Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

206 CRITICA SOCIALE nelle zone limitrofe della piccola possidenza; e la mafia prospera dove fiorisce l'arancio, come ha detto il marchese Di Rudinì nelle 'J'er,·e incolte e lattfondì, senza però l'icercarne la causa. Chi emigra dalle montagne alle marine è per lo più gente ardita, abituata a vivere di malandrinaggio. I buoni, gli onesti, ad onol'e della specie umana. costituiscono la grandissima maggioranza, ma. senza coscienza dei loro diritti e senza spirito di solidarietà, si lasciano sopraffare dai pochi prepo– tenti di ogni classe e perdurano nella miseria. Bisogna togliere il male dalle sue scaturigini, to– gliendo il latifondo all'azione sterilizza11te dell'in– teresse individuale, per trasfo,•marlo in giardino di prosperità o di pace sociale coll'azione vivificante dell'intei·esse collettivo. Come introdurre il socialismo. che, più che amore. è solidarietà, in un paose doYe la vita riu– scila è quella della camorra e della prepotenza! Dove la produzione è scarsa, il furto e lo sfrulta– mento di\·entano mezzi inevitabili per assicu1•a1·e l'esist~nza; ivi la lotta pe1• la conquista delle pub– bliche cariche si ra pili accanita, perchè ciascuno sente di poter integrare il bilancio privato con il dominio dei bilanci pubblici. L'uomo se1,,aggio è cannibale, perché è di frequente costretto a morir di fame; il barbaro vive di l'azzio e di bottini, pe1·chè la sua produzione ò sca1-sa e pl'imitiva. Il socialismo può risolvere il problema sociale, inco– minciando p1·ima a roudere abbondante a lutti la produzione economica. Quest'abbondanza può solo ottenersi col far concol'rere tulte le fo1·ze sociali ugualmente interessate alla produzione, ossia col collettivismo. Ora molte braccia rimangono inope· 1'0se, molti capitali si distruggono per cl'isi, molti prodotti si dispe1'Clonoa causa dell'app1·opl'iazio11e individuale a forma di bottino, e molle forze so– ciali si elidono per la semp1·e più spietata concor– renza. In Sicilia1 come per grandissima parte del con– tinente, la produzione abbondante per tutti non può ottenersi che coltivando la te1·ra nell'inter·esse collettivo e non più in quello del solo possessore. Anziché occuparsi troppo degli uomi11i di governo della borghesia, anzichè impiegare tutta l'attività nelle sole lotte elettorali, delle quali spesso chi si avvantaggia ò qualche camarilla localo, la piatta– forma del pat·tìto socifllista esser deve la socializ– zazione della te1·ra. E con questa bandiera che devonsi conquistar-e i i'tfonicipì e il Parlamento. Maria/a, J!i (1111(1110 18!JG. S. CAlLMAllEIU SCURTI. PANSLAVISMO E SOCIALISMO li cosiddetto « pericolo russo», cui le recenti orgie festaiuole di Mosca con c01·relativi massac1•i di mandre umane diede1·0, a cosi diro, un risalto fantasticamente truce. impensiol'isce, e non da oggi, i partiti socialisti più colti od avanzati clell'Occi~ dente. E perciò che noi facciamo posto al seguente scritto che ci manda, da Venezia, un nostro avven– tizio collaborato1·e, pur riser,•ando su talune dello questioni, ch'egli accenna, la nostra opinione, for.se un po· diversa (corno può infra,•edersi nelle osser– vazioni da noi fatte alla lettera del prof. Labi-iola per la Polonia), ma che ad o~ni modo è anco1·a in quello stadio di immatuntà che sollecita la discussione. Chi ha seguito con occhio vigile, da alcuni anni ad oggi, lo svolgersi della politica generale estera. russa avrà certamente ossenato come la Russia si sia.posla, B b ,otec-;i G no B,a co con vastissimi intendimenti, sopra. quella via che con– duce una nazione ad estendere la sua egemonia. su altre. A prima vislo. potrebbesi da.re u. questo ralto ben poca. importanza in riguardo al nostro Partito ed a.1- l'avvenire del socialismo; però, a ben considerare, esso ò molto più grave e meritevole di studio. Ed infatti, se noi consideriamo altentamenle il grado al quale è giunta la civiltà in Russia, nelle sue mol– teplici manifestazioni politiche, economiche, inlellet– tuali, e so ne facciamo un parallelo col grado di svi– lupp' >cheessa.ha raggiunto nei nostri paesi d'Occidente, questo non può che riuscire sconrortante. Nell'occidente d'Europa e, per meglio precisare, nella Germania.,nella 1-~rancia,nel Belgio, nell'Inghilterra, nell'Austria, in Italia, si cammina già da un secolo sulla strada che venne faticosamente aperta. dalla rivoluzione rrancese; si godono cioè da un pezzo quei diritti che diedero bensi la supremazia sociale alla. borghesia, consolidan– done il dispotismo economico, ma che pur permisero al proletario di assurgere a.Ila.propria lotta di classe. Ma in questi paesi il proletariato lta già cominciato ad intendere come la sua salvezza. ed il suo migliora– mento non possano assolutamente derivare dal sistema capitalistico odierno, ma bensì do. sè stesso; ha comin– ciato a comprendere come sia in lui solo la energia necessaria a compiere un mutamento radicale dell'or– dino economico attuale e ad edificarne un altro, nuovo e sano. E, sulla strada. che conduce all',~vvenlo del re– gimo socialista, i paesi <loll'occidento dell'Europa si sono già arditamente incamminali. Ed ora \'0dic.moin Russia. Se nell'Occidenlo abbiamo il capitalismo più sfacciato, nella Russia lo abbiamo puro, ma unito 1~ forme politiche che rendono sempre più gravosa e som~avia d'uscita la condizione econo– mica i.leiproletario. La nobiltà. o la borghesia. spai.Iro– neggiano; la. libertà del pensiero, strumento prezioso per i grandi ideali, non vi si conosco; od ancora sono un pio desiderio quelle istituzioni politiche che hanno solo di buono la concessione di alcune libertà..,lo quali, so rigorosamente rispettate, agevolano la. preparazione <lellacoscienza del grande proletariato a migliori de– stini. Orbene, anche queste poche libertà mancano nell'impero dello cztU'o, mentre tutti i poteri pubblici sono nelle mani del capitalismo, nessuna via è aperta acchòil lavoratore possa riuscire a. conquistarne u\cuno. Da ciò nasce evidente il contrasto tra la. nostra pro– pnrazione, il progresso nostro, e lo stato miserando in cui ancora langue, e chi sa. ancora per quanto, il pro– letariato russo. Accennai in principio alla politica del governo russo; politica abile di inframmettenze, di proposto, di accordi, di minaccio, che <limostra dei grandiosi intendimenti. Ed, a. mostrarci chiaramente quali essi siano, viono a proposito un articolo del magno « .Novoie Vremia » (Con·ie1'e della Se,•a dol 29 maggio), il quale dopo ,wer detto che e ...... il grande popolo russo è formato dalla e fusione della civiltà orientale con l'occidentale in un « tutto armonico, diverso da entrambe, destinato a. « grandi destini»; soggiunge che: « è venuto il mo– « mento di risolvere il grande problema. storico riser~ e batolo (alla. Russia) di impossessa1'si della civillà « occùtentale cousei·oanclo l' onlinamento tranumdato « dai padri, portandola successivamente al\'Qrionte che « si schìude a lei dinanzi.» Qui c'è tutto il programma. del panslavismo. E il contrasto tra i nostri ideali od i suoi è spaventoso, od

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