Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

198 CRITICA SOCIALE Naturalmente, non conoscendovi di persona, io dovo adoperare i nui ed i se nllorchò si tralta di decidere quanto grado ò in voi di coscienza circa la portata o il ,,alor morale di questi vostri atti. ])'altronde, per quanto alta sia la vostra persona, l'analisi dei motivi interni cho vi hanno portato a questi atti, offre un inte1·osso ben medioc1·e. E si abbaodoncrcbbc il campo della sociologia per cn– fr:wo forse in quello della p!lòichiatria. L'altra dichial'aziono del signor Sighele tende a 1·espingerel'osservazione ch'io gli ho ratto di arel'O ammannita al pubblico, corno propria, una idea che appartiene, eia tempo, al patr11nonio della scienza. < Non ho bisogno - egli dico - che un socia– lis\a mi insegni il rispetto per la proprielà allrui. • E dunque un paradosso - secondo pensa il signor Sighele - che un socialista proressi il rispetto all'a\li'ui proprietà? Ne11·opinio110 di questo signo1·e, cho pu1• si diletta di studi, i socialisti fanno una famiglia sola coi borsaioli 1 ~la, checche sia di ciò, ò un fallo incontesL,bile - per quanto denunziato da un socialista - che il s1gno1·Sighele ha voluto da1·e per suo quel che suo non era. Indarno egli tenta scusarsene con dire che lo Spencer (e l'Arrligò e il De nobcrly!} ha solo « sintelica.menle lumeggiato» la tesi :ma, ca• pite? ciel signor Scipio Sighele. Sintelicamento lumeggiato! ~la se tutta quanta l'opera dello Spencer sulla morale gira appunto into1•110al pernio della i<lea che il signor Sighele ha assunto come p1·e– messa dandola per originale mentre di originalo non ci ha messo che la f'i.,lsalumeggiatura e la in• terp1·etazione a rovescio! lo, per·ò, lo Spencer l'ho citato, dice il sig. Si– ghele. Con quest'altro argomento di difesa costui, seo1.a av,·edersene, rinunzia alla sua pretesa originalità ammettendo che egli doveva onestamente citarlo. Seuonchè, ei lo ha bensl citato due volte, a pag. 10 e a pag. 11; ma su dettagli insignificanti, guardan– dosi bene dall'accennare che l'idea generatrice di tutto l'opuscolo trovasi già nello Spencer; e guar• dandosi anche meglio dal cilam l'opera dove lo Spcncer l'ha sviluppata. Arte vecchia di coloro che, contando sulla ignoranza del 101•0 pubblico, tentano il colpo di farsi belli del pensiero altrui, avendo però cura cli precostituirsi una scappatoia col citare, su qualche punto h'rile\•ante, l'autore rubacchiato. Di ciò tuttavia non si può (;.u•o gran carico al sig. Sighele, visto che in Italia tanti altri, che pur valgono qualche cosa più di un Sighele, sogliono permettersi simili strappi alla morale ... letteraria. Da ultimo il sig. Sighele si duole che a torlo io gli abbia rimproverato di avere esteso a tutte in– distintamente le classi sociali il « vizio della im– moralità politica • (sic), pe,·chò egli in,•ece l'ico– nosce che questo vizio ò un fenomeno specifico delle classi dominanti. Ora, io potrei sfidare il sig. Sighele a dirmi se nell'opuscolo di cui discorl'inmo vi ò un solo ac– cenno a qualcosa di simile; anzi potrei metterlo in imbarazzo anche maggiore chiedendogli come questa sua tardiva e forzata dichiarazione si concilii con quanto egli ha scritto nella dedica al Ferrero, dove dichiara di non credere possibile una politica che segua le leggi della mor-ale, nonchò con quanto ha scritto a pag. 52: « la politica nelle sue origini, nolla. sua essenza, nelle sue conseguenze è sempre un'immoralità:»; potrei insomma chiedergli quanta mo1·alità. intellettuale vi sia nel sottacere una 1•i– ser\'a di cosi decisiva impo1·ta111.a;ma non è bollo inc1·udelire con un avversario che si arrende. Perché, in ef18tti, riconoscere la moralih\ poli– tica del proletariato vuol dire, caro signor Sighele, mandare all'aria tutta l'impalcatura del vostro la- 81D U la U IU a voro, e riconoscere la verit..-\ di quelle critiche contro le quali pu1' ,·oleste ribellarvi. La politica del proletariato tende ad alla1·gare o intensificare quel fatto della « convivenza sociale » in cui voi vedete la causa della co1·1·uzioneindividuale. Quando dunque riconoscete che questa politica è morale uei mezzi e nel (ine, \'Oi siete come il Satm·no della mitologia che di1•01·a,•ai suoi figli. Certo, allorchè s'ha da finire per divorarli, meglio sarebbe, questi (igliuoli, non metterli al moneto addirittura. Per conto mio, ci a,•r·ei guadagnato di 11011 sprecar\'i intorno « un fiume di inchiosh'O ». Ro lo sprecai, non fu, credetelo, pe,·chè quei vostl'i pal'li potessero riuscire per sè stessi dannosi: troppo poco erano l'ilali perchò si doresser-o temere. Sa– rebbe1'0 morti da sé, e non c·o1·a bisogno di ucci– derli nè clifarveli rimangiare. Ma e1·a utile appunto per· In storia della morale privata e della morale polilica constatare il fatto di queste p1-odu1.ioni cosi caratteristiche del pei·iodo che tra ,•e1-siamo,nel quale certi uomini, p!'ivatamente onesti come voi, han potuto rappresentare, senza avvedersene, la parte di filosofi salariati a servizio della ,,iolenza e della co1-ruzione. LEO~IDA BISSOLATI. PER LA PROPAGANDA INCAMPAGNA La soluzione cooperativa neipaesidipiccolaproprietà. Mentre i cli ,·ersi Congressi regionali socialisti, che qua e là. si vanno tenendo in proparaziono al Congresso nnzionalo di Firenze, si appassionano alla tattica elet· toralo e vanno discutendo altro questioni di minore importanza, una ne trascurano 1 quasi ne dimenticano, che sopratutto urge od imporla, ,•oglio dire la que– stiono della propaganda socialista nelle campagne o dell'atteggia.mento che il partilo socialista dovrà. 11ren· doro di fronte al piccolo proprietario rurale. Questo si• lenzio su di una questione capitale e dalla cui solu– zione dipende che il partito socialista in Italia.si svolga rigoglioso o rimanga rachitico, fa so~pettare gra,·o– menle ch'essa sia tuttora immatura, che, malgrado il lungo dibattito seguito sulle colonne di questa Ri\•isla, la soluzione ne sia nncor lontana e gli animi ancor per– plessi e divisi. Non sarà.a<.lunquo superlluo il ritornarvi sopra per dare ad essa uno sguardo generalo e por– tar,•i so è possibile un po' di lume. 1-~arò un breve esame critico della discussione seguita ftnora, delle di,·crso soluzioni proposte o ìnllne proporrò quella che per mo è la soluzione vera, unica, ofllcace. La discussione seguita finora sulla Critica si può dividere in due periodi. Nel primo periodo(') si intese più specialmente a mettere in chiA.ro la natura della piccola proprietà. terriera, la sua. ragione d'essere, il suo grado di tenacia, i modi concui viene sfruttata in– direttamente dal capitalismo. Questo lavoro fu tutt'altro che superfluo, inquanlochò molti credevano che la pie• () Anno IS!H. numeri G, 9, IO, 11, 16 17. l..ltlOI EINAUOI: L'tulone del partito 1oclall1ta nel vciul (li m'ccola vro1wietd te,•ritt•a. - Rocc...P11.o: I.a vtccola pro1w1etd. come 11a1cl'. come muore. - Na1c1ta, 1!tta, morte e mfracott della piccola pro11rielll. - 011;u.1•1•1t Boino: I.a que1tto11c tlella 1uccola 11rom·tetci tn /talla; Soctau11110 e piccola vroprletd; I Umili tecnici dct colletlfctnno. - A\'V. l..oao: La quej'uone della ptrcola p,•oprldd o, Italia - EPO,utDO TOPPETTJ: I.a jCOn/Wa dtlta pircota proprietd tll'l veneto. - w. s.: Piccola proJwlttci t • homt'1teaa •; Agrtcoltura t ogrlcow,n nel 1'1"t't1U•no. ·- LA. CRITICA.: Aggl101te, 1ch1a:I• menti, note a qua11 tutti , IU44trrt artfcott.

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