termino non fosso già. ipotecato per 11\tri usi, s'illudono di essere un varlito e sono som1>licemente..... degli arrivati dOJJOtutti gli ,dtd. B~si sono i figli drii partiti che esistono o combattono l'Oalmente, ed è giusto che clicirno male dei loro genitori. li mondo ha sempre progredito cosi. 'l'utto ciò sul terreno della filosofil1 e della genesi elci Jhlrtiti. Il eh<' non toglio affatto che lo "stato d'animo ,, che l'on. Imperiale scamhia per partito non 1>ossaesi!erc altamente encomiabile e vantag– gioso nl pubblico int<>ressc. Diciamo cli pit1: noi avremmo desiderato che esistessero numerosi in Halia - nelle classi clil'ig-enti - uomini che pigliassero appunto la singolare posizione clclPon. lmporinle; estr1111oi alla ferocia delle lotte di eiflsse, capaci di rihellarsi alle 1>eg-giori ràpinP che contraddistinguono il salire della horg-hesia inclusLrialet 'l'ali uomini, pur non esercitando alcuna 1tzione decisiva sull'evolu– zione sociale, a.vrohbero nmmorbidito gli urti o for– mato con ciò - non coll'essere un partito, ma irnzi col non esserlo - un elemento utilissimo allo stesso miglioramento del proletariato. g il nostro atteggiamento politico, nel nostro stesso pnrtito, fa testimonianza, crediamo, cli queste nostre convinzioni.

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