Critica Sociale - Anno XIII - n. 23 - 1 dicembre 1903

356 CRITICA SOCIALE Scnonchè dobbiamo per la verità constatare che il fenomeno, di cui !'on. lmperiale è un rapprcsen• tante, è rimasto in Italia molto povero e si ò ridotto a pochi casi isolati, spiegati da una speciale psico– lo~ia individuaJe e di famiglia. 'l'anto più meritorio forse - ma tanto meno etncace. Ed ecco ori\. la lettera, cui faccìumo posto ben volontieri. lu\ ÙHJTICA. 00110\'n, :!4 1101·cmllro 1903. Geiitilissi.mo Collega, Questa lettera accompagna. o presenta una breve re– lazione sull'ordinamento del lavoro nel porto di Genova. La gradisca, non fos::i'alt1·0 1 come risposta ad un articolo della Critica Sociale in cui il dott. Crespi accusava me, " redele mandatario di caJ)italisti 11 , di aver presentato e difeso la leggo sul Consorzio, nell'interesse di costoro. f.,a. risposta - a dir vero - fu già. data dai fatti cd io avrei potuto tralasciare di ricordare in questa mia Uelazione l'opera del conte Oiusso e degli altri suoi collaboratori, so non avessi voluto fnr notare a Lei - acutissimo osservatore - Pesistenza di un pnrtito al quale mi onoro di apJ)artenero o che nelle solite classi– ficazioni, sempre un po' arbitrarie, non trova. posto nè fra i liberali della scuola classica, nè fra quello che un collega definì argutamente lo squadrone volante della democrazia. - che va caracollando fra Sacchi e Giolitti - nò fra i moderati che ondeggiano fra Rudinl e Sonnino. 11 nostro J)artito non ò molto numeroso in Parlamento; non ha capi riconosciuti e gli manca sopratutto quella denominazione ))recisa che per il pubblico rappresenta un programma, ma l'elllcacia dell'opera 11ostra è sempre stata maggiore della nostra forza nume·rica di voti, perchò abbiamo rappresentato sempre, e rappresentiamo tutt'ora - modestia a parte - la giusta media dell'opi– nione pubblica. E così - per non risalire ai tempi eroici •- abbiamo resistito nel 1898, insieme ad uno scarso manipolo di superstiti dei tribunali militari, alle inopportune leggi di repressione ed abbiamo determinato, anche nei centri più conservatori, le correnti favorevoli all'amnistia. Nei primi tempi del Ministero Zauardolli, i nost1·i voti hanno sal\•ato J)ii't ,•olte il Governo perchè l'esperimento che si voleYa tare di un nuovo indirizzo della politica interna rispondeva ai nostri convincimenti, ad un pro•• gramma liberale enunciato e difeso, non dopo, ma du– rante il Ministero Pelloux. Noi non abbiamo avuto mai sciocche paure per le vostre vittorie. Senza indagare da quali e quanti fattori, in gran parte e,strnnei alle vostre teorie, siano stati determinati i primi vostri successi elettorali e di pro– paganda, noi riconosciamo volentieri che siete stati lo stimolo potente che ha. fatto muovere lo folle intorpi– dito; cbe a.Yete in molti casi compiuto uu 1 opera di rin– novamento morale, purificando certi ambienti, rintuz– zando le prepotenze dei padroni di ieri, che erano appunto quegli affaristi dei quali il dott. Crespi mi voleva fedele rappresentante. E in questa opera cli rinnovamento morale, come nello studio e nella discussione <li tutte quelle leggi veramente democratiche che tendono al miglioramento delle classi meno fortunate, voi avete sempre trovato il consiglio, l'aiuto, il Yoto di qualcheduno rra noi. Venendo al caso specifico, pochi di noi - per sottrarre un grande interesse generale allo sfruttamento di po– tenti interessi particoliu·i - per iniziare una riforma elle dovrà. ripercuotersi ueces~ariamentc soprn molti altri Bib ,oter::i Gino B,arcc ordinamenti amministrativi - hanno ottenuto che il Parlamento discutesse ecl aJ)provasse la cosidetta legge dell'autonomia del Porto di Genova. E voi, malgrado le piccole opposizioni locali, l'avete votata J)erchè avete compreso che la legge ora aspra– mente combattuta da coloro che voi e noi combattiamo, noi per un sentimento di giustizia che ci fa nemici di ogni oligarchia dì inte1·essi privatii voi J)erchè, contro questi, volete o do\'ete difendere gli interessi della classe che rapp1·esentate. Noi vj abbiamo avuti alleati in questa battoglia contro un sistema., che 1 corno clieeva nel marzo 1889 un con– SCl'vatore, il Franchetti, 11 ha, <lato per risultato l'impo– verimento di tutte le classi sociali a vantaggio di poelii che so110capi e sfruttatori di quelle clientele, alle quali è asservita tutta la nazione ed insieme con la nazione ò asservito lo Stato 11 ,e che l'on. Oiusso, tre giorni dopo, combatteva nsprarnento affermando che ~ lo Stato non ~ocleva più fiducia perchè tutti gli interes:ii privati hanno trovato in quello il loro maggior ausilio 11 • Altre .discussioni, altre lotte ci riuniranno forse ancora. Mit l'accordo non può essere che temporaneo. I nostri ideali, le nostre convinzioni, gli stessi uostri metodi di lotta ci divideranno. Ed io affretto col desiderio il giorno della separa:-:iono perchò allora soltanto potrà dirsi chei secondo il rnto espresso dall'on. Giusso in una memorabi!o seduta riel 3 marzo 1899, "il Parlamento si ò diviso in due grandi campi, si è schierato sotto due grandi bandiere, quella di coloro che vogliono risolvere i grandi problemi, che agitano le nazioni moderne, coll'autorità. e per mezzo dello Stato: e quella di coloro che vogliono risolverli col concetto della libertà. 11• Con saluti cordiali ::;uo <leuotissimo CF.SARE lm•i,:111,\1,t;, LtE SPESE lVllllITHRI .,otto il flfiwlste,·o Zmuti•<lel/Ji.-G4olltti rr. Per soprnmmcrcato a tutte le già. citA.te bcneme– re11ze il .:\[inistero '.lanarclelli-Oiolitti approvò e pre– sentò al Parlamento un'flltra mezz,1,serqua di prog-etti militari per ispese maggiori, qualcuna delle quali fu già approvata dal molto magnifico Senatoj il quale non è solo i! palladio di tutte le sinecure militariste, ma è anche la 'l'orre di Babele dei pi·ogetti di nuovi ordinamenti milit~ri; elci che per convincersi basta guardare alla discussione del bilancio della. guerra fatta dal Senato nel giugno ultimo; discussione che raccomandiiHno ai conservatori, dirò fra parentesi, per loro speciale edifìcflzione è per nostra singolare o doverosa soddisfazione; e che mi d.uole non sia qui l'opportuna sede per esaminarla. Ne citerò tuéttwia, perchè brevi, queste testuali parole del\'011. J:-'elloux: " r partiti avversai·!, combattendo le spese militari, " fanno la loro parte e la fanno bene, per quanto " si voglia da taluni fingere di crede-re il contrario cd " affettal'O cli non preoccuparsene. ,, ( 1 ) Dei progetti prnsentati, come ho detto, al .l'.irla– mento dal Ministero 1/iannrdclli 1 e tuttora fortunata– mente giacenti nel mondo dei sospe:;i, quello sul reclutamento 1 contrnpposto quasi come contr\tltarc– al nostro, non porterà. meno di un milione e mezzo di maggiorn spesa. )finistcrn e rnlatore della Camera (I) V(ldàSI re$0COllt0 nel !fl-Ornnle Ei$t!-l'Ci.lO d.<ll 1° luglio ultimo.

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