Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

288 CRITICA SOCIALE riordinare con un disegno di legge le condizioni degli studf e quelle degli insegnanti, e firmata da l34 de– putati d.i vari settori, noi questa nostra opinione consacrammo in un emendamento, che impegnava intanto a provvedere, sonzi.t ritardo, a migliorare le coudizioni materiali e mornli degli im1ogna11ti, riman– dundo n. miglior tempo la. complessa l'iforma della scuola - emendamento che raccolse, quella stess11 matti1rn, buon numero cli firme o sul quale avremmo provocato l'appello nominale. 1\Ia,proprio quella stessa mattina, si 1>reaununciava. la crisi, che finì per rirnanchtrc la.discussione a dopo le vacanze. Nel rnct.Icsimosenso conclude la relazione al Con– gresso del prof. Gaetano Salvémini, che ci venne gentilmente favorita e i cui concetti, in complesso, furono approvati dal Congresso; e a nei l'argomento paro hu1to importante, che non dubitiamo cli ospita rin. intera - malgrado la insueta lunghezza - nelle no· stro colonne. Gli inscgnnnti e la. scuola. Rgregi Colleghi, l,a vostra rcderazione, concentrando in questo primo periodo di vita tutta la sua opera per ottenere che il Parlamento proneda, senza ritardo e senza mezze mi• sure, a migliorare le indecorose condizioni economiche della vostra classe e a sopprimere il beneplacito dei Mi· nistri in tutto quanto rigltarda le abilitazioni, le nomine, i traslochi e in generale lo stato giuridico degl'inse– gnanti, non solo compie la funzione senza dubbio legit• tima di tutelare i vostri diritti troppo a lungo mano– messi, ma promuove quella che è la più necessaria o feconda fra tutte le riforme scolastiche possibili. Perchè - l'abbiamo detto e ridetto e ripetuto 1 ma occorrerà persistere e ripeterlo 1 ellsendo sempre tutt'altro ct,.e scarse le persone interessate n rnr le ,•iste di non aver sentito - il maestro non ò un burocratico qua– lunque, per cui i regolamenti son tutto e In iniziativa individuale ò nulla: la. scuola non è un laboratorio di riproduzioni meccaniche secondo lo stnm1,ino ufficiale imposto con un telegramma. uftlciale da Sua Eccellenza Il .Ministro; l'alunno non ò un foglio di carta bianca, su cui si possono fare a cuor leggero sgorbi, correzioni e cancellature: il maestro ò custode d'auime, artefice di coscienze, suscitatore di pensieri; la lezione è un'opera d'arte delicatissima, In cui buona riuscita dipende tutta dalla coltura, dall'ingegno, dall'affetto squisito e vigile dell 1 insegnante; l'alunno ò un oggetto fragile e perico– loso che va maneggiato con la massima cura, e una paroln opportuna può salval'lo, unn parola stonata può scoraggiarlo e perderlo per tutta la vita. 11 11roblema della scuola, dunque, non è tanto pro· bioma di ordinamenti, quanto problema di uomini i e qualunque 1>iùbella organizzazione scolastica sarà. per· rettamente vana se mancheranno gli uomini adatti e disposti n. farla ben funzionare, laddo,•e, anche con ordi– namenti scolastici imperfetti e mal congegnati, un ma-estro intelligente e amoroso può rar miracoli: percbè i pro. grammi ce li facciamo noi giorno }J8rgiorno, ora per ora, nella scuola, e le leggi scolastiche le facciamo noi, mentre lo interpretiamo o le applichiamo secondo il nostro criterio e secondo la nostra coscienza, e anche da una materia astrusa e difficile e magari inutile un maestro, che abbia ingegno e cultura e cuore e non sia angustiato dalla miseria cd esasperato dalle ingiustizie, può trarre succhi vitalissimi 11erla istruzione e per la educazione dei suoi alunni. Ora, fluo a quando sarà lecito ai Ministri della Pub- U I lj blica Istruzione profondere le abilitazioni all'insegna– mento secondo le convenienze elettorali proprie e dei deJ)utati e senatori e politicanti amici, e sempre secondo queste convenienze elettorali e senza garanzie di con– corso distribuir gli uffici, n))rendo le scuole a uno stuolo cli arfasatti, senza cultura, senzn preparazione profes• Rionale, senz 1 affetto per la missio11e a.cl e ssi affidata, che ranno gl'insegnanti come farebbero i commessi del lotto o i controllori delle ferrovie, se su questi uffici si rosse esteso il potere feudale dei loro benerattori 1 e la cui insi1>ienzae immoralità distrugge senza tregua l'opera e l'esempio degiinsegnanti buoni; fluo a quando i maestri snranno retribuiti con stipendi inadeguati alle stesse pili elementari necessità. della vita, e il loro J)ensiero sarà frastornato ed ottonobrnto dalla triste ombra delle ristrettezze familiari, e i pili dovranno, per ri– parare all'insufficiente stipendio, csaul'i1·si in lozioni privnte e in altre fatiche estranee alla scuola, non dando n questa se non l'a,•nnzo dellP.proprie forze, trascurando di rinnovare la propria coltura, perdendo a lungo an– dare ogni genialità e freschezza d'idee, riducendosi ,,ia via a ripetere fiaccamente e aridamente, senza rinno– varle mai, le materie e i metodi appresi nei lontani anni della vita universitaria; fino a quando dal ,•o\ere personale dei :Ministri dipenderanno i passaggi da un istituto all'altro e dall'insegnamento di una materia n un'altrai e nessuna <li fesa legale avrauno gl'insegnnnti contro i trasferimenti per impcnetral>ili e spesso incon• fessabili ragioni di servizio, e nulla garantirà ai pili meritevoli trasferimenti nelle residenze migliori, e lo SJ)Ottncoloperenne delle scorrettezze morali contribuirà col disagio materiale a sconfortare e fiaccare le fibre 11il1 tenaci e i carattE'ri più forti; fino a quando, insomma, l'amministrazione scolastica non si.1.sottratta, per via cli leggi organiche, chiare e sicure, al dispotismo mutevole degli uomini politici, e le condizioni economiche degli inscgnauti non siano almeno pariftcate a quello degli nitri runzionari dello Stato, ogni riforma scolastica sar,\ esercitazione accademica intorno a vuote astrattezze, o - poggio ancora. - sarà e1~podiente ingannatore JJer fuorviare l'attenzione degli ingenui dai problemi piì1 urgenti ma JJiì1 incomodi, e per sottrarsi cosl alla im– mediata soluzione di questi. Necessità e (lifricoltà dcllu. ril'ormn. seolasticn. Naturalmente, nessuno di noi pensa che, sciolto il nodo dello stato giuridico ed economico del personale ilÌsognnnte, tutte le altre questioni scolastiche divengano trascurnbili 1 e sparisca ogni urgenza di ulteriori riforme. Tutt'altro: l'opera amorosa degl'insegnanti 1 se può atte– nuare in misura raggunrde\'Ole i mali del presente ordine di cose, non può eliminarli del tutto; perchè le nostro scuole secondarie, così come sono oggi congegnate, con elementi di varia origine e di contraddittoria struttura, non riescono più a coordinarsi se non in maniera molto imperfetta alle necessità della moderna civiltà industriale e democratica, e vanno sveltito e svecchiate e meglio riallacciate al tronco florido e fecondo della vita. E certo, se il problema della riforma scolastica non presentasse difficoltà sue speciali e gravissime e potesse venir raci!– mcnte e subito su1,enito come quello delle condizioni giuridiche ed economiche dcgl'insegnantii io modo che rosse possibile proceder in breve ad w1a grandiosa tra– sformazione di tutte le nostre scuole, assicurando non solo ai maestri vita dignitosa e _tranquilla, ma anche alla gioventù studi piacevoli di utilità indiscussa e alle famiglie ferme garanzie intorno all1avvenire dei loro ft.

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