Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

101 CRIT !CA SOCIALE avevamo bousi pre\•ista senza tuttavia crederla molto vicina o tanto mono imminente, venne a gettarsi ti1\\'crso hl nostra via, minacciando di arresfa1•0 il nostro cammino. La reazione violenta, sfacciata, delirante ci assali improvvi.so, sciogliendo le associazioni, processando e condannando i nostri migliori, togliendoci ogni libertà di propaganda scritta o parlata, tentando serrare le porte di quel Pal'lnmento in cui lo nostro vnnguardie erano già penetrato, sopprimendo sommariamente il diritto olettoralo in quasi un milione di cittadini pel so– spetto che potessero costituire il l'il'aio degli elel– to1·i socialisti, dil'izzando lo suo furie, non pure contro raziono nostra, ma persino contro il nostro peusiePo. Fu quello un momento decisivo e poriglioso. Lo ~compiglio ponofrava non solamente nelle nosfre file, mn ancho nello coscienze. E1-a dunque una utopia l'ave1·0 pensato che il partito dei proletari potesse l'nle,•si delle armi legali per ril'olgerle contro i suoi dominato1·i, se al solo accenno di vo– le1'Si se1·,•it-edi quesl'a1·me, la borghesia la spez– zava, ponendo mnno alle armi ,•ere e proprie? Oavnntl a qucgt.a esplosione di anarchismo che veniva dallo cla.ssi dominanti non era necessità abbandonal'O la ,·in appena segnata per tornare io braccio all'anarchismo cospiratorio o ristringersi al puro e semplice corporativi.smoT E di queste esitanze ingenerate dalla Yiolen1.a tentavano di Jll'Ofitlaro le piccolo cnmarillo della borghesia radi– cnleggian lo che, dal !lesto del ea,-11110 al Don Cht– sctolle, intonavano la canzone cho invitava ad nb– bandona,·e la e1·1•atn e p1-ovoca11to idea di un par– tito a baso cli tolta di classe, per costituire sulle suo ,·ovino il pn1·tito dogli uomini cli cuore, do,•e le classi si dosse1-o la mauo frate1·name11te pe1· salire l'e1·ta dol progresso umano. i\Ja il partito socialista, raccogliendo in un su– p1·emo sfo1•zolo sue energie, rispose no a tutti colo1'0 cho lo ndoscavano - per debolezza o per inte1·csse- por vio che lo an·obbero snaturato e dissolto. Noi Cong1'CS80 di Parma elci95 - che, meglio di un Congresso, fu un rnpido Consiglio di com– battimento tenuto sotto il fuoco del nemico - si decise di insistere più che mai nella via già pre– fissa e si formulò il proposito di rispondere agli attacchi violenti della borghesia intimandole, io lulli i luoghi dO\'e fosse possibile, la battaglia col mezzo della scheda. ~I• nllato a questa riconferma dei metodi generali del pa,·lito, il Congresso di Pa1·ma cto,·o,·a riraro, a1u:i rirorooare la sua cosli– tuzione, il cui punto dobolo era stato messo in rilie\lO dagli ultimi fatti; doveva h 1 ova1·e una co– stituzione, cho valesse cont1'0 tutto le arti e le a1·mi nemiche, cito valesse tanto nella lotta legale quanto uella ,·cslstonzn contro lo illegalità o lo persecu– zioni. La 01·ga11izzaziono p r associazioni cli mestiol'i fu sostituita dalla 01•ganizznzionea base di adesioni pe1'SOnali. Ed eccoci ora - quelala, pe,· un momento, In rarflca della persecuzione - al nostro J.• Congresso, al Cong1'8sso di l'h'8ote. Ma neppur questo sarà uno di quei Congressi esclusivamente p,·altcl a cui alludevamo più sopra; sarà ancora, in parto e per necessità di cose, un Congresso teo11co. PcrcM se non tornerà certo più in discussione il principio della conquista dei pub– blici pot01•i,consacralo oramai, piii che dalle ripe– tute dolibcl'azioni procodonti, dalla felice attuazione che no fu f•lta, il diballlto sa,·à certamente l'il'O per ciò che si riferisce ai criteri da applicare nelle varie conliugcnzo in cui il parlito può tro\'arsi uella lolla dello urno; come non manchc1'l:\ il con– trasto degli app1·ez;mmentinto1·no ai risultati otte– nuti sluom colla organizzazione improvvisata dal Congresso di rnrmn. Saranno dunqtte ancora questioni di l'evisione e di riformo generali, che occupol'anno parte elci tempo assegnalo al Congresso. La qual cosa po– ll'obbe appn1fro Indizio di debolezza, se a spiegare l'indugio del Partito sulle questioni teoriche non concor1'0SSOJ'O per l'appunto le cause che abbiamo pita sopra accennato, e cho si riassumono nel nuovo Ja,•01-0 di 1·icoslituziono e nel nuo,•osforzo di orien– tazione a cui fu cosh-etto dalla bu(era delle violenze nemiche, e se, dopo tutto, un te1·1-enosolido di sicura intesa frn la grande, anzi la grandissima maggioranza, ,·01·rommo dil-e persino la totalità dei socialisti, non fosso 01•mai conquistato, tanto per ciò che rigual'dn la vita interna del 1>artito, quanto pe1· cit) che ha fratto alla sua ,•ita di rela– ziono cogli nitri J>artiti. L'adesione personale a base della orgauizzaziono; la distinzione del partito nostro da tutti i pal'titi della bo1·ghesia, ecco i punti sui quali confidiamo cho la disputa si debba 1·ito1101· chiusa in modo clonniti\•o. Al'gome11to di disputa pott1\ essere ancora la ro1·ma dei g1•uppi,la compagine amministrativa, la st1·uttul':.\bt11'0Craticadel partHo; come presterà certo matel'ia di discussione la ricerca del modo miglioro con cui i partiti borghesi possano veni1·e sospinti da noi sulla via dello riforme; ma i di– sputanti dovranno p..1.1•tire dai punti comuni che ora abbiamo accennato. Pe1· ciò noi abbiamo rode che, per amore di quello che si ò conquistato di comune, ed è la parie pii, essoodale alla l'ila del partilo, le diverse correnti, che si movono intorno ai punti contra– stati, troveranno un tempe1•amento, uu ah•eo in cui l'icongiungersi. Questo ora l'nugu1•ioche noi face,•amo in queste colouno alla l'lgilia del Congresso di Reggio; questo ò l'augut·io che ci pa1·e oggi il miglior-e per il Cong,·esso di Firenze. Pe1·chò se il Congresso, como dicevamo al comincia1·edi questo linee, vuol esse1·0 e p1·essiouo della coscienza colletti,•a di pe1 1 sone militnnti iu ambienti divor6i o iu clive1·se condi– zioni di lotta, ma ispi1·ate tutte a c1·ite1·ifondpme!1- tali comuni, sn1·obbo assurdo pensare che i suoi deliberati debbano assumere la forma d'una impe-

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