Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

CRITICA SOCIALE 195 sizione di maggio1•anza nziché di un libero e ra– ;dona1econsenso. Così, se raugurio nostro polt·à avverarsi, il Con– gresso di Firenze chiuder:°\. da\'\•ero l'Cra della elaborazione teo1·ica, e segnerà il principio di quel lavoro pratico e fecondo a cui, dalle stesse leggi della ormai raggiunta virilità, ò chiamato il partito. LA CJllTICA SOCJAU;. TATTICA R ZIONALE OTATTICA APPLICAH1 È: mio saldo convincimento che, qualora la discus– sione sulla 11ost1·a tattica di pa1·tito debba aggi1·arsi superficialmente su\\'afnnism.o o la transfgen::a, sull'alleanza e l'oppm·ttmismo, non hanno poi tutti i torti quei compagni che la 1•itengono addi– rittura suporllua. Sotto tali rapporti, non v'ha di meglio che porre una piefra sulla questione, e quel che ò stato è stato. Se poi, rammentandoci pe1· poco la legge dol materialismo slol'ico, ci facciamo ad indagare la causa seg1·ela cho lll'ovoca questa nuova Ol'ionta– zione del socialismo italiano, allom non pu0 11011 appai-irci chia1·0 che questo noclo fJOrcliano della tattica non è se non un indicio od effetto delle condizioni economico-sociali del nostro paese, e perciò richiede imperiosamente, nell'iuteresse stesso del nostro partito, non di esse,·e ll'oncato, ma sciolto. Introduciamo, adunque, lo specillo dell'esame in questo corpo pesante e floscio, cho è lo Stato ita– liano. Se, attraversando i lalrocinì bancari ed ammi– nistrativi, il fasto del militarismo o della buro– crazia, il l'isveglio del clericalismo, le imp1·ese coloniali. lo imposte gravose semp1·e crescenti, la sopp1·essione dolio libertà statutarie, ci interniamo nell'economia p1-oronda che fa ad ossi da motore, vc1·remo a constatare che nel nostro paese non ò una vera e propl'ia borghesia che impera, ma sib– bene la g1'0ssa possidenza rondial'ia, continuati-ice od erede della vecchia classe feudale, alleata ad un'ingorda oliga1'Chia fìnanzial'Ìa. Ci sembra di "i"e1-e nel periodo dal 1818 al 18:j(), in Francia. La Vandea Ual/ana, obbedendo alla legge natu– rale del minimo mozzo e del rninimo sforzo, 1·ic01·1·0 ad un sistema abbastanza facile e sicu1-o pe1•poter p1-emunire la sua rendita dalla decrescenza con– tinua del'ivanle dalla concorrenza dei paesi agl'icoli piit p1•ogroditi. Padrona dei poteri dello lato, essa, mentre da un lato eleva semp1·0 più le ba1·riore doganali contro i prodotti rivali, dall'altro dà stra01·dinal'io incremento al militarismo, alla buroc1·azia ed agli altri organi coattivi rlella società, alimentandoli con la l'icchezza sociale e torta, con imposte eccedenti la loro potenza contributiva, alle industrie, ai traf– fici ed al lavoro proclutth·o; e ciò nell'intimo scopo di porre i suoi privilegi ed i suoi interessi sotto valida diresa contro i conati rivoluzionari di quello classi sociali, che costituiscono il l'Ìflesso dello anzi– detto atth·it..-\ economiche: la borghesia induslrialo e commerciale, la bol'ghesia mngm od il proleta– riato. Ma la sp1-oporzione fra le spese rilevanti neces– sarie pel mantenimento del complesso organismo governatl\ 1 0 o l'entità più che modesta d'ella pro– duzione nazionale, obbliga la classe dominante a ricorrere al prestito dello Stato, nell'istesso modo 'le n B1ar o cho i detentori di capitali, non trovando sicu1•0 o con,·euienlo di investire il 101-0dena1•0 nelle inclu– stl'ie depresse e nei commerci languenti, sono obbligati a farlo fruttare in modo improduttivo, partecipando alla rendita dello Stato, alla finanza, al gioco di Borsa. È questa la ragione intima di quel fatto nor– male, che si é a,•veralo e si avrera in tutti i paesi aventi un Ol'dinamonto economico-sociale simile al nostro, o cioè l'unione e la solidarietà degli ultimi rampolli del roudalismo e dei lupi della nnanza o della Borsa, i quali procedono all'accumulazione delle loro l'icchezze, facendolo scaturi1·e pre,•alen– temente non dal lavoro, ma dal consumo della classe la,·01--atrice. No sc$ue che, mentre la ricchoz1.a media per abi• tante ò m Francia di L. 5000 e in Inghilterra di L. 0020, in Italia raggiunge appena lo L. 17:')8,con una quota, pc1• giunta, degli individui p1•ividi mezzi di sussistenza o di domicilio nsso, che si elo, 1 a al 3:J '/ 0 della popola,dono! Quali d~ti di fatto più positivi o conc1·eti dob– biamo desidora1·e per 1>ote1'Cispiega1·e l'atonia, il fatalismo, la dolinq11cnza e l'analfabetismo, che sono la c.11•atto1·isticn delle nostro popolazioni, tanto refrattarie alla propaganda e all'organizzazione, o così proclivi ai moti impulsivi? Dallo studio dei renomeni economici e sociali del nostro p..10-11;0 si rileva aduuquo che sono tro lo classi che, sebbene non tutto ed in ogni luogo ugualmente disin,·olle o differenziato, frovansi fra loro in conflitto: a) i fp'andi prop1·ietal'i fondiat·i, i banchicl'i. i c1·editori dello Stato, gli speculatol'i di Bol'sa, i quali, perché devono le loro ricchezze allo sfrutta– mento del pote1•e politico, sono attaccati all'o1-di– namento attualo dello Stato cosi tenacemente come il sap1-oflta alla sua vittima; /JJ la borghesia industrialo, quella minuta, i JH'Ofessionisti, gli esercenti, gli al'ligiani, i quali, avendo il 101·0vitale interesse nella semplifìcazione dell'organismo govo1·nativo e nel libero sc.1mbio dei prodotti airicoli, che si l'isolvono in una sen– sibile dirninu1.1ono di quei fributi che assottigliano I0l'O tanta pal'to dei 1·ispetti\"i pr.ofìtti e guadagni, o in un aumeuto della potenza d'acquisto del de– nal'O ve1'S0 i generi di consumo di prima necessità, costituiscono indubbiamente i più naturali o di- 1·etti a,·ve1·sa1·i dello Stato qual ò oggi costituito; e) il prolotal'iato, infine, il quale, intuendo cho lo sue c.1te11efanno capo e sono poderosamente ri• badile non nel privilegio politico ma in f1ue1loeco– nomico, vede solo nella socializ1.azione democratica dei mezzi di produzione e di scambio lo st..1dio fì– nale della sua emancipazione. In altre parole, la classe atavicamente 1•eazio– nal'ia e feroce che oggi detiene il potere politico ha di fronte una classe avversaria, con tendenza conservatrice in economia, ma rh·oluzional'ia in politica, avente la sua espressione nel partito 1·adt• cale; la quale, a sua volta, è incalzata da un'altra classe, con tendenza riroluzionaria tanto in J>Olitica che in economia, lo cui aspirazioni si traducono, concretandosi, nel partito soctallsta. E che sia proprio cosi. ov,•e1·0 che il partilo, il quale, nel momenlo slol'ico cho nU1·aversiamo, do– vrebbe, po,· legge ferrea economica, es ere maturo oc! interessato ad un'azione decisiva sia per l'ap– punto il radicale, ò dimostralo in modo preciso ed evidente dal ratto che lo manircstazioni più vive e potenti della vita contemporanea italiana, anche se promosse o rafforzate dall'elemento socialista, hanno carattere pre,•alentomente politico, e che gli stessi

RkJQdWJsaXNoZXIy