Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

CRITICA.SOCIA.LE 281 considerarsi. L'emigrazione così sarebbe fin d'ora un elemento greggio destinato un giorno ad aver citta– dinanza negli accordi internazio11ali. Questa campagna non mancherebbe anche del fa– scino d'una certa _grandiositl1, che Jc viene dall'es– sere ora una. questione non solo italiana, ma mon– diale. 1 1 :ssa fu la base dell'ultimo referendum svizzero e delle ultime elezioni germaniche; lo sarà delle prossime elezioni inglesi e della futura campa~na prcsidc11zialc americana... ~ avrebbe poii partico– larmente pei· noi 1 il pregio incommensurabile di es– sere il na,turale complemento della lotta cli questi ultimi anni per l'incremento dei salarì. E non a caso dichuno complemento. Tnfatti, ad esempio, nell'industria clel cotone i profitti sono ora ciel 12, del l.G, ciel 18¾; mentre, nei primi anni, senza protezione quest'industria non avrebbe potuto reggersi, ora. è esportatrice; ciononosOOnte i salari i degli operai del cotone non si sono sensibilmente accresciuti. [ cotonieri si sono previdentemente or– ganizzati r.ontro le coalisioni operaie. Or bene, l'in– clustrht del cotone, ilrnggredihilc da questo lato, Jo è da quel,lo della protezione, cli cui oggi pill non abbisogna. l!j così dicasi per l'industria elci ferro. Riducendo il dazio sul fel'l'O, indirettamente si riduce il cost.o di produzione cli tutti i prodotti industriali, il loro costo cli trasporto, ecc., si dà impulso all'intcnsi– ficfur.ione dei traffici ; o si lasciit così un margino per future conquiste dirette o indirette di pili alti salari i. [n genere, con questa campagna si avrebbe un'ot– tima occasione di flilargnre :;li orizzonti menb1li della classe lu.voratrice, di persuaderla che il pro– blema sociale divenbt un problonm di distribuzione solo a condizione cho in ogni momento esso sia ri– solto nel senso clic assicura la massima produttività; osshL, porchè ogni fattol'O abbia la. massima rimu– ncra:done, hisogna che la sua produttività sia stata massima, c~sendochè in un sistema catallattico, come insegLrn il Clark, ognuno si ha precisamente quanto produce. Direi anzi, che il valore pedagogico di que– sta campagna suporerchbe tutti gli altri suoi pregi, principalmente perchò essa. educa ad ur1 tempo a valutarn i vantaggi immedhtti, a. riconoscere la ne– cessità delle limitazioni pratiche, e mantiene sempre limpida inna.nzi a noi la visione della meta piì.1 lontana. L'episodio e il tutto si rischiarano a vi· cenda. * * * Detto così della convenienza e della opportunità di questa campagna, accenniamo brevemente a.i limiti a cui, secondo noi, dovrebbe restringersi, perchè l'cf– fica.cia. ne riesca massima. Uno dei pill competenti h-attatisti di politica com– merciale, il Fontana Russo, così riassume i risultati dello studio sul1 1 [talia e sul suo regime doganale (1xissim da pag. 1 H a pag. 237): " J.lleciti sono i profitti di quei manifatturieri i quali, non pill bisognosi di tutela, continuano l'eser• cizio delle industrie all'ombra cli essa, devolvendo a proprio va.ntaggio gli effetti della protezione. Se questo stato cli cose è tollerabile, e forse necessario, quando le fabbriche muovono i primi loro passi nel cammino indust.riale, esso diviene ingiusto, cconomi– crtmentc pericoloso e socialmente iniquo, allorquando l'operositìt manifatturiera si s"olge iu pieno rigoglio senz.a nulla i1widiare flllrt grande industria estera. [n Italia poi, ove misere sono le condizioni dei con– sumi, il fenomeno di cui ora si discute acquista forme e proporzioni pit1 pericoloso e più gra.vi. Con– vinti che la produzione più in .Italia. che all'estero meriti spech1li riguardi, noi non vogliamo togliere ogni valore protettivo alle gabelle di confine, ma ate :i G no B1arc o vorremmo che esse si riducessero ad una giusta ed onesta proporz.ione, 11011 dimenticnnclo che alle cause sfavorevoli, in cui si svolge l'operosità manifatturiera, bisog1HLcollegare quello che danno ad essa speciali vantaggi (basso li,•ello elci sah1rl in Italia). "Alcuni rami dc\Pindustria italiana hanno rag– giunto tal grado di perfezio1rnmento, da f:.tr ritenere inopportuna. e noci"a buona parte della. tutela go– duta. Le fabbriche di cotonerie, per esempio 1 dimo– strano di poter vivere e prosperare senza ht prote– zione, che ne stimolò l'fittività, rinvigorendone l'or– ganismo. I.a diminuita importaz.iono, l'aumento rapido dell'esportazione e i tentativi già. fatti per limirare la. produzione sono prove evidenti che l'industriit cotoniera. può fare ormai da sè, senza timori di so– praffazioni eia parte delle cotonerie forestiere .... Anche l'industria serica, la quale ha sempre manifestato forti attitudini liberali e che parecchi setaioli vor– rebbero sottoporre ad un regime cli libero scamhio 1 in alcuni suoi rami gode tutela soverchia. Lo stesso si può dire dell'industria della carta e delle polli. Per la lana., una ridui,ione è da in,•oc1trsi por opposte rngioni. 'l'ali sono i bisogni di questa industria o tali le condizioni in cui essa svolge l'opcrosifa Sllil 1 che essa non sente gli stimoli della tutchL. La pro– tez.ione non è medicina. che possa g-uarirc ogni male; essa non può risuscitare gli organi afflitti da troppo gravi infermità costituzionali. (' La. tutela non è divenuta sovcrchii.t solo per certi rami dell'att.ività. marrnfa.ttrice, ma alt,resì per quiLl– cuna delle industrie che si collega.no all'economia agraria. 'l'ale ò il c~1sodel caseificio. l centri mani– fatturieri sono anche grandi consumatori di derra.te flgntrie e, a mezzo elci consumi, fanno sentire a.ll 'a– gricoltura. i beneficì dell,i loro prosperit1\ economica. In Ualia, senza dubhio, questa capacità. di consumo, specie se compa.rata agli esempi forestieri, non è gmn cosa. Ma essa, ad ogni modo, non tralascia di assorbire buona ~arte dei prodotti del suolo, i quali, invoco di correr l'alca del\'osportn:i:ione verso l'est.ero, è sempl'C meglio che trovino in paese· sicuro con– sumo. " Natunilmcnto le ridtt'l.ioni delle tariffo industriali, che noi vaghe~giamo e che s'impongono come una ragione grave di giustiz.in , dovrebhero servirn a so– spingere verso l'estero i nostri prodotti agrarì. 'J.'ide è la struttura dell'J:talia economica e tali furono gli effetti del protezionismo doganale, che il nostro Mez– zog-iorno non può aspirare a divenir paese inclust.riale. Ormai è troppo t.arcli; le fabbriche settentrionali hanno gii\ ammortizzato i capitali d'esercizio; esse conoscono le risorse tutte del regime manifatturiero e soffocherebbero ben presto gli opifi½ì nuovi che, pe1· necessità cli cose, dovrebhero produrre a pii, caro prezz.o. " Di fronte a questa concliz.ionedi cose, duo misure s'impongono: ridurre, medhinte contrattazioni con l'estero, la soverchia prote;-;ione cli cui godono alcune industrie, e servirsi di questa ridu½ione per sospin– gere verso l'estero i procloUi agricoli. Così facendo, la parte meridionale d'Italia diverrebbe un campo sempro pili utile all'operosità manifatturicni del Set– tentl'ione, che ora hit anzi da h1gna.rsi per la scarsa ca.pacità. di acquisto del Sud. ,, Queste le vedute del J<'ontana-Russo, notevoli e sintomatiche in qua11to egli affetta disprez.zo per i principi e le teorie ast.ratte e crede che la protezione nl)hia giovat.o allo sviluppo industrialo italiano, atrret– bLndolo se non 1wo,•ocandolo.Vcchitc notevoli, perchò mostrano che, indipendentemente dal modo di g-iu– dicare le esperienze passate, vi sono amici a.nche in campi sotto qua,Jchc Aspetto avversari. Chi, cla opposta banda, ha primo nlz.ato la voce contro il sistema doganale vigente con nrnggiorc autorità. e larghezia di vedute sintetiche- ò stato cli

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