Critica Sociale - Anno XIII - n. 23 - 1 dicembre 1903

354 CRITICA SOCIALE e fatto appro,·nro un 1,ltimatum al Gover.no P?rchè dal 1° gennaio del 1905 <1ueste spese cessmo d1 gra– vare i bilanci comunali. Se si vote,•a un atto cli forza, che significasse la combattività dei Comuni associati, si doveva. sce– gliere c 1 ualche conquista che valesse il cimento. L'aver scelta questo. piccola cosa, che evidentemente non J>otrà i,ortare un sensibile sollievo alle finan_ze comunali, non è certo una testimonianza di matunL.'t e di consa1>ovolezza. ... Pi\1 notevole fi J)Rre la deliberazione presa per la riforma dei tributi comunali. l congressisti si sono trovati concordi nel ri~ener~ ecces8iva l'attualo bissnzione indiretta.. li dazio sm consumi che grnv1t sulle c lassi povere in ragione inversamente proporziona.lo, oho l'iohiede ne.i Comun! chiusi enormi sposo di l'iscossiono, che 111ceppa 1 commo1·ci o oistacoln lrLcircolazione, 11011 ha. trovato - ed ora nntur11lo ohe fosse così - nessun difensore. J\fa il Congresso hn ftttto di piì1: invece di fer– marsi ad un voto vago o generico per l'abolizione dei dazi interni ha inclicatn la via per giungere tirRclualmente alla meta. ll'ubolizi~no dei ca_~on_ieia· zinrt ò parsn unanimemente l'a,·v1amento p1u s1cu~o alla sop1>ressiono dello burriere interne, e tutto ciò che nell'ora presento si pub chiedere allo Stato senza tema di sconvolgere troppo le sue finanze. Se non che a chi seri ,•e queste note è parso che l'abolizionr dei canoni potesse essere domanda troppo im1>recisa e generatrice di equivoci. E noto infatti che, con la logge 23 gennaio 1902, Io St_ato si ~ a~– sunto di pagate ai Comuni chiusi e agh aperti n spettivamento otto decimi e sette decimi della per– dita loro deri\•ante dall'abolizione del dazio sui fa– rinacci. Ora ò bene notare che questi compensi si detraggono, 1>et OJ>J>Ortunità conta!Jile, ~a~ c~noni daziarì, onde sostanzinlmente questi. u\tnm rmrnn– gono diminuiti di quanto nmmonta il compens?. Da ciò il pericolo. Lo tato, alla domanda dei Co– muni di ft.bolire i cnnoni dazi1trt, può - per il pro– prio tornaconto - nholire soltnnto la parte residua elci canoni. Ma allorn. la riforma si risolverebbe nella piì:1 flo.granto ingiustizia regionnle, con grancli~simo vantnggio del .Nord o con quasi nessun beneficio del Mozzogiorno o dello isolo. lo ho avuto occasione di calcolare a quanto ascende il canone daziario, diminuito dei compensi stabiliti dalla leJ:gC ricordata, nelle diverse parU di Italia, o sono giunto ai seguenti risultati ('): comuni cblu~, Comuni aperti Jtalia settentrionnie 15.454.000 6. 6.000 llalin contrnlo 4.23ò.0OO 2.118.000 Italia meridionale - 480.000 2.482.000 Italia insularo - 401.000 25.000 Da queste cifro halza chiarissima la critica. alla abolizione dei canoni residui. Con questa abolizione parziale si verrebbe a concedere pii1 di 19 milioni ai Comuni chiusi della metà superiore d'ftalia, men– tre i Comuni chiusi del ud o delle isole, che oggi, nel loro complesso, non pagano. più. alcun canone, ma anzi hanno Rporta una partita cli ave,·e verso lo Stato, non risentirebbero il pii', piccolo beneficio. Hisogna,va d1111quoovit~r? qu~sto_,dan_no al ~lezzo. giorno, spociit}111011toggi in ~u1 .r1u v1_vo _è 1_1 -~u? lamento o piu i111:1istouto h~ richiesta. c~1 aiuti. E 1.~ ciò lut. provveduto il mio ordino ciel giorno, appro– vnto clnl Congresso, noi quale si afferma esplicita- (1) 111 quC!te clrre non 1ono comprf.'11 I Comuni di XapoU e di Roma. I,(' cure In cor!IITO e preeedule dftl 11cgno negativo Indicano che 11 com11en•o 1u1Hlrl' Il canone. p1('nte che l'abolizione dei canoni non deve soppri- 1:a•re i compensi che lo Stoto ha. stabilito di pagare : i <.:omuni por l'nholiziono elci dazio sui farinacei. I . .. };è soltt1nto quf'sti com1>ensi lo Stato dovrà man– tenere. Altri compensi esso dovrà corris1>ondere ai Comuni per l'eventuale soppressione d'imJ)Oste locali. ?: noto, o può parere su1>erfluo il ri1>eterlo, come la tassazione personale sia piì:1 conforme ai fini e al carattere dolio Stato. In rtalia poi, alle molte ra– gioni teoriche, si aggiungono indiseutihili ragioni pratiche, lo quali eo11sigliano il passaggio allo Stato di quelle imposto di famiglifL e sul valore 1ocativo che, diffusissimo in Toscana, sono quasi sconosciute nel Veneto, elle, applicRtc in alcune città. con mas– simi olevoti, l'RA'g"inngono in aHre appena qualche docinn cli lil'e, cho finnlmonto assumono qua e là forme abbnsta.nzlt preciso di tassazione del redclito 1 mentre noi Mezzogiorno e nelle isole diventano un testatico odioso. Questo formo così vilrie e variamente diffuse di tnssazionc pf'rson11Je 1 se O.!;gi r>ossono servire transi– torinmcntC' ai Comuni mngg'iori per diminuire l'ec• cessiva gravezza del dRzio (Milano e Bologna, 1>er tacere di altri Comuni, ci hanno dato lodevole esempio), non possono però sottrarsi al loro destino, che è quello di es~C'rc assorbito da un'imposta sull'entrata appJicata uniformemente dallo Stato in tutte le re gioni cl1Italia. Questa del resto è la tendenza fatale della nostra finanz11, da Sonnino a Wollemborg; e contro questa tendenzo, che rllJ>J>rcseuta - SJ>eciese la nuova imposta sull'entrata. sarà a saggio progres– sivo - un pa<ò!SO verso forme piìl eque e più mo– derne, sarebbe funesta l'Of>J)Osizionedei Comuni ita• liani. ~oltanto e quC'sto volli esprimere nel mio ordine del giorno ( 1 ) - i Comuni debbono fin d'ora affer– mare la necessitò di un com1>cnso per la cessazione dei proventi delle imposto cli famiglia e sul valor locath-0 1 quulorit lo tato voglia. fonderle in un'im– posta ero,·iale sul reddito. .Ma, a quc1:1topunto, unn terzn questione si affaccia. Stabiliti,, la 11ocossiHt cli mantenere i compensi deri• vauti clulla legge per 1'11holizionc dei farinacei, affer– mata. 111 giustizia. cli 1111 compenso per l'eventuale abolizione cli duo it1lposto locali, rimane da precisare la nntura. rii questi compen,i. Debbono assumere la form1t cli dotnzioni? Oppure dehbono essere erogati col passn;:i;rio di alcuno imposte erariali ai Comuni? Son vi ha dubhio che i Comuni, se vogliono con– quistare In loro 1rntonomia, non possono accogliere volontieri le dotazioni dello Stato. Queste dotazioni, oltre rendere la finanza locale tributaria di quella dello Stato, le toglio qurlla elasticità che è il primo pre,!!iOdei sistrmi tributari autonomi. Dunque: pas– sazgio di imposte dallo Stato ai Comuni. l\ln quRli im1,ostc? r,a questione ci pare ormai ( 1) Ecco 11 mio ordino de>I 1r1or11Q elle ,·t11110Rll'unflnlmltÌl ap11rov11to 11R1C"'OnKre~&O nNIR •e<lula 1.omt-rldhrn11 <lei 2S no,,ernbre; • Il C'OllfrrCUO, COIIICIO dOlll\ uece111tà di 1111e,1are l'eccess1>·1t IH aaztoue hu11roltR del Comu nl o di Ailrlro, tJlOl"llllrnente In quest•or11, Il rnortlllO l11tl'rno AIIR 11roOu1,Jono1Ulll011111e, 8fferma., oome lh'\'lll• nwnto Alla ,op1>rC'81lo11e 110110 bRrrloro Intorno, l'urgenza <Il abolire I cnnonl (1111.lnrl; ~ 0 COllll\clN'l\(Q 11110 I uompm1sl dotormln:tll <IHlhl lC{l'l[C l!a g"UII· 111110l!)Q~ 110,·ono, 1)01' non r!'or1ro 11a11110Hl M1•z~Ofl'\Or110,rna11t{'11er~I lntl'H"l'l 1111cho dOl)O l'fll)ol11.l,1110 dt11 cnuoul; ~ o eho vor Il 11ron1mo otl l\ulfurRto JIR~Sngglo <10110 Imposte 11 fAJnlglla e 1111 vfllOro IOCtlllvo allo St11to, che creerà In loro veoo un'lmpo1ta 11rogroHIYA 1ul re<l<llto, I Con1unl dovranno ricevere 1111 com11enso; " 11 ('011(Jre110 affermi\ 1a convenienza dt cercare questi compen11 1 11011 !llÀ 111 ,o,.,.en11,m1 l'he oft'e11derebbero l'autonomlR comunale, ma nel gr11,(111111e p11nag(JIO al Comuni delle Impone reali. ,.

RkJQdWJsaXNoZXIy