Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

280 CRITICA SOCIALE affacciate dall'ora che passa, che si presume sia. più sentita, sia più facile ad essero capita e a fornire, coi matcriaH dell'analisi cho ne sarà fatta, nuovi capitali di esperienza, di cautele, di spedienti, cli ri– sorse insomma, complessivamente. moltiplicanti In potcmm di conquista e la capacitlt cli governo di sò o d'altrui nel proletariato. B siccome, qui come al– frovo, si va dall'indistinto al distinto, allargando lo proprie attitudini, 1>erdir così, conccntricnmentc, dal concreto all'astratto, dal semplice al complesso; così ò evidente che, nella scelta delle sue piatta– forme, secondo una corretta pedagogia, il partito socialista donebbe, a mo' d'osempio 1 passare dai pro• biomi della semplice resistenza, o da quelli delJa le– gislazione sociale e del contratto di lavoro, a quelli dolio causo meno lontane che inlluiucono a determi– nare il saggio dei salarii e elci profitti. Jn altri termini, il succedersi dello agitazioni do– vrobbo nella sua continuità riflettere la continuità. ciel rampollar dei bisogni, gli uni a piè degli altri, pcrchè in ogni momento l'uomo non capisce bene so non ciò di cui più ha bisogno. E poichè il livello intelJettuale medio del proletariato italiano non ò eccessivamente aJto, e quindi le nozioni. nuove non possono entrare ne' suoi cervelli se non a costo di grandi ripetizionj 1 così i soggetti d'agitazione do– vrebbero esser scelti tra quelJi sui quali non si può ottenere qualcosa che dopo alcuni anni. Allora si sarà sicuri che qualcosa si ò im(>nrnto; e solo at– travo1·so a questi larghi e ininterrotti cicli si può ciel pari esser sicuri che si formi la consapevolezza di quella tale interdipendenza tra i val'! problemi o lo varie agitazioni, l'assenza della quttle è la causa del l'empirismo tattico del nostro partito. Senza questa coscienza delle reciproche relazioni 11011 c'è pensiero collettivo socialista, non c'ò cervello, non c'è partito. Nelle elezioni amministrative noi abbiamo la con– ferma cli questa regola. In più d'un punto, nel Man– tovano, neJl'Emilia, nella et.essa. Lombardia, dal mo– vimento delle Leghe è germinato un movimento cooperativo, e poi l'uno e l'altro hanno sentito il bisogno cii integrarsi con la conquista del Comune, e spesso si comincia a udir plu·Iaro di refezioni seo– lastiche, cli farmacie comunali, ccc.; e, a sua volta, il movimento per la conquista dei Comuni ha sen– tito già in parecchi luoghi il bisogno di guarentirsi meglio con la conquista dolio Provincie. Da interessi tangibili si passa così a poco a 1>oco ad altri sempre piil complessi ed astratti o lontani. E noi crediamo che i capitali d'esperienza raccolti per questa. via siano assai maggiori di quelli raccolti per la via della politica generale e centrale, che diverrà a. sua volta pii1 concreta solo a misura che cl.ictro le si farà sentire la capacità. cli controllo o cli propulsione ma– turata nelle amministrazioni minori, divenute insor– f'el'Onti di tutela e anelanti ad eguaglianza e matu– rità giuridica. Quello che avviene per la conquista graduale delle amministrazioni dovrebbe n.vveniro l>Cr quella delle riformo o per le singole agitazioni che le concernano. E, por chi ben osservi, ciò tende di fatto ad avve– nire. Non c'è Congresso di mestiere dove, ad esem– pio, non si 1>arl.iora cli riforma di quella legge sui probiviri, che, fino a qualche anno fa, non faceva mai parlare di sè. Analogamonto dovrebbe avvenire por lo agitazioni di politica generale . .Il partito, od i suoi eletti, non devono, corno il l'n.dre Eterno, fissare capricciosamente clall'u.lto la via. eia seguire a sò stessi cd agli altri; essi non devono che spiare i clesiderl delle masse organizzate, che li esprimono per mezzo dei loro Congressi) dovono interpretarli e scegliere a baso di agitazione quelli che hanno ca– rattere più generale, insistendovi fino a che qualcosa. è ottenuto. Ora non può dirsi che que~ta via - la sola. psico- Bibllotecd G110 81,rn ,o logicamente giusta o quasi - sia stata seguita; anzi, lo sforzo fatto per seguirla fu messo in burlfl dai nemici delle riformette, da coloro in genere che si consolano ogni giorno, facendo una rivoluzione in sogno, di non poterne faro una nella veglia. Così si spiega come cadde, rachiticamonte sostenuta come ora\ l'agitazione contro lo spese improduttive. Così è c 10 si è intrapresa nutoritariamento, senza consul– tare l'utilità, la produtth•ità. educativa, l'opportunità. complessiva sua per rapporto a tutta l'altra politica, h\ campagna. contro gli speq>eri nel Ministero della Marina, coitn•olgondovi tutta la serietà del partito, campagna che non ha nulla di socialista sotto 1>a– rocchi aspetti. Primo, perchè qualunque onesto borghese può vo• lerla, anzi la borghesia vi è interessata pil't del prole– tariato, perchè oggi lo Stato ò quasi, esclusivamente roba sua; secondo, perchè, dato pure che si scopra qualche colpevole, da queste campagne noa risulta menoma.mente accresciuta la. capacitft ad impedire il ripullulare cli questi scandali e ad amministrar meglio; si fa delJa maldicenza e dell'ingiuria :mar– chicamente demolitrice in grande, e nulla piìt; terzo, pcrchò con questa campagna, unitamente all'altra iniziativa per i fischi allo Czar, e allo scredito con– tinuato contro tutti i partiti o gli uomini possibili domani come elementi d'un Governo piì1 profonda• mente trasformatore, si è interrotto e forse arrostato per 1nolto tempo il processo di elaborazione di queste combinazioni più avanzate, da cui ci si poteva aspet– tare - por la stessa necessità di loro forma.ziono e conservazioue - un perfezionamento e uu'intog-rn– r.iono degli organi già esistenti in cui si elabora la capacità operaia e una. buona riforma tributaria. Non si tornerà indietro del tutto, ma sarà di molto rallentata. la marcia. in avanti ed intralciata la via. La campagna contro i " succhioni ,, ci avrà. così fatto perdere molto fiato e molto tempo, ma, quanto ad esperienza di educazione prolet.tria, ci avrà lasciati con un pugno di mosche in mano. Chi scrive pensa che una campagna. antiprotezio– nista, quantunque rosa più difficile da queste condi– zioni suscitate eh~amore ciel chiasso o favorite dalla im1>otenza ad ogni pill serio o proficuo lavoro, po– trebbe, anche per le ragioni dette sul principio di questo articolo, riportare il partito corno ad uno elci momenti della. sua vita miglioro. Una campagna come questa, è fatta, se non c'inganniamo, per soddisfare a tutte le condizioni suaccennate, e 1>oichènon solo i consumatori vi sono interessati, ma anche influenti categorie cli produttori, una vittoria, almeno 1>arzialc, può ritenersi sicura. In essa possono essere egual– mente utilizzabili le particolari conoscenze e com• potenze dei tecnici e l'idealismo scientifico dei dot– trinari. Iu essa potrebbe a11cho il partito socialista., o per meglio clire potrebbero i suoi studiosi, aver occasione di innestare sul vecchio tronco della dot– trina qualche ramo novello, estirpandone qualcuno fattosi secco e non pili rispondente alle mutate con– dizioni delle cose e della scienza. Giovandosi di quel buon senso relativistico cho fu singolare J)regio dei primi anni della ,,ita ciel partito, potrebbe non es– serci difficile erigerci al di sopra delle tradizionali contese dei protezionisti e elci liberisti, fondendo in una visione più larga ed unitaria quelli che per lungo tempo parvero due nemici irreconciliabili o dando delfa libertà. un pH1 ampio concetto. 'l'alo campagna segnocebbe inoltre l'iniiio dell'en– trata ciel proletariato nella politica. commerciale, che, come i:;ià. la scienza dello finanze e il diritto civile, comincerebbe a recar l'impronta della nuova classe, o forse in giorni non lontani potrebbe avverarsi il vaticinio di Luigi Luzza.tti, cli trattati internazionali in cui la merce lavoro fosse riguardata almeno come tutte le altre, almeno come un elemento nuovo da

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