Critica Sociale - Anno VII - n. 8 - 16 aprile 1897

116 CRITICA SOCIALE amico .... Ahi, l'affetto den·amico non deluse le mie estreme sperl\nze; ma. la sua opera si inrranse contro alla malvagità e al cieco spirito di parte. Degli inquisitori in ,·este di democratici soppressero l'edizione de' miei scritti, perchè contenente incresciosi veri.... Cosi ru mutilata, tradita la mia memoria. E quando apparve anche nella. mia Italia diletta il primo manipolo di novatori, generosa. vanguardia del gran moto sociale, disgraziatamente non mi ru da.to co· miei scritti rivivere ed aver un'eco fra essi, o nei meditati pensieri di un compaesano che li presentì e li precorse non poterono essi attingere lume e consiglio nei primi loro passi inesperti. Questo, credilo, o magnanimo, mi cruccia più che le tenebre della morte, che mi raggiunsero a Sapri per opera di una. plebe cieca e feroce, o mi fa. immensa– mente trislc l'abbnndono del sepolcro .... Cosi all'on. lmbriani griderebbe l'Eroe, se fosse dato ai mol'li levare il capo di sotterra. E nella sua querela comprenderebbe anche i socialisti d'f. talia. Essi pagano ora coll'oblio colui che forse fu il più geniale pensatore e socialista che possano vantare della loro nazione, e che col Montanelli e con Filippo Buonarroti, il compagno di Babeuf, partecipando al nRzionale l'iscatto. concorse a con– quistar loro quell'ambiente di libertà, senza cui non vanterebbero oggi i loro trionfi. Dal giuirno 1857. epoca dello sbarco di Sapri, sta per trascorre1·e in quest'anno il quarantesimo anniversario. Oggi specialmente che balde coorti socialiste. piene di fede e di speranze, sono accorse dove si anela a liber1à, propiziando e preparando i fati, come già i patrioti volontari io Grecia. in Ispagna e in America - si ricordino i socialisti di Carlo Pisacane - e paghino un modesto ma dove• ,-oso tributo alla sua memoria. (') DOMENICO SPAl>ONI. (') Delle opere di Pisacane ru rl1tampa,o di recente H Saggto •ulla rll::oluzton~. con prern.ilone di N. Colalanni. - uologna, Il• brerla Treves di P. Virano, 18H (L. I). APPUNTI D STATISTICA ELETTORALE li pror. Romoo Lover11.ci scrive per farci notare che nella nflslra. statistica del numero scorso noi fummo ancora troppo ottimisti. L'aumento dei voti socialisti - egli ci a,•vorto - doncbbo computarsi in quei soli Collegi dove, anche nello elezioni precedenti, erano poste nostre candidaturiJ: altrimenti il conrronto non corre. Por quel Collegiche si arTermarono quest'anno per la prima. volta, non t\Vendo pietra di paragone, il rag– guaglio statistico non si potrà. fare che alle venture elezioni. L"osservazione ò aritmeticamente giusta, ma non ci pare concluda. gran che per lo scopo che noi ci siamo proposti. Noi vol(n•amo misurare - con sufllciente ap– prossimazione - l'aumento dallo nostro forze elettorali. Ora questo non è segnlllato meno dalle nuove affer– mazioni che dallo lotto in terreno già. combattuto. Po• tremmo anzi osservare che lo nuove alfel'mazioni hanno, per c1uesto rigunrdo, un valore maggioro. È da notare invoco, circa il tlecremcnto segnalato in Sicilia, che la. statistica nostra. di quest'anno non conta. i voti raccolti dal De Felice, che nel '95, nella sola Catania, hanno superato il migliaio. Noi. B1b1ot ~ G n B dn L'IMPOSTAPROGRESSIVA A propoalto 41 un libroncenie. (') Lir riform• tributaria a base d'imposta progres– siva occupa un posto eminente nel programma minimo del nostro partito. Lo occupa essa a ra– gione 1 Ecco il problema che ci sorgeva in mente alla lettura del recente libro del Masè-Dari. Il libi-o è esauriente sull'argomento. Voluminoso di oltre iOO pagine, e ricco di una sterminata erudizifme, esso comincia con una minutissima storia dei primi germi dell'imposta pr·ogressiva in India, in Cina, nell'Atene di Solone, fiuo al pieno nol'ire di quella forma tributaria in lnl(hilterra e in altr-i Stati morlcrni. Segue poi un'accurata in– daiiine delle varie teorie a sostegno della progres• sivilà, dalla Grecia antica fino alle più recenti dottrine; un'esposizione critica delle varie giustifi– cazioni dottrinarie <1ella progressione (~iustizia nella ripartizione delle imposte - eguaglianza di sac1·ificio- giustificazione socio-politica): un esame delle forme tecniche e deiili effetti economici del– l'imposta; e infine un"analisi delle condizioni eco– nomiche d'Italia relativamente all'applicabilità di essa imposta. analisi che conduce l'autore, con qualche restrizione, alla conclusione che e l'appli– care un'im1>0sta qualsiasi su qualsivoglia genera– lilil di reddito o di capitale sia pericoloso, cosi come sarebbe pericoloso e sconsigliato il cogliere i frutti d'un alber'O tagliandolo dal piede, nella speranza che nuovo virgulto ripullulasse dalla gagliarda radice • (pag. 727). Questa la tela genel'ale del libro. Fermiamoci su ciò che più ci interessa come partito politico militante. Questa forma d'imposta, che già servi come arma della classe borghese « contro tutti i privilegi economici e particolarmente cont,·o le immunih\ fiscali e i privilegi a queste coerenti :» (pag. 82), può servire anche come arme del prole– tariato cont,·o la borghesia 1 Giova al p1-oletariato farsene propugnatore 1 Premettiamo che non è facile cogliere netta• mente il pensiero dell'autore attraverso il denso velo di erudizione di cui egli lo avvolge e nei vari aspetti In cui, talvolta come critica delle teorie altrui, tal altra come esposizione organica propria, lo manifesta. Certo però l'autore segue la dottrina economico-sociale del Lol'ia, l'articolo del quale, pubblicato sulla N«ova Antotouta del 15 novem– bre 1803, sembra avergli fornito la traccia del libro. Quindi egli parte dal concetto che lo lato é tenuto in soggezione dalla classe economicamente dominante, è il suo organo politico, il centro di– rettivo della sua azione; e per cui la forma giu• ridica della costituzione politica è sempre quella che è più conveniente agli interessi temporanei e transitor'ì del!~ classe che signoreggia nella or– ganizzazione economica ; e il governo non rappre• senta null'alt1'0 che, o lo strumento di lotta e di temporanea pre"alenza di una di quelle forme di ricchezza che rivaleggiano nel seno della classe proprietaria; o il crogiuolo in cui si fondono, se– condo opportunità, ed ancora temporaneamente, gli attriti e le rivalità delle varie forme di ric• chezza per uno scopo di comune difesa o di comune interesse • (pag. 471-72). La conseguenza di questo principio è evidente. La classe dominante usa della sti'uttm·a politica, che essa signore$gia. quanto più può, a proprio vantaggio. La leg1•lazione scaturisce soltanto dal- ( 1) lhlé-DAIU: La Jtnpo •ra fll'O(lrU#(Ca. Indagini di storia e di eeono1ula della Fin:i.nza .- Torino, Fratelli nocc:i, editori, tS97.

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