Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

Bb 196 CRITICA SOCIALE fenomeni dolorosi che si p1•oducono nel puro campo economico - sciopel'i, crisi, disoccupazione - hanno ri pondenza uon nello sviluppo del capitalismo, ma nel suo non-s,•ilup1>0, nella sua izwoluz1one, e perciò richiedono prevalentcmeote una soluzione politica. ne,•e il partito socialista intervenire o no nel conflitto fra le due classi che si contendono il po– tere politico, nel fine di affrettare, coll'estinzione di quella arretrata ed inadatta, il trionfo dell'altra destinata a predominare? Qui sta ft no,to delta vessata questtone. Pe,·chè la l'isposta non sia dubbia, però, baste,•,\ che noi non si l'inunci al prezioso soccorso che ci viene e dalla scien1.a economica socialista, la quale ci dimostra irrefutabilmente che,soloquando la so– cializzazione del lavoro e l'accentramento dei suoi strumenti materiali saranno giunti a un punto cito il loro involucro sociale non li poti·à ph'.1contenere, si potra dire che l'ora solenne della proprietà ca– pitalistica sia suonata('), e dallo studio comparativo delle situazioni organiche degli tali pili notevoli del vecchio o nuovo mondo, eta cui si de urne cho in essi il va1·io grado di concentrazione capitalistica è in ragione inversa della maggiore o minore vi• talità e prevalenza degli elementi anco,·a superstiti del feudalismo. Le leggi economiche, come quelle naturali, vo– gliono imperiosamente i loro diritti. Ben a ragiono osserva in proposito il De Amicis: « Se, giunto il proletariato socialista al potere, non fosse aucol'a pronta nei suoi elementi la organiz- 1.aziono nuo,•o. che deve sostituirsi all'antica, esso si trorerebbe impotente, non diciamo a compiere, ma nemmeno a tentare una sostituzione precipitata o dovrebbe restringersi a una serio di riforme pre• paratorie e graduali. » (') . . . E veniamo alle conclusioni pratiche. L'azione elettorale e polilica dei partili socialisti in Ger– mania, in F'rancia e nel llelgio ci dimostra per– suasivamente che i medesimi sanno comprendere, benchè in un modo che a me pare piuttosto em– pirico, tutta la necessità e l'ulihtà dell'adattamento alle contingenze ed agli ambienti reali in cui si muovono. Essi, ohe non sono usi a vedere, come da noi, nei partiti politici un prodotto del libero a,·bilrio colletti\ 1 0, sanno, con fine intuito, trarre partito da tutte le [razioni l'ibelli della borghesia. E fanno ciò non mossi dalla benchè minima illu– sione sul bene diretto ed immediato che no pos– sano tl'arre, ma con la rerma convinziono che, slanciando al culmino dello Sta.to tutte le frazioni della borghesia, che ne sono escluso, si viene ad accelerare quella concentrazione dei capitali che è condizione sine qua non della rivoluzione sociale e del trionfo del socialismo. In Italia si pensa dive1·aamento, o cioò si ritiene c11e 1·accenti-amonto capitalistico debba avveni1·0 per evoluzione economica spontanea, e non per ef– fetto di gruppi sociali in contrasto. E sta bene. Mll allora bisogna essere logici. E per essere tali non basta, corno propone il Sam• bncco ('), di rare la lotta pura di partilo di classe scn,.a porgere mai e in qualsiasi caso verun aiuto al partilo radicalo; ma occor1·e che si faccia un ultimo sforzo: occorre che si sac1·iflchino al nume dell'intransigenza tutte quello riforme propugnale d:\I programma minimo socialista, lo quali non 1·i• dondano a beneficio esclusivo e di1·etto della classe (1) MARX, u Cal)IUl, ,·ol. ,, cap. XXXII. (1) DR A~ICI!!, lt , .• ,\lagqio, JlllG'• 9. {') 1.otta di rla11e, Ml-SI mnggio 18%, n, n. 1 )1-oletaria. Non costituiscono esse un addentellato oh ibrido contatto!) col prog,·amma dell'abbo,·rilo partito borghese, e perciò non devono ritenersi quali elementi 0'3tranei ed impul'i da doversi eli– minare senza troppo indugio 1 Vediamo. La sostituzione della nazione armata all'esercito permanente, la semplil1cazione del si– stema burocratico (federalismo), l'autonomia dei Comuni, l'abolizione delle spese per i culti e di quelle di lusso, la tassazione unica e prog1•essiva, non si risolvono esse - chi si faccia a considerare, con criteri rigidi o positivi, e gli interessi sociali che vanno a ledere, e il risultato ultimo a cui condu– cono, o gli stimoli potenti che vanno a suscitare nelle classi leso - non si risolvono esse, dico, in uno spostamento dell'asse sociale verso la borghesia imlustriale, ossia non dànno esso l'avviata a quello ordinamento politico più semplice e snodalo, che ò una ve,·a serra calda per lo sviluppo della grande industria 1 So tale è la portata di sitratle riforme, ò da pre– supporsi logicamente una classe sociale, e qurndi un partilo {>'>litico,che dell'incarnazione delle me– desime sias1 ratto còmpito e missione. Ed allora ò ben naturale che questo partito pro– tenda un addentellato che vada a collegarsi con quello del partito che lo innalza; il quale, a sua volta, è ben naturale che debba ingegnarsi di ac– celerare, sospingendo, il còmpito o la missione del partito che Io precedo. Senonchò da, compal!ni contraddittori è stata op– posta ripetutamente un obiezione che ha tutta l'aria di possedere un vigore irresistibile. Essi fanno ri– levare che sarebbe un pericolo, o quanto meno, una inopportuniL\ t'apportare qual iasi mutamento nella nostra tattica, <1uando é 1•isaputo che in Italia il partito radicale ò incosciente e disorganizzato e i11 molti luoghi non esisto nemmeno . A parte la considerazione che questa debolezza del radicalismo dipende non dalla senilità, ma dal– l'immaturità 1>oliticadelle classi, che storicamente sono destinato a formarne il contenuto, tale obie– zione, se p1-ovar1ualche cosa, questo si ritorce conit'o gli stessi contraddittori. Essa prova che laddove la democrazia o non esiste o, pur esistendo, si dimostra malfida o poco consistente, còmpito del partilo so– cialista do,•rebbo essere quello di invadere, accre– scendo il contenuto politico del suo programma, il campo proprio al partito radicalo. li che viene a ribadire questo convincimento: che anche in ma• tol'ia di organizzazione e di propaganda ò il fede· ralismo e l'azione differenziata, e non già l'accon• tramenio e l'unirormi~\ stec chita, c he ò in diretta 1·ispondenza con le condizioni reo.li del nostro paeso. Con le fonnole non st fa la sto 1·ia, dice Marx. Questo afo1·isma, applicato alla ~rarn que,tiono che tanto ci preoccupa, ha il sign1ncato di un au• torovolo ammonimento. Esso ci esorta a non dimen• ticare - anche nell'azione, si complessa e delicata, della tatlica - che il socialismo ha un fondamento positivo e scientifico: so è ve1·0 che la tattica pe1· un partito non ò se non il p1•incipio in azione. GIUS!-:PPE I)'A~OELO. Pel' cusoluto cli/etto di spazio lloblJiamo ,·imandal'e al pl'ossimo fascicolo l'a,mtuiciato m·ticolo della 1ig,io- 1·i,,o RosA Lu:o:~mu1to ,ulla questiono polacca. ;,, t'Ì· spo,ta alla lelltra cli W. Jodkl). Nello steuo fascicolo ci OCCIIMrtmo dtl Congresso internazionale socialista che si ap1·ii-à iu Lo11dra ai Z7 cli luglio.

RkJQdWJsaXNoZXIy