Critica Sociale - Anno VII - n. 8 - 16 aprile 1897

CRITICA SOCIALE 115 mandato in bianco, che una lettre dc cachet affi– data alle peggiori libidini di poliziotti smaniosi di far carl'iera e di magistrati pavidi e servi1i, per condannare - nell'oscurità di una procedura senza pubblico controllo - chiunque essi voglianG pe1· qualunque motivo intimidire e colpire I F. quale può presumersi l'effetto pratico di disposizioni cosif– fatte nel deserto morale delle nostre campagne, sopratutto del mezzodi, dove camorristi e feuda– tarì spadroneggiano su popolazioni indifese ed incapaci a difendersi! Non una voce, ripetiamo, si levò a stigmatizzare tutto questo. Soltanto il senatore Pierantoui si lavò le mani dell'immondo intruglio dichiarandolo • in– degno delle discussioni del Senato •· Dopo ciò lutti furono d'accordo. Eppure, se la formula della legge e la recente istoria 110n avessero pa1·lato abba· stanza, ben parlò chiaramente il relatore: « L'in– tento di procedere con vie di fatto (?!} esisteva nella legge del '9•1 ed esiste in quella che oggi si discute.. ; ma l'intento è sempre penste,·o, non atto. » E la legge stessa non svela meno l'animo suo, quando coll'art. 9 dà facoltà alla Commissione centrale di prorogare da tre anni a quattro anni e mezzo la condanna di quei coatti e dei quali sia dimostrato (1!) che perdurano in quella CONDIZION~ MOltALE, che ha dato luogo all'assegna1.ione •· E dunque una supposta condizione mo,·ale, non un fatto, non un proposito esteriore, un checchessia di obiettivo e di dimostrabile, quella che ci fa con– dannare! Sì, è la condizione morale di non essere servili e loschi strumenti della vostra sciagurata tirannide. Questa reciproca condizione morale manderà. noi a domicilio coatto, ma presto - più che non cre– diate - spingerà voi nell'abisso. FILIPPO TURATI. UNA VOCE DALLA TOMBA L'on. Imbriani nella seduta parlamentare dell'll corrente ha voluto rettificare un'evocazione del nostro Bissolati, sciamando : Pisacane, sbarcando a Sap1·•i, non aveva che un J)e-nsiero: l'unità ila• ttana sotto la banatem aeua reJJubblicc,. (') Ora, se i morti potessero sollevare il loro capo dalla ter1•a che li ricopre, Pisacane sorgerebbe cl i certo nell'atteggiamento superbo del Farinata: - o rorte e tona.nte paladino della. patria. - gride– rebbe - perchè hai voluto faro tu un cotale affronto alla mia po"t;era memoria ed hai voluto rimpicciolire oltre il merito la mia figura, privandola. proprio di quello per cui essa agli occhi dei posteri si eleva sopra a molti generosi miei contemporanei e per cui forse il nome mio vivrà, quando quello di altri sarà. caduto! Oh, come, come, patriota integro, difensore amoroso della gloria d'Italia, mostri cosi di ignorare ciò che pensò e ciò che scrisse uno, del quale pure il ricol'do ti è caro, perchè sacrifl.cò atretti e vita in olocausto alla patria? Non conosci tu dunque il mio testamento politico, che incomincia.va . appunto cosi: (') Nella sua replica al ministro degli esteri (IOaprile), IHsaolatl chiude,a con queste parole: • 1.·atto dell'eroe di snpri, che, so– cialista, 11immolata per creare l'Italia borghese, perchè sapeva che lo sviluppo della b<Jrgheaia.e la coatitutlone delle naziona– lità soni, preparazione nece11arla. della società comunista, e la lllu,tratlone pili.splendida dell'opera nostra nel Paese e i11 Par• lamento e dell'opera del compagni nostri che combattono in candia e alle frontiere della Te11aglia. • 10 l « Nel momento d'intraprendere una arrischia.la . im- i presa, ,,oglio manifestare al paese le mie opinioni .... « I miei principi politici sono abbastanza noli; io credo che il solo socicdismo, non j:tUl i sistemi francCsi informa.ti tutti da quella idea monarchica e dispotica che prodomina. una. nazione, ma il socialismo esptesso dalla formula Liberlà ecl Associazione, sia. 11 solo a.vvo• nire non lontano dell'Italia. o forse dell'Europa. Questa mia idea la ho espressa. in due volumi, frutto di circa sci anni di studio .... « Sono convinto che le ferrovie, ì telegrafi, il miglio– ramento dell'industria, la facilità. del commercio, le macchine, ccc, ecc., por una leggo economica. o fatale, flnchè il riparlo del pl'odotto ò fa.tto dalla. conco,·renza, acc1·escono queslo pl'o,totto, ma. l'tl.Ccumulano sempre in ristrettissime mani, ed immiseriscono la moltitudine; e perciò questo vantato progresso non è che regresso; e se si vuole come progresso, lo si devo nel senso che, accrescendo i mali della 11lebe, la sospingerà. ad una terribile rivoluzione, la quale, cangiando d'un tmtto tulti gli ordinamenti sociali, ,·olgerà a profitlo di tulti quello che ora è volto a profitto di pochi.. .. » Questi furono i miei supremi pensieri. Nè mi feci idolo di pomposi nomi e di magiche forme; ,•uote cose se la sostanza non le accompagna. Imporocchè scrissi che « la liberliL senza l'uguaglianza non esiste, o questa e quella so.no condizioni indispensabili alla nazionalità, che a sua volta le contie1le come la luce il calorico». E perciò fui patriota. 1'~uipatriota perchè credetti che « solo dalla libertà ed esistenza propria ed assoluta cli ogni nazione può risultare il patto umanitario ». Amai l'Italia: la patria sopra i personali affetti dilessi, ma la sognai libera e grande, nè per ignoranza. o per miseria di lavoratori dolente; la sognai socialista. Anzi, vedendo la qucslione economica già. dominare sopra. tutte in Europa, credetti che l'Italia non avrebbe potuto assurgere a.libertà ed indipendenza per sola virtù propria. - senza il soccorso interessato di principi no– strani e stranieri - se non dando alla. rivoluziono nazio• nale il contenuto di una rivoluziono socia.le. « Il desiderio di liberta., cli indipendenza - scrissi - l'onor della. pa– tria, hanno forza. grandissima nei cuori di quella ba.Ida ed intelligente gioventù, che ò sempre prima. ad a.f– frontaro i pericoli delle battaglie, ma. essi soli non ba– stano; l'Italia. trionferà. quando il contadino cangerà volontaria.mente la marra col fucile; ora, per lui, onoro e patria sono parole che non hanno a.lcun significato; qualunque sia il risullamento della gue1·1·a, la -se1·vitù e la miseria lo aspettano. Chi può, senza mentire a sò medesimo, affermare, che le sorti del contadino e del minuto pepalo, verificandosi i concet.ti dei presenti ri• voluzionari (inlendi,dei rivoluzionari patrioti}, subiranno tal cangia.mento da. morila.re la. pena. o i sacrifìzì ne– cessari a vincere? Il socialismo, o, so vogliasi usare altra parola, una completa riforma. degli ordini sociali, è l'unico mezzo, che, mostrnndo a coloro che sotrrono un avvenire migliore da conquistarsi, li sospingerà alla. battaglia. »- Questo scrissi, e molt'a.ltro ancora, e feci un'aspra critica degli altuali ordinamenli economici, politici e morali, e scesi pertlno a. lraccia.re le prime linee del patto sociale che avrebbe dovuto imporsi l'Italia ri– sorta ... Ma, ahimè, tu questo ignori! Tu non hai letto i miei Saggi stoi·ici, politici e militari, la cui pubblicazione raccomanda.i nel mio testamento alla pietà di qualche

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