Critica Sociale - Anno X - n. 5 - 1 marzo 1900

CRITICA SOCIALE 69 " rettamente, sopportare nuovi gravami; e se unii ri– e.: forma attendono nelle leggi sulla ricchezza mobile, "tale deve C:ìsere che escluda in modo asf<oluto 1 dall'im– " posta, tutte assolutamente le JJl'esfozio11i della memo d'o– " pem per qualsiasi, misura, avuto riguardo alli~ I0l'0 " discontinuità. e 1necarietà. ,., In fondo - sinceramente - è la 1frolta di tutto ciò che lavorr1.e che produco, contro Llll feroce e balordo pa– ra.~sitismogovernativo, che stronca gli alberi per coglierne i frutti - all'zi 1 che divora i fiori e l'orbe stesse prima che diventino frutti. Questa ribellione per la difesa, pel' la conservazione degli embrioni della futura ricchezza industria.le italiana è cosa santa, come la difesa e la. conservazione degli elementi della civilfa stessa. Ma. è ameno constatare come il Governo, il quale, in suo pensiero astuto, mer\i– ta,·a forse col RUOprogetto di imposta di scindere le fa. Jaugi clel proletariato e contrappor!e le une alle nitre in flvalità minacciosa, sia in fatto riuscito a creare per• sino contro di lui - nemico comune - una 1>uperiore solidarietà. di indm:;triali e di operai, di sfrnttatol'i e di sfruttati, intesa a trarre in sal,·o, dal cieco infuriare della s01vaggia rabbia distruggitrice fiscale, i germi dell'anre– nire economico della nostra patria. Quando vi dico che i Numi steiìsi 1 nella loro grande predilezione per noi sovversivi, suggeriscono di notte ai nostri governanti le idee òuone per la causa nosti·a... CJ.,\UDro 'J'1u:n:s. Riproduciamo, sullo stesso argomento, la lettera che il direttore della ('rifitu inviava al Comizio mi– lirnese cli domenica. scorsa: 21 relllm\lO. Cari amici, Aderisco con tutto il cuore al vostro Comizio, al quale mi avreste pre!'lente e parteci1>e se l'ui·genza di alti-e battaglie non mi volesse alla capitale . .E vi aderisco non solo come socialista 1 ma eziandio come rappresentante politico della città, che ò il capoluogo industriale d'ltalia. Una legge, infatti, che tende ad estendere il tributo della ricchezza a un camJ>Oche la J>ratica fin qui avent qua.si sempre risparmiato - alle mercedi, cioè, che appena si elevino di qualche linea al di so])ra del " salario di farne ,, - e ciò in un })aese dove giit oltre la metà delle pubbliche gravezze ò sOJlJ)Ortatn,sotto la forma insidiosa di tributi indh'etti, dai lavoratori, che vi lasciano òen un quarto dei prezzo del loro lavoro - una legge siffatta ferisce in un sol colpo tutte le classi sociali e in prima linea le classi JJrocluttive. Se qui il punto cPincidenza immediato ò l'operaio, questo però, solo ove sia debolii,simo o disgregato, ne SOJ)t)orterltpas– sivamente tutto il peso e sarà. ricacciato in grembo alla mi.!'leriapili atrocej dove è organizzato e men debole, farà quant'è in JJoter suo per rimbalzarlo sulPindu– ~triale, il quale lo riJ)ercuoterà a sua volta sul com– mercio e sui consumatori; e questi se ne rivarranno scemando i consumi e dì rimbalzo i redditi dei traffici e delle industriej onde di nuovo, in ultima analisi, il calare clei salarii dei lavoratori. n circolo si a])re nella crisi. Ma alla crisi non si arri va, }JCI'tal yia, se non ina– SJ)l'encloin questo gioco le resistenze e gli attriti fra salariati e imJ)l'enclitori; ossh~ acuendo quella lotta di classe di cui si ò dato ai socialisti il òreYetto d'inven– zione e per la quale si ra loro scontare, t.~ tempo e luogo, Pignominia della galera. ln quest'opera, intesa a frustrnre questo primo vero .risveglio cli OJ)erosità. industriale, che si nota oggi in ltalia, e a. sequestrare il nostro paese in un 1>erpetuo medio evo economico, il Governo ò }Jerfettamente logico e la sua condotta ò aòilissimamente congegnata. Esso ba. bisogno di altri 400 milioni per la guerra, che nes• suno ci fa e che non vogliam fa.re a nessuno. E se la– menti sorgeranno, non stanno forse al fuoco i " provve• dimenti politici ,, ? 1arcc J~ccoporchè la protesta che voi formulerete e la lotta che tiene oggi a Roma. noi deputati di parte popolare non sono in fondo che una sola o medesima cosa. Questo hanno compreso perfettamente gli operai so– cialisti. Essi sanno cho il JH'Oblernafinanziario e il pro• blenrn. politico non sono che due fronti della stessa medaglia. Sanno che lo sviluppo industriale - sinonimo della. civiltà moderna - è nell'interesse non di una sola, ma di tutte le classi produtti\'e o della massa consuma– trice; che ove esso sia inceppato, la misel'ia, la disoc– cupazione, la rivolta divengono inevitabili; e che esso non si consegue, o ò tosto impedito, dove manchi il J)residio delle elementari libertà. I~ questo io auguro che J)arimeuti intendano in tempo le nostre classi industi-iali e i consuma.tori in generej le quali e i quali oggi - considerandole come vane o moleste ideologie - si lasciano strappare di mano quelle armi, cui domani cercheranno inva.no per salva.guardare le proprie imhLStrie e il livello del loro tenore di vita. La borghesia italiana sarà. ferib. dalParme che l'oli– garchia agrario-feudale sta fucinando in suo nome e colla sua. connivenza. A.òbiatemi rosfro ai tuoi-e V0,11'PO 'J'unATf. E vo~liamo, infine, sottoporre al lettore un'osser– vazione, che ci sembra pure degna di rilie,·o. Noi non sian10 abhastanza dotti in materia finan~ ziaria per conoscere ,1, puntino tutte Je dieci o dodici (e forse pili) specie e direzioni diverse di ripe1·cus– sione delle imposte, il cui studio dà. tanto filo da torcere ai:;li economisti-finanzieri propriamente detti. :Ma questo ci pare evidente: che laddove le schiere pili organizzR.te e meglio rimunerR.te degli operai riusciranno a respingere da. sè 1 in tutto o in parte, l'amaro calice della, nuova imposta, questa, anche prima che sui consumatori - i quali, saho pei ge– neri di necessiti't primissima, non si lasciano poi trnppo mungere, godendo de!Popz.ionc fra il compe– rare e il non comperare - sarà dall1industria stessa. fatta. ricadere sulla tmba degli operai non qualifìc~tti, meno organizzati, pagati derisoriamente e piì.1 facili da sostit.uirsi, quindi fa,illahles et corviables ù merci. daJ buon piacere dei graziosi loro signori e padroni. Questa specie di ripercussione orizr.ontale o colla• ternle ci sembra, nella maggio1· parte dei casi, la pili probabile, come c1uella che seguirebbe \a, linea della minore resistenza e che viene così indicata dalla legg-e fondamentale economica del maggior Jucro ot– tenuto col minimo sforr.o. Con che sarh una volta di pili dimostrata la veritìt del principio di comune intuito, che si esprime nel broccardo volgare: sono -i. cene-i tlle van semprein aria, e saranno dimostrate insieme la sapienza e la since· l'ifa filantropica del legislatore italiano, il quale av1·it percosso per l'appunto quei ceti che si dava l'aria di voler risparmiare! L'ULTIMA F SE DELL'ECONOMIA L R NA La sop,·avalntazionofondiaria. L'attuale ordinamento economico è fondato sulla totale appropriazione della terra. La persistenza del reddito capitalistico non ha bisogno più di ricorrere. ai mezzi coercitivi delle precedenti forme ecouo– miche sistematiche di occupazione terriera parziale, fondati sulla depressione del salario al minimo. La forma moderna della produzione o automatica, dice il Loria, in qnanto essa esclude in modo defi• nitivo l'occupabilità della terra da parte dei lavo– ratori('). Da qui deriva una rivoluzione nella legge ('J LOllH, Costituitone econ. od/1.wna, pag. !Ji.

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