Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

CRITICA SOCIALE 297 mente rigonfiato quel JJrogetto 1 che l'Ufficio del Senato aveva i::gonflato ma fatto approvare in· due mesi. Era una riforma bella, variopinta, grande, grossa, corpulenta, la quale a base cli scuola unica risolveva tutti i pro– blemi, e perciò suscitava tutte lo questioni, urtava tutti i pregiudiZI, feriva tutti gl'interessi, andava, come la mula di Ser Florimondo, a scavare i sassi al centro della terra per darsi il gusto di prenderli a ealci: era insomma, un progetto così ponderato o ponderoso che non 1>otòpil, muoversi pel troppo poso; o cli fatti eta quel momento in poi, della legge la Camera non si occupò pili (1). 1~s1>erabile che oggi le cose vadano per via diversa e migliore? L:L questione politica. Noi non lo crediamo. E la nostra sfiducia nn.sce non !:iOlodalle difli.coltà tecniche che impediscono una im– mediata riforma didattica 1 ma anello dalle difficoltà di altro genere, che avviluppano la riforma dello stato (1) Por consolarci rllogglti.ruo In ohe mo<lol'on. uart!nl <llmostrn la necessità di mlgllorai·o 10oondlilonl degl'lnscgnanti: ~ Poche o molle elle sleuo le sc1101e, 01·1li1111111e11H didattict, reoo111me11H, tstnato11i, ,·imm-r1111110 lettera moria, tJe 11011si oùùt1mo tnseg,urn//, colU e ope– ro# con zelo. Il p1·ov,·m11m,1 mlgfio1·e dlve11ta clliacclltera epenlUempo in 11umo at maest,·o bi etto e svoylialo ,· ti rnaesfro, elle sa e v1101e, (llfrae, tsh·u.sce, ed11ca, IIOII081Wlle H 1Jt8idmo del, 1)1"0(/l"Wlllllt. Buon! maestri BIdh·cnta, ottimi 81nasco; ma lo vocazioni sono raro o lo Stato <10,·ogiovani della vo1ont1ì. ,\bblnmo noi ratto tutto qunnto ern dn. farsi per avere Insegnanti buoni o ,•olonterosl? AIJb!nmo noi prov,•eduto n formnrll? ci siamo noi imposte ,·eqole savie, fe,·me,ver sceu/tel'U? e, si.amo ,10i C/O'(lft (lbÙflS/(ll!Z(t del/(l cll(lllUÙ /()I'() e del, loro bisou11l?... Da tnnto tempo 8! pl\rln. di aumontnro gli stl11e1Hli dcgl'lnsegnantl delle scuoio sceondnrle, oho ornm/l.\ la ~ Jungn pro– messa con•nttendor corto ,, "10110suno latJl.m\ anche di chi 1,111 ha In uggln. le cltm:lonl tro1,110usllato .... Gt'f11seummti del/e scuole se– CQllclorle 80110 f/CIQU.U me11() elle hl OQlli (llfro $/(I/() cl'Rm·opa, JtaUn gt'l11seum111ti. delle scuole seco11da1·te so110vao11U meno (H mol– Ussi.mi, attri impiegotL, al- 111w/L sovrastano per t'i11dole, la di.u11Uù, i•;,mportw,za deU'11{llci,o elle esercltw,o .... Cl SfLrobbo11.govoleprovare come, vor gl'lnsegnantl, 10 JHOmoz!Onl Slono Jl!Ìt lente che per gll nitri ufl\elall dello Stato; o come questi PfLrtnno da st11>endimeno umili o salgano, la 11lùparte, a stluondl che un !nscgname 11011 rag• glungoril. neanche !n ,·eeeh!ala e <111n.ndo ha een·lto per quarnnt'nnn!. ... Unn.sentenza antica fLmmaestra: nulla ò 11111 costoso di un ln11>!egnto pagato 111alo;o questn ,·erltà, se !11cgnl ordirlo dell'Ammlnlstrazlone J)ubbllca, è dn aver J)reecnto nncho J)IÌtquando si tratta <legl'lnse– gnantl, nl qunll nmcl\amo I nostri flglh1011o Insieme con ossi la 1iros1icr1ti\, la dignità, In sicurtà av\·enlre dolio Stato. 1.'lnsognmito dO\'O essere retribuito per modo da vivere <leeorosamonte; (f11clli: a ,,,iesto 110n sl provvede, og11L altra ma11iera di p1·çvvedlmt11U sarù f11elflcace ti miguo,·,wc le scuole. I JJIÌ1 degli tnsegnantl oggi, con gl! stipendi eho hanno, non 1>otrcbboro campare; cercano, com'è nalu– rale, d'aiutarsi con lo lozioni o 10 rlJ)Otlzlont 110110 case Jlrlvate: <I! qui una ftltlca quotldltma oh() Il aeco.scla o 11 S\'Oglla, o dalla ((UI\IC, t1111toquanto loro, si risente e solfr•e la scuola. I regolamenti, le e!reolar! ml11neeln110,vlotnno di <lar lezioni ul 1>ro11rt nhmnl fuori dell'Istituto, mn. <llv1ctlo 111!1111.eclo si eludono con Industrio sottili; nllo stnecaro dolio tonde, ehi ci BCI\J1lta ò l'nutor1tì1 <101 oo,·erno, obbO<llto nella lettera, burlato nello SJ>lrlto. E non basta; ohò alcuni, I migliori s1iesso, senza s1iornnza di trovnr mnl 1iol ginnasio o noi liceo quanto loro IJastl a11a yJla, rantMtleano d! cattedre un\1·ersl– tnr10, sognano lo l!bo1·e docenze, I concorsi, o si s,•Jano e portano nella scuola metodi e st11di, che non 11rrnodcgl'!etlhltl <l'istruzlono 8oeondarla. Così gli scolari 1iassnno dall'uiio a\\'nltro del 11roressorl, palleggia.li tra lo lozioni fiacche di chi 1:11 1,rep11ra n voolfer11re per dodici ore <liseguito, e la pretouslono di uhi non ,•cdo IHilla scuola ove Insegna se non 1111 trll!ntte tropJlO modesto por lui. ... l'aSSlamo UIIA. volta dalle J)BrOle al fati\ n• - E la CommlSSIOIIOl)llS8Ònelln. maniera accorta o vrnUca che abblam 1•!sto, I fnttl, però, nlla fine vennero: 11011892,nt1111ontodi tasso seolastlohe, GOO mlla Un, di g1111- dagno J>er Il {loverno, ln. nnc di ogni earrlorn J)Or gl'lnscgnnntl; noi t89G, nuovo t!\Ssc, SOOmlii\ lire <li guad,1gno 11erIl Governo o le coso prose•n J)OCO corno prlmu 11ergl'lnsegnnnt!; nel 111-00, nuovo tasse, nessun 1JUa11ngno - flnnlmento ! - J>er !I Governo, e un migliora~ mento nppenn. sonslblle 1 non per tutti, ma J>Cruna pa1·to dogl'lnSC· gnnnt!. Como 8011bello IOJ)nrole o come son brutti I fatti! economico e giuridico degl'insegnanti e che, se doves– sero complicarsi con le prime, non farebbero se non rendere sempre più malagevole lo snodamento di qua.– lunquo problema.. Perchè - è ridicolo chiudere gli occhi per non vedere - la fine delle ingerenze politiche nell'amministrazione scolastica e il miglioramento delle condizioni econo– miche degl'insegnanti, se in astrntto sono cose belle e buone e contro di esse nessuno potrebbe in linea di pura giustizia trovitr nulla da ridire, nelle concrete condizioni }JOlitiche del nostro paese assumono di n~ces• sità il carattere rli vero e proprie questioni politiche, di fronte alle quali gli uomini JJOlitici non possono la– sciarsi guidare dai sem1>lici aforismi della giustizia astratta. Quale sarebbe più, infatti, la base elettorale di tutti quei de1rntati ministeriali con tutti i Ministeri, che do• minano nei borghi putridi del nostro paese profondendo i favori e gl'impicghi ai loro clienti, quando i Ministri dell 1 istruzione 1 sotto ht.pressione della organizzata classe insegnante, non 1,otessero più distribuir abilitazioni, no• mine, promozioni, traslochi, e la vittoria nostra fosse seguita da quella dei funzionari delle poste e dei tele– grafi, e la vittoria di costoro da quella dei funzionari di tuUi gli altri .Ministeri? I costumi politici del nostro paese ne sarebbero senza dubbio assai bonificati - ccl ecco uno dei punti, in cui Pinteresse particolare della nostra classe coincide coll'interesse generale del paese - i ma la oligar– chia parlamentare, che, per mutare che facciano lo cor• renti politiche e i Ministeri, rimane sempre immutata, perclerebbe uno strumento potentissimo di dominio e cli corruzione. JM ò sperabile che essa si lasci cla noi senza lotta detronizzare? l~d è possibile che noi riesci amo ad espropriarla senza condurre la nostra can1pagna con tattica apertamente politica, poichè politico è il pro– Ulema che noi dobbiamo suJ)erare? Nè meno politico è il 1>roblema economico: perchò, chiedendo denaro per le scuole vostre, voi chiedete im– plicitamente denaro anche per le scuole elementari, e i pochi milioni necessart a voi si tirano dietro i dodici milioni necessari ai maestri. 1~, dopo i milioni necessari alte persone, verrà la volta dei milioni necessari ai la– boratori, alle biblioteche, ai gabinetti, all'arredamento, agli edifici scolastici. E questi milioni non si fabbricano col flato, e bisogna chiederli o alle tasse scolastiche o al bilancio generale dello Stato. Ed ecco un'altra que– stione politica, clinanzi alla quale gli uomini politici non 1>ossononon seguire criteri politici, e noi non pOS· siamo non seguit·e una tattica politica.('). (1) Se alcuno c\ubUnsse ancora di 11uesta verità evictcntlsslnm, do• ,·rcbbero esser 11lù ohe sufficienti a toglierlo d'lneorteizn lo esplicite dlo,;hlarnzlonl f11ttoIn questi ulllml tempi da J)llrocchl notevoll uomini politici di vart 1,al'tltl. 1.•011. Morolll Gu11\llcrott!, 11lì1,·olte relntoro ciel rrnanclo <lella l'. I., hn. scritto al Prc8ldc11to della Sezione fe(lC– ralo di l'ISi\: M Non ò Il caso di farsi !unto l\lus10111.Avrà Inteso 1,el, 001110 ho lllteso IO,ChOdal 11rogetto di bllnnclO J)er Il 1003·9(H Il Te– soro ha lnesoralJ!lmente ra1c111totutti gli aumenti ohe Il !>linlstro delln P, I. ,•J avevR recato. Quan-10, In nome delle esigenze s11prc1110 clelln flnanw, chi IU\ <li questa In custodia o la responsabll!tà credo dl clovero assumere 1111 atteggiamento simile, ere<la 1rnre, egregio J)rOfessore, che uno. cnusa può es80ro slmJ)ntlea o ! suol sostenitori J>ossono essoro quanto vuole eouvlntl ed e1oqucntt, ma la q11esU011e <llla Camera assume di 1iecessitù 1111 Ctspetto potlUco e, n conti fatti, tutto rimano eomo 1>r!ma. !~eco percllè, pur iion disperando de!l'av– ve11lre,lo 11011 vorrei che 1:11ao I suol eollegh\ Sl)crassero tro1mo dn questo movimento, In cui li seguo la Ucnevolenza del più, ma.Cli\u111 non possono sperare Il risorgimento lmmc<llnlo dello loro sori!. 11 (JJoUettiuo dell<t 1''ede1·azLo11e Il, 2:46-7). - l,'on. Bonarai, lllll Comizio <li tlrcseln del 2:1 giugno p. p., ~ fu dolente di to11fessan c110ogu b1tonn Intenzione <lei l'o.rlamonto s't11f1·a11seco11iro 1e esloe11::e aeria

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