Critica Sociale - Anno X - n. 5 - 1 marzo 1900

70 CRITICA SOCIALE del salario moderno, il quale assume normalmente un saggio elevato ed indipendente dai mezzi di esi~tenza opel'aia (I). E assai facilmente infirmabile questa proposizione del Loria per due riguardi. Il primo è di ordine teorico, e consiste nella contraddizione palese del carattere automatico della presente economia so– ciale col bisogno di un valore tnibttivo della terra che escluda l'opzione operaia. Il secondo riguardo è l'insostenibilità di ta)e rivoluzione nelle leggi del salario, per il contraccolpo ch'esso subisce sotto l'influenza della sopravalutazione fondiaria, come ora vedremo. Siccome la sopravalutazione si rag– giunge con un'ulteriore deteriorazione del prodotto sociale, essa va a colpire in modo diretto l'eleva– tezza del salario. E siccome l'effetto della soprava– lutazione è la depressione del profitto, ne risulta una inevitabile depressione del salario operata dal capitale. Sicchè, in ultjma analisi, è una l~gge ten– denziale di depressione dei salari che s~orga dalla considerazione genel'ale del sistema lo,·iano, e non già la legge del lo.ro progl'.essivo salire ('). Però, se dinamicamente l'evoluzione capitalistica conduce ad un ribasso del salario, il punto di vista della sua elevatezza è teo,~icamente, e potremo dire artificiosamente, necessario al Loria per mostrare la ba~e economica della sopravalutazione fondiaria('). E proprio dalla 1101'maleelevazione del salario al disopra del minimo, cioè al disopra dei mezzi ne– cessari alla vita e alla procreazione operaia, che deriva la necessità di conferire alla terra un valore superiore a quello normale. Invero, il risparmio operaio accumulato mettel'ebbe presto o tardi il lavoratore in condizione di sottrarsi all'egemonia del capitale acquistando l'unità fondiaria ('). Onde la necessità di precludere tale acquisto all'operaio. . .. Il mezzo decisivo per impedìre che l'operaio ac– quisti l'unità fondiaria e si sottragga al capitale è la sopr·avatutazione della terra, ossia l'artificiale elevamento del suo valore normale. Segniamo, con una rapida delineazione, il pro– cesso descritlo dal Loria per lo stabilimento della sopravalutazione fondiaria. Poichè il valore della terra è determinato dalla rendita divisa pel saggio del profitto, uno sposta– mento della rendita a danno del profitto, tale che aumenti il loro rapporto, eleva il valore della terra Ecco perché la terra ricorre alla ulteriore creazione di un capitale eccessivo 1 il quale ha per effetto di mino1'are il prodotto, ma di deprimere il profitto e Ja rendita in modo disugualmente proporzionale. li salario a sua volta si abbassa per elTetto dell'ec- (IJ LoRu, Costilu~tone econ. Odl.trna, pag. H7. (~J Questa tendenza ele\'atrice del salario è il punto di vista teo• rico di una pleiade di economisti contempo i anei: Webb, Schulze• Gavernitz, Schoenoff, Nitti, l3rentano, ecc. Per ciò che riguarda l'inalterazione del salarlo mediante la creazione del capitale tecnico eccessi\'O, vedi oltre. t'J Il J~oria, a rimuovere tale antinomia teorica dice (pag. H~): " Non v'ha dubbio che la diminuzione dl salario risultante dalla soprualutazione implica una diminuzione del prodoUo. Maque– sta diminuzione è minore di quella che si otterrebbe con la ridu• 1.ione diretta del salario, non accompagnata da mutamento nel valore della terra. • Questa è una 1>ropo11izione contraddittoria.. !"erchè l'inibizione essendo soltanto provvlso1•ia, in quanto la di• stribuzione automatica resta inalterata e apportel'à presto o tardi il riaccumulo del risparmio operaio, arrh::et·d necessartamente 11 t11omtnto In cui la sopnrnalula:tone avni ·scemato 1l proaotto a·una quantità .ruperlore a quella neces.raria con la rta1uione di• ntla ciel salarto. (•1 In altri termini, dato il salario normale superiore al minimo saggio, la condizione organica di esistenza pel sistema capitalista è in questa equazione: s- V+ ò., ove s è la somma del risparmio e v il valore dell'tmild fondiaria. - LOI\IA,ivi, pag. !90. cesso di popolazione conseguente al nuovo capitale eccessivo. « Perciò quanto più procede la riduzione nel saggio del profitto, cresce sempre più il valore della terra, scema sempre più il rh;parmio del lavoratore, fino a che giunge il momento in cui il valore elevante.~i della uuità fondiaria eccede di una quantità. infini• tesima il 1·isparmio scemaute dell'operaio, ossia diviene inibiiivo per esso. A questo punto si arre– sterà lo spostamento della rendita a danno del pro– fitto, e la tripartizione del prodotto fra il salario, il profitto e la rendita avrà. raggiunta una condizione di stabile ed assoluto equilibr-io » ('). Vi è tuttavia uu caso, nota il Loria, in cui la sopravalutazione diminuisce rendita e profitto senza alterare il salario: quando cioè il capitale eccessivo consiste in esclusivo capitale tecnico (2). Ma questa è una condizione che presuppone l'esclu• sione completa di ogni concorrenza, conforme all'i– potesi loriana. La . economia prevalente e quella marxista non possono ammettere tale esclusione. Onde, la inerzia del capitale eccessivo tecnico diventa impossibil~, per lo stimolo economico che avrebbero i capitalisti e i propr·ietal'i a reimpiegarlo per per– cepire ~mmediatamente un reddito superiore all'or– dinario. Sicchè pe1•noi è vero che, data la realità. della sopravalutazione inibitiva, essa col prodotto sociale a00tta tutti i redditi, deprimendoli. Come effetto della sopravalutazione si ha la CO· stituzione di un capitale contt·o-valore, necessario per pareggiare la dimanda della terra alle nuove condizioni superiori del suo valore. Questo capitale esp1·ime una mera sottrazione improduttiva di rie• chezza sociale. . . . Sul limitare stesso della prima formulazione teorica della sopravalutazione troviamo due obie– zioni poderose che il Loria non ha considerato ab• bastanza. Poichè anche quest'ultima fase della pro– prietà capitalistica è cosi poco automatica da ri– correre ad un mezzo inibitivo, perché, a vece della diretta depressione del salario, si ricorre all'eleva– mento del valore terriero'? Il Loria dice che la depressione diretta del sa– lario, ossia l'inibimento del risparmio operaio, non tarderebbe a manifestarsi nocivo, per la conseguente riduzione della produttività, al reddito capitali– stico (3) e terriero. Ma è ovvio osservare che l'e– levazione del salario è una funzione della produt– tività del lavor-o solo in quanto eleva le energie produttrici mediante l'elevato consumo operaio. Il risparmio operaio è l'elTetto dell'astinenza e della macerazione quando il salario è basso, ed è un so– prappiù sfornito di influenza sulla produttività quando viene serbato come superfluo dal consumo operaio. Ma quel che più importa è l'osservare contro il Loda che la sopravalutazione é proprio un mezzo direttamente nocivo alla terra e al ca– pitale; che il mezzo diretto di riduzione dei salarii è quindi produttivo, rispetto alla produzione gene– rale, dei medesimi sinistri effetti generati dal plus• valore fondiario. Perché un mezzo sia prescelto all'altro occorre che la sopravalutazione desca meno nociva della diretta riduzione del salario. Ora è evidente che Ja sopravalutazione non solo, riescendo in ultimo a 1~eprimere in modo indiretto il salario, produce gl'istessi effetti anti-economici della diretta repres- (I) LORIA, ibidem, pag. !95. l11) La creazione di capitale tccnicù eccessivo, restando inallerato il fondo degli alti 1ralari, inibis~e in modo incomJ)leto l'opzione, ravvicinan,:oia all'attuazione. (') LORIA: Costft. econ. oa., pag. 278.

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