Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

CRITICA SOCIALE 19ì LA PAROLAL SIGNOR SCIPIO SIGHELE CARO TURATI, T1·t11to, IS otuuno J89G Poichò voi siete stat.o così prodigo dello colonne della vostra Orilica alla. prosa. violenta del signor Bissolati, credo e spero che concedoroto anche a mo un brc,•e spazio - non per una polemica (il mio avversario non la meriterebbe) - ma per alcuno dichiara~ioni. Adopero, come vedete, la parola favorita dall·on. Rudinl, che voi socialisti amate. Dichiaro dunque, anzitutto, che so rispondo all'attacco del signor Bissolati gli ò pcrcl1ò alle suo critiche ,·iene autorità, non dalla profondità. o <lalhL lealtà con cui sono scrilto, ma soltanto dal fatto che sono state pub– blicate sul vostro giornale. I vostri letlori, naturalmente, non mi conoscono, o potrebbero credere in buona rodo '::lllC allegre insinuazioni clte il socialista di Cremona. ò andato spargendo sul conto mio con una disinvoltura che non gli invidio. In un preambolo che ha, non del socia.lista. mo.<lei gf'suita, il signor Dissolati, sotto il prudente o furbo usbergo dei se e dei ma, vorrebbe dare ad intendere che io, serivendo, mi lascio guidare da preconcetti per– sonali e che faccio, piU o mono disinteressatamente, il 1>aladinodi Francesco Crispi. Non so se i polli abbiano riso di questa interpreta– zione del mio opuscolo in cui, abbastanzr~chiaramente, dù del delinquente all'ex presidente del Consiglio. So che se il signor Bissolati avesse il coraggio di conver– tire i suoi se e i suoi ma in un'affermazione JH'ecisa, io gli risponderei che le sue accuso non a.,·rivano alla altezza del mio disprezzo. Dichiaro in secondo luogo che, se il signor Bissolati s'illude di colpirmi sul vivo citando qualche passo cli Spcncer ove l'idea ch'io sostengo ò sintetica.mente lu– meggiata, egli fa troppo conto sulla. supina. credulità. llei suoi lettori. Nel mio opuscolo io per il primo ho citato pagine intere dello Spencer, e non ho bisogno che un socia.lista·mi insegni il rispeltll che, per istinto, nutro verso la proprietà. altrui. Dichiaro in terzo luogo che il rimprovero del signor Bissolati - di avere esteso a tutto indistintamente le classi sociali il vizio dcll'immoralifa politica, senza a.vere osservato ch·esso ò un fenomeno specifico dello classi dominanti - ò rimprovero che non regge. Legg:1. il signor Bissolati la mia Jno·odu:ione al volume sulla Deli11que11:a settaria pubblicata. sull'A1·cltivio di Psi– chial1·ia dell'anno scorso, cc.Iegli vedrà se sono stato unilatomlo nello studio della criminalitiL politica spe– cifica delle vario classi sociali. Intendiamoci bene: io non oserei pretendere che il signor Bissolati leggesse <1uelloche io scrivo, ma poichò ogìi mi ci·itica. con una l'orma che ignora il galateo, pretendo ch·egli compia il llovero cli informarsi sullo mie opinioni pubblicamente espresse. In sostanza il signor Bissola.ti ha dirotto a mo la. critica terribile che Gioacchino Rossini dirigeva a un infelice maestro di musica: e Nella. Yoslra. opera c·ò del bollo e del nuovo: soltanto, ciò che ò bello non ò nuovo, e ciò che ò nuovo non ò bello.• ~li congratulo con la superbia. do! signor Dissolati che crede di esse1·ein sociologia.un Gioacchino Rossini. lo accetto modestamente la. parte del musicista me– diocre. Soltanto - so è lecito cho la. mosca.parli al– rolefante - io gli dirò: - perchò spreca!'e il vostro genio nel combattere delle idee cho voi stesso giudicato assurdo o stupide? 1::la seconda volta che vi succedo di spargere un fiume d'inchiostro su alcune pagine mie. L'anno scorso a.veto scritto un opuscolo JJiù lungo del mio per combattere il Contro il Parlamenlarl!mo; oggi scrivete molto colonne per l'ibellar,•i a un'idea che io ho brevemente esposta. Forse che c'ò bisogno d'un trattato per dimostrare che a mezzanotte non splendo il sole1 Siate più coerente, e so \'Ololesostenere la mia. e insumcienza sr.ientitlca•• in altro parole, la sciocchezza dello mio teorie, mostrate col silenzio o con breYi parole di sprezzo il nessun conto che fate della.mia opinione. lo, per esempio, son logico, e deploro di a\·ere scritto quattro cartelle, che sono fin troppe per il vostro lun· ghissimo attacco. Caro Turati, mi avete dello che non ò vostra abitu• dine di tagliare negli articoli dei \'Ostri collabora.tori, anche occasionali come io sono. Vi prendo in parola, o vi prego cli pubblicar questa lettera. Affettuosamente vostro Sc1r10 S1om:u;. Io ringrazio dal cuore l'amico '!'urati che ha esaudito il desiderio del signo1· ighele, stampau– d_one lo sc,·itto senza toglierne né un punto nè una ,,irgola. Così rimane accertato che queste puerili insolenze sono quanto di meglio il signor Sighele ha ti-ovato da opporre alle mie critiche. Alle quali egli dichiara di rispondere non per l'autorità ch'io possa avere, nè per il mel'ito in– trinseco delle critiche stesse, ma perché gli secca che sieno state pubblicate su questa rivista. Su di che io non ho nulla da replicargli. Risponda per una ragione o risponda per un'altl'a, poco ne può importare a me ed al pubblico: pu1·chè la risposta ci sia. Ma questo è appunto ciò che manca nello scritto del signor Sighele: una risposta. Eppure, lo sviluppo che io diedi alle mie critiche, portandole ben oltre agli apprezzamenti personali, avrebbe dato modo a questo bravo signore di en– trare nel nocciolo della questione e di pigliare pel colletto la mia tesi. Egli vorrà scusarsi allegando l'alto suo disprezzo per la mia povera pe,·sona; ma i maligni avranno il diritto di sospettare che egli non ha risposto perché non sapeva cosa l'i pondera. Sospetto tanto pili OV\'ÌOin quanto la l'iluttanza a scende1·e in lizza con me egli l'a,reva già. superata scrivendo quattro cartelle per spiegare le ragioni della sua mancala risposta. Ma il signor Sighele, so non dà una l'isposta, fa delle dichiarazioni. Una è questa: ch'egli non è il paladino, nè interessato nè disìntere~sato, cli Fr::u1- cesco CriSpi. E ch'io sono un gesuita 1 perchè sotto dei ,ma e dei se ho osato pensare o dire il con– trario. Ebbene, caro signore, voi v'ingannate. ro non ho assolutamente bisogno di corasgio per convertire i ma o i se in una affermazione p1·ecisa, per la semplice ragione che ramwmazione precisa io l'ho già fatta. Analizzando l'opuscolo che voi pubblicaste contro il sistema rappresentativo nel momento in cui Francesco Crispi tentava di ucciderlo con pie• coli colpi di Stato, io affermai recisamente che voi vi siete fatto il paladino ftlosofeggianle della rea– zione crispina. E così pure, criticando quest'ultimo libercoletto vostro pubblicato quando la bol'ghesia italiana accordava la impunità. ai reati comuni e ai reati politici di Francesco Crispi, io pensai e dissi che voi facevate gli interessi della banda dei briganti crispini nonché della associazione di ma– nutengoli - fra cui anche l'onesto Rudiui - che ha tenuto 101·0il sacco e procacciato loro il sah 1 a• condotto. E su questo punto non ho nulla da con• vertire nè da mutare.

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