Critica Sociale - Anno VIII - n. 20 - 1 dicembre 1899

CRITICA SOCIALE 307 ducia che abbiamo in miracolose palingenesi spi• rituali degli uomini, che uoi c1·ediamo perfLno al fatale rifiol'ire in Italia .... della decrepita Sinistra costituzionale! . .. Or rlunque è sulla base degli interessi di classe che l'alleanza dei partiti popolari è oggi, e sarà ancora per pili anni, una necessità nel nostro paese. li proletariato illuderebbe grandemente sè stes,o se affldasse alla democra,da •- sia poi radicale o repubblicana - i propri interessi remoti, se pen– sasse di trovare in essa la sentinella avanzata della propria o di una qualsiasi rivoluzione - foss'anche di una rivoluzione borghese. Ma mentre es:,o, il proletariato, si viene nell'Italia presente stentata– mente formando e ha sopra di sè la cappa immane di una feudalità vecchia e nuova, terriera, indu· striale, bancaria e militarosca, che minaccia ad ogni tratto di violentemente schiacciarlo; mentre tutto è da rinnovare a poco a poco in questo Stato ita– liano, non già per farlo socialista (oh! non di questo si tratterà nei prossimi Consigli comunali e nelle prossime sessioni del Parlamento!) ma per farlo soltanto un po' pili umano e civile; il privarsi del– l'ausilio che al proletariato può venire dalle classi medio, appoggiate su di esso e confortate dal suo giovanile vigore. sarebbe semplicemente follia. L'ora presente è tutta, se essa saprà coglierla, della democrazia borghese. sospinta dal proletariato, del quale è il domaui. Ciò che importa è che l'una e l'altro acquistino coscienza della loro rispettiva missione e sappiano ciò che debbono e possono pretendere a vicenda, sul prosaico banco del dare e dell'2.vere sociale. L'alleanza dei partiti popolari non ha altra ra– gione - ma ha questa, e deve bastare. 1-k. NORD EJ SUD .1.lnocciolo ,lella, contesa. - .Dc emise. - I1·ime<lii, La polemica, che si ò accesa recentemente, a pro• posito del Mezzogiorno e del Settentrione d'Italia, ha a.tracciata una questione di gravità. eccszionale. lo non mi perito di ritenere che in questa speciale questione è quasi tutta la questione Italiana. Ritornano infatti qui dentro tanto il ricordo del modo con cui fu ini– ziata e compiuta la nostra rivoluzione nazionale, quanto gli effetti che da. quella. sua impreparnzione e da quel suo carattere idealistico derivarono alla costituzione del nuovo regno; come ritorna. pure, commisto a troppi orgogli inutili e a troppi giudizi precipitali e superficiali, l'esame delle condizioni politiche nostre e degli squilibri che la forma rappresentativa, prematura. per certe regioni, ha prodotto nella vita parlamentare dello Stato. Se non che la grande complessità della questiono, il suo carattere irritante per le suscettibi– lilà regionali ancora. vive ed ancora presenti, hanno trasformato il dibattito o in un semplice e ridicolo conteggio di dare o di avere, o in uno scambio iroso di accuso o di querele, di protesto e di lamenti. Da ciò ò difficile assnrgero ad una. concezione larga e impu.rziale che, sopratutto, non concluda con i soliti giudizi sulla ragione e sul torto, o con i soliti augurli alla concordia ed al rratorno aiuto delle regioni di– ,•erse. Eppure questo c1·iterio esatto, intorno alle causo ed alla portata della preseute contesa, è assolutamente necessario per i partiti politici, i quali non possono, come i facitori di libri e di articoli, limitar.ii a con– statare e ad esortare, ma. debbono sempre operare. In una oonlesa del genere di questa cho si dibatte rra Il Nord ed il Sud, un partito politico non può assumere funzione di giudico ed a.tlendore solo o. vagliare le ragioni e a pesare gli argomenti dello due parti, ma deve esso stesso intervenirA nella battaglia, p~rchè questa è sopratutto battaglia politico. da cui non può nò disinteressarsi, nè appartarsi. Il criterio, dunque, che i socialisti debbono rarsi in quest'ora, ò semplicemente un criterio sufficiente a scoprire le forze che operano in questa. contesa regionale e apre– vederne gli urti o lo risultanze, e per nulla a.tratto un criterio che li porti a. pronunciare dei giudizi rorse inesatti, certo inutili. 111 questo nrticolo, cercherò, per quanto l'inadeguata. prepnrazlono me lo consente, di ricercare appunto le ragioni e gli effetti possibili di questa. contesa 1 la• sciando da parte, quanto più è possibile, tutti quegli elementi che non possono influire sullo svolgersi delle forze economiche, politiche e mornli che stanno al fondo di questo dissidio rPgionale. A tale scopo passerò bre - vemente in rassegna. tre punti della questione, in quel– l'ordine in cui mi sembra disporli la. loro naturale successione e conr.atenaziono: 1. 0 il dissidio economico tra il Nord ed il Sud; 2. 0 l'adatta.monto delle classi dirigenti del Sud alla pressione fiscale; 3. 0 la runziono politica. del Mezzogiorno. Dopo di che spero di poter trarre, senza troppa avventatezza, qualche modesta conclusione. Vi è un dissidio economico tra il Nord o il Sud d'llalia.1 E in che consiste, E come è sorto1 E come si mantiene, Le domando sono molte o coIDplesse, come varip rurono le risposte cbe in questi giorni scrittori ed uo• mini politici tentarono di formula.re . In sostanza però tutti quelli che appartengono al Mezzogiorno sono concordi nell'affermaro duo coso: che il Sud paga molto più del Nord, e che esso ritrae minori vantaggi dal– l'opera e dal soccorso del potere centrale. La. prima proposizione, che paro di assai racile con– statazione, ò invece dirtlcilissima da accertare. In tutta. questa lunga polemica io non ho vista citata altra di• mostrazione scientiflc11.del fatto, che quella del pro• fessore Pantalooni, il quale, ricorrendo o.I metodo De Foville, ha preso a termine di confronto la diversa– ricchezza delle provincie, od ha cosi trovafo che l'llalia settontrionalo possiede il 48 pe1· conto della ricchezza na1.ionalo o paga poco mono del 40 per cento; che la centralo possiede il 25 per cento e paga il 28; e che la meridionale possiede non più. do! 27 per cento e pag,1. il 32 o un quarto. Queste oirre furono ripetute, come una verità indiscutibile, e dal Fortunato o dal Talamo e più. di recente dal Villari. È vero che F. S. Nitti, in una lettera. pubblicata. nella T,·ibuna (6 novembre), annuncia pel febbraio un suo libro, col qus.le intende confortare la tesi del Panta.leoni: ma come credere a p1·iori alla serietà scrupolosa di un la\·oro al quale il pror. 0iul!o Alessio, soieniia.to sempre rigoroso nella. ricerca, ha già. mosso in precedenza (Adriatico, 16 no– vembre) tnnte e così gravi critiche? Percbò io non nego il fatto materiale di uno squi– librio nella. quantità. e forse meglio negli eJTetti delle imposto pagate dal Nord e dal Sud i ma. credo assai difficile trovare un termine di confronto a cni riferire le cifro che rappresentano la. mo.ssa di queste imposte.

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