Critica Sociale - Anno VII - n. 8 - 16 aprile 1897

CRITICA SOCIALE 117 l'egoismo economico di classe. La stessa legisla– zione sociale non è che una serie di accorgime11ti « per ren<lere meno rovinosa l'onda spumeggiante delle classi sprovvedute di ricchezza, onda che ru– moreggia alla base della costruzione sociale e ne corrode i fondamenti... Come la guaina dell'arma assicura il proprietario contro la possibilità di ir– rogarsi pericolose e iòvolontarie ferite; cosi il complesso proteiforme delle leggi sociali non ha altro esito finale che di rivestire la struttura eco– nomica della società di una difesa che, mentre conserva intatta ed ugualmente affilata la lama minacciosa della proprietà indivirluale in ogni sua forma, ne rende più facile ed efficace l'uso, e ga– rantisce la classe che la rappresenta dalle mortali ferite, che l'uso inconsiderato e l'abuso dell'arma non mancherebbero di infliggere al mal cauto • (pag. 514-15). Riconosciuto adunque che la classe prevalente economicamente è anche quella che fatalmente detiene il potere politico e ne usa a suo vantaggio, è possibile ottonare da quella classe una legisla– zione che sia, in realtà., contraria ai suoi interessi 1 No. Chi ricorda l'ultima parte del Les bases eco– nomtques, ecc. del Loria sa che la morale scorag– giante che ne sorge è l'impossibilità di ottenere una tale legislazione, non solo. ma l'impossibiliti\ della conquista dei poteri pubblici da pa1·te della classe disererlata e l'inutilitil quinrli di farne scopo di agitazione. Infatti per la legge fondamentale del materialismo stOl'·ico i poteri pubblici sono sempre in mano della classe che ha la preponderanza eco– nomica. Che questa classe possa perrlerli. e conqui– starli invece la classe economicamente diseredata, è una contraddizione storico-sociale insostenibile. Tutta la storia prova che la con'luista dei poteri politici segue. e non precede nè può precedere, la conquista della supremazia economica; che quella deriva da questa e non questa deriva o può deri– vare da quella. D"altra parte è evidente < che la classe. cui è le– gata l'organizzazione e la funzionalità. dello Stato, non ha più forte preoccupazione di quella di sot– trarsi, fin doYe e quanto sia possibile. al peso tri– butario • (pag. 294). Dunque, predominando econo– micamente, e di conseguenza politicamente, una classe, non potranno inai, nella compagine della legislazione che quella stessa classe forma a suo vantaggio, introdursi provvedimenti che siano. oltre che in apparen1.a. in realtà, diretti contro l'inte– resse economico della classe medesima. Quindi « la giustizia nella distribuzione dei tributi; l'egua– glianza soggettiva nel sacrincio che il pagamento dell'imposta arreca ai contribuenti; la m•surazione del tributo sulla capacità. contributiva nelle diverse entità di reddito, non sono ottenibili se non con la rimutazione ab i1nts d"lla organizzazione economica della società., appunto perché l'economia finan– ziaria .... é una derivazione della economia sociale. come questa è il portato delle economie indivi~uali e della forma in esse predominante > (pa~. 46ì). Forse che dunque, rimaneudo fermo 11 predo– minio politico delta classe capitalistica prevalente economicamente, è impossibile 1·attuazione dell'im– posta progressiva 1 No. Tale attuazione é anzi non solo possibile, ma necessaria. L'imposta progressiva sorgerà necessariamente, in un determinato mo– mento dell'organizzazione sociale. e so1·gerà nel– l'is,tesso interesse della classe dominante. E certo. secondo la dottrina del materialismo storico, che. finché durerà. la supremazia economica della classe capitalistica, durerà anche la sua supre– mazia politica L"imposta pr 1gressiva appartiene al programma minimo socialista; é tale dunque (anche secondo i socialisti) da potersi immediatamente ap- plicare; da potersi applica1•e durante la supremazia della classe capitalistica, e quindi pe,· opera della classe capitalistica. Ma è evidente che, • se l'im– posta propressiva, decretata da quella classe contro cui dovrebbe perpefrare l'uccisione della ricchezza individuale, per raggiungere il livellamento di tutte le fortune, dovesse inevitabilmente precipitare a tanto esito, essa verrebbe immediatamente bandita e in nessuno degli Stati moderni sa1·ebbesi mai applicata • (pag 52ì). Se invece in Inghilterra e in molti Stati della Germania fu già applicata se. in altri Stati l'applicazione ne è imminente, ciò av,•iene « perché questa imposta, applicata con quelle studiate cautele ed entro il limite o con gli spedienti tecnici più in uso nelle imposte sul reddito, non offre nessun pericolo, anzi accorda vantaggi maggiori del danno risentito dalla cre– sciuta pressione del tributo alle classi che olfi·ono l'interessante spettacolo di sottoporsi volontaria• mente a più importanti e profonde falcidiazioni di reddito, rassicura per ancor lungo periodo la con– servazione del sistema individualista e rafi8rma sempre più solidamente l'egemonia economica e politica del capitalismo. Perciò essa è accolta non solo, ma caldameate propugnata da tutti i più sa– gaci rappresentanti delle classi su1>reme, ai quali le p1·eoccupazioni e le autosuggestioni doltl'inarie non impediscono di vedere il valore reale del nuovo sistema, e la grande forza di consel'\'azione che spontaneamente erompe da esso • (pag. 528) '!'aie forza di conservazione deriva prima di tutto da ciò, che l'imposta pro~ressiva non impedisce gran fatto l"accumulazione del capitale; tanto è vero che, dopo J'int1·oduzione dell'inconie-tax e della einhonimensteue,·, la ricchezza in Inghilterra, in Prussia, in Sassonia è cresciuta nel suo insieme, si è quadruplicata.« Ma la ragione d'accrescimento degli strati meclì è rimasta inferiore alla ragione d'ac– crescimento delle masse più cospicue di ricchezza, come gli infimi son rimasti inferiori ai medi; ... l'ac– centramento è più potente e le differenze econo– miche tra le varie classi si fanno plù gravi, con• tinuantiosi quel moto di costante incremento di accumulazione capitalistica che mantiene in una ,-elativa depressione la classe lavoratrice• (pag. 520). In secondo luogo, se pure l'imposta progressiva riescisse a rallentare questo processo d'accumula– zione capitalistica, ciò non sarebbe che un beneficio in un periodo in cui l'accumulazione é cosi pleto– rica e sovrabbondante da presentare, per ~è sola, un pericolo di morte per l'attuale socie1à. E, come scrive il Loria. adempiere una vera funzione eco· nomica rallentare la formazione di quel capitale esubemnte che è materia prima delle crisi eco• nom•che. Oltre a ciò, in un cerio stadio dell'evoluzione eco– nomica, l'adesione all'imposta progressiva si presenta ovvia ~anche alla classe capitalistica; ciò avviene quando da una parte sia intervenuta la pariflcazione tra le varie fonti di reddito capitalistico, tra la ren– dita ed il profitto. e dall'altra, per il peggiorare delle condizioni economiche delle classi povere e delle me~ie, manchi perfino la possibilil'1 di tas– sarle. « ]i'u, scrive il Loria nell'articolo citato, fu l'impoverimento progressivo delle infime classi la causa seg,·eta, che determinò in altri tempi la 1•i– nuncia spontanea ai privilegi e alle esenzioni tri• butarie. e ai di nostri la esenzione tributaria del necessario alla sussistenza, poi l'imposta progres– siva. ~ Insomma, l'imposta progressiva « é ri– tardata solo fino al punto in cui la prevalenza del red.-tito e del c·1pitale medio nelle varie specie di ricchezza, e la depressione che la presenza di forti accumulazioni di ricchezze esercita sulle varie forme di reddito, rendono salutare l'u,o di essa, come

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