Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

278 CRITICA SOCIALE sono dovuti ancho allo stato d'animo d'uno sulle cui spalle cadono tutti i lagni, tutte le proteste - molte dello quali ingiusto - e che non ha l'aiuto di nessuno, che assiste, imJJOtente, alla paralisi t>rOgt'essiva <Incui è preso l'organismo per il quale ha dato tutta la opera sua. Ah! voi gridate n.lh~ bancarotta dell'organizzazione! Forse porchò dopo clue anni di agitazioni proletario non è ancora instaurato il regno della cuccagna.? r,o so che ,•i sono dei cialtroni, i quali ,·anno dicendo ai lavoratori che rra 20 anni avremo il socialismo, ma questa gente - lo penso - compie un'opera ben pii1 nefasta di quella che 1>0ssn essere compiuta dagli uomini del In reazione. g so anche che, data. l'ignoranza ancora clomìnante nelle moltitudini, queste seguono più racil– mente i cialtroni in paroln. ohe non gli onesti, i qual i sentono il dovere di rendere il proletnriato edotto di tutte le difficoltà, di tutti gli ostacoli - molti dei <1uali insiti nella stessa classe la\'oratrice - che rendono lunga e faticosa l'ascesa. J: potevate aver l'illusione, in due anni di agitazione - in molti luoghi disordinata, senza direttiva. alcuna - potevate a,·er l'illusione di veder raddoppiati i salari? Se avete orecluto questo, dimostrate di non aver hl più piccola. idea del movimento sociale o di quello che - dato lo stato in cui si trovano le nostre 1>opolazionl- è possibile ottenere mediante L'organizzazione. .E 1>oi: l'organizzazione ò ratta soltanto per l'ele,·a• mento dei sai art? Ì•: soltanto 1>erquesta via che il lavo– ratore migliora la propria condizione? Lo Leghe si devono curare soltanto di h~riffe e di orari? Ma do,•e lasciate il miglioramento morale cho si ottieno mettendo il lavoratore a coutatto dell'altro lavo• ratoro, togliendo o rendendo meno ncuto fra l'uno o l'altro quello stato di guerra. in cui dOno fln qui vissuti? Io ritengo che basterebbe questa runzlone, per rnc. comandare ai socialisti la vita delle organizzazioni pro• letaric. .E il miglioramento intellettuale, ohe si forma alle conferenze, mediante la lettura, nelle discussioni, dove lo lasciamo? E le conquisto politiche ed amministrative? E lo agitazioni J>er la conquista di una legislazione so– cia.le? E i miglioramenti nelle condizioni igieniche? Quale campo immenso di agitazioni e di conquiste, per la classe lavoratrice, ò mai questo, o amico Romei! Jo l'ho qui sul tavolo il codice sanitario del nostro 1>aesc,e di tratto in tratto nJH'O le p agine dell'amato volume e penso - con amarezza - allo stra.no contrasto rra la legge scritta. e le condizioni in cui vi\'e ancora tanta parte dello nostre popolazioni! E mi domando: perchò qo.esto contrasto? I~la \'OCedel socialismo (quello antico, senza aggettivi, che è anche il socialismo c1 1 oggi e ohe sarà il socialismo di domani) mi rispondo: perchè questa ò l'opera della filantropia; non ò conquista di classe. E allora io mi sentirei tentato di incomincinro a volgarizzare Io disposizioni di queste leggi che non sono mai state applicate ohe in minima pil.rtc; io mi sentirei tentato di buttare in piazza questa. robn, per vedere se i contadini la trovano interessante, ma poi sfogliando il volume vedo lo firme di Crispi, di Rudinl, e di altri ministri di Casn Savoia; un brivido mi corre ))er le ossa; una voce (quella del socialista rivoluzionario) mi dice: guai <i te, traditore della cl<use lai:orat1·ice ! quella è •roba borghese! Chiudo il volume, o sulle leggi sanitarie, ohe, ap1>licate, darebbero tanta salute ai lavoratori, cade la poivero dell'oblio. B10ot a Gino B1ano Leghe e elezioni. - Con le vostreLeghe ci aveteguastato i Collegipolitici! Xon guastati ma epurati, oaccian,lo nei partiti con• servntori tutta quella ·za\'orra politica che ci segui\'!\. un po' per sentimentalismo filantropico, un po 1 per sim• patia personale, e molto J>Crmalcontento contro il Oo– \'erno, ma non perchè i suoi interessi coincidessero con quelli della cla.sso lavoratrice. E vi diciamo che siamo lieti di questa. epurazione che dà al partito socialista la sua fisionomia di partito dei lavoratori. .Muoia qualche deputato, cioè si perda qualche Col– legio, ma \'iva il movimento proletario. Questa ò In mia formula. Ma è poi vero che il movimento economico ha dan– neggiato quello politico, cinto che si debbano rare <1ueste distinzioni che per me sono 1rnramonte teoriche? Non lo credo. Anche ammesso che il movimento del In Mmpngne sia destinato a. spegnersi - ciò che non ritengo - esso lascia un tal sedimento di coscienza nuo"a nelle masse che non mancherà di dare i suoi frutti nuche sul ter– reno delle conquiste politiche. Ma è mai possibile che un mo,•imento cosl grandioso non abbia creato nulla nella coscienza della classe lavoratrice? Guardate soltanto acl un renomeno: il krumiraggio cattolico. Yenti a1rni di predicazione non a,•rP.bl.Jeropro– dotto, nella mente del cont.ndino, quello che ha prodotto lo spettacolo del prete che nelle lotte del lavoro si dà ad organizzare bande di krumiri. Jt vrete è 1m ·1:ostro nemico! -il prete lie11edall<, 1mrte dei sig11ori ! il 1n·ete è co11t1·0 cli voi! Il giorno in cui i lavoratori organizzati lo videro schie.– rato dalla parte dei signori, contro le Leghe, capirono che ìl prete era un loro nemico. li fatto potò pili di tutte le affermazioni teoriche. Ma un nitro merito della organizzazione economica ò l'aumentata diffusione della nostra stampa. Un esempio tolto qui in casa nostra: al bel tempo dei circoletti la tiratura. della 'l'crrn era, in media, di 1200 copie alla settimana. ~:stata l'organizzazione economica che l'ha elevnta a 4500 ed ha fatto enti-are il giornale una quantità di paesi nuovi. La propaganda orale. DebiJo dire qualchecosa anche su questo argomento, J>erchò la. vostra manla per le conferenze è altra delle cause che mi hanno SJ>intoa dimetttermi. Jntendin.moci: Io non voglio gettnre il discredito su una rorma di pro• pagnnda che, data la grande quantità. dì analfabeti che abbiamo nelle masse, sarà. necessaria ancora per pa– recchi nnni. Jntendo soltanto battere in breccia un pre• giudizio che ò radicato nella mente di molti cli voi, il pregiudizio per cui la conferenza è il grande farmaco che guarisce tutti i mali (e non sono pochi) di cui sono affette le nostre organizzazioni. Certo, la conferenza porta il suo contriiJuto all'organizzazio11e, specialmente quando si basa sulle osservazioni di ratto e sui feno– meni che si vanno verificando in questo grande In.bora• torio che è il movimento operaio; ma quante \'Olte, in– vece di una conferenza, che lascia il tempo che trO\'a, non avrebbe giovato una riuuione della Lega per stu– diare, assieme, tutta quelllL serie di renomeni che si verificano nella vita economica delle popolazioni. Ma allora manca lo l'IJ>ettacolo!allora non ci si diverte! l'or· gnnizz1lzione diventa uun cosa troppa monotona! Non ò cosl? Quante sono ancora le Leghe le quali pensano che la l<~eclerazionenon abiJia che un còm1>ito: quello

RkJQdWJsaXNoZXIy