Critica Sociale - Anno VI - n. 13 - 1 luglio 1896

CRITICA SOCIALE 20i ò puro evidente l'incertezza cho aleggia. sul nostro avvenire. È evidente il pericolo per noi di fronte ad un colosso renzionario che s'impone oggi coll'abile politica, che s'imporrà. domani colla forza cieca e brutale del pro– letariato russo incosciente. Ed il panslavismo gioisce di ogni nostra vittoria, poichè egli vi vedo non l'avanzarsi di un ideale verso l'attuazione, ma solo un alleato momentaneo che gli servo per demolire a poco a poco ciò che osso si ri– serva di abbattere coll'ultimo colpo, dando, nello stesso tempo, l'abbraccio mortale a noi ed alle nostre spe– ranze. E certamente il momento del processo febbrile, come lo dice il r~orri, nel quale la società. presente si scre– polerà. per aprirsi definitivamente e dare alla luce quella nuova, sarà un momento critico por la nostra. civiltà, per il socialismo stesso; poichb sarà allora. che il pa.nsluismo ci sorprenderà e soffocherà. nello sue immani spire tutto il movimento nostro e riuscirà rorse a. spegnerlo per un lungo periodo di tempo. E come provenirloi Affinchè il proletariato possa riuscire a. distruggere il sistema capitalistico cho domina. nell'Europa occi-. dentale, pur trova.ndosi sempre pronto a fronteggiare il capitalismo panslavista e di(endere strenuamente quel vessillo che s'avri\. con sudore di secoli innalzato, a. mo po.re cho osso debba Rn d'ora venire educato a principi saldi di vera organizzazione di partito; do\'e fin d"ora convincersi che la riuscita, la salvezza nostra stanno nell'evoluzione graduale senza. scosse, in modo da cambiare lentamente il sistema attuale, riservando a quando l'evoluzione sarà. completamente matura quella. scossa. ultima e decisiva che dovrà. abbattere per sempre l'albero vecchio senza. vita. E termino coll'augurio che il proletariato russo possa guadagnare la. via già da altri percorsa, per essere in grado di opporsi, un giorno, a quella violenza. che vorrà. schiacciare i proletaria.ti delle altre nazioni. Gt;JUJOT,INI FI.AVIO, La libi·e,·ia editrice del Crido ciel Popolo ha J)ttbblicalo: E. D• AMICIS, Il 1.• maggio; di– scorso tenuto au·Associaztone fJene,~ate degli ope,·ai la sera ael 1. 0 m,aggio 1896. Pre;;zo 1 cen– tesimi 20. ,;, una smagliante confU,ta:;tone delle votga1'i obbteztonìe aenig,·a;ioni che si lanciano at so– ctali&m.o ect ai socialisti. e l'abbiamo inserta nella nostra Biblioteca di propaganda. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO PAOLO VALKHA: L'insm·re;ione charlista ùi /11yhille1'1·a. - Milano, 01·itica sociale, 1895 (L. J.) li libretto del Valera., raccolta di articoli comparsi nella Critica Sociale, è un'esposizione viva. cd esatta del movimento chartista (18:l!-\8.tS), ossia dello. parte inglese dell'agitazione radicale socia.lista. che scosse tutte le nazioni dell'Europa. occidentale e centrale dopo il 1830 o che mise capo al!e varie rivoluzioni del 18--18. L'origine e il nomo del movimento chartista veniva da.ll 'allcanza. conclusa. fra l'opposizione parlamentare e gli operai socialisti dopo la riforma elettorale incom– pleta del 18'l2. I primi, i radicali politici e gl'irlandesi, reclamavano il suffragio universale, lo scrutinio segreto, l'lndonuifa ni rappresentanti. I secondi reclamavano l'intervento dello Stato nei rapporti fl'a padroni e operai. e La Costituzione inglese, dicevano, non significa per noi che lavoro forzato o morte per fame. • B1b,otecn G no B1arco Alcuni deputati dell'opposizione si riunirono e com• pilarono, sotto rorma. di petizione, lo domando dei coalizzati. e Ecco la. vostra. Citarla - <lisso il deputato irlandese o· Connol, rimettendo la petizione al segro• tario dell'Associazione dei lu.\·oratori. - Agitato per essa o non vi contentato di me110 ! • Il nomo di Chai·ta ebbe fortuna. Due anni appresso, la National Cha1·ler Association veniva. inaugurata a. Manchester con 400 sezioni e 40.000 membri. li suo organo principale, 1'hc Northcru Slal", tirava. 50.000 esemplari. Parecchi de' suoi capi ,•olovano la rivolu– zione violenta. Sotto la loro in(Iuenza, gli operai malcontenti fecero, l'inverno 1839, un tentativo di sciopero generalo. Dopo sei mesi di sommosse nello grandi città, il governo ebbe il disopra o foce condanna.re a morte o alla deporta– zione i principali sobillatori. L'òra rivoluzionaria era passata. I rrantumi del par– tito cha.rtista tentarono i mezzi legali e si provarono ad agire sulla Camera dei Comuni, eletta a. suffragio ri– stretto, por mezzo di petizioni. Il IO aprile 1818, alcune settima.ne dopo lo rivoluzioni del continente, portarono alla Ca.mera dei Comuni una petizione enorme, munita di oltre 5 milioni di firmo. La Camera ricusò di rice– verla. La polizia o la truppa disperdettero la maniro– staziono e arrostarono i capi. Il movimento, dislocato, spirò dopo nlcune sommosse nello città industriali. Taio ò la storia che Paolo Valera ha raccontato con molto talento. Il suo ritratto di Fea.rgus O' Connor (ca– pitolo 111), il direttore del Noi·thern :Slai', l'E1·cole dalle mani calloso, terrore dei policeme11, il suo quadro del– l'ultima. giornata del charlismo (cap. X. e XI) sono pieni di colore. L'Autore non ebbo altra protesa che di rias– sumere in una esposizione vivente ciò che fu scritto sul chartismo. li suo lavoro sarebbe inavpuntr"bile se egli avesse indicato più sposso le fonti cui attinse. Avrebbe così aggiunto al suo racconto una bibliografia. utilissima. (Dal ~cenir ,octal di Parigi, maggio IS96). Sullo stesso libro ,li Paolo Valera, scrive A. ZAClNONI nel Gion,alc degli Economisti (giugno, 1896): e La. narrazione che il Valera ru. del movimento char– tista, prodottosi in Inghilterra. cinquant'anni or sono, corro colla stessa rapidilà. e sicurezza di un resoconto di avvenimenti a.ttuali, contemporanei all'autore, ai quali egli, mentre scrive, prenda parte in persona, con– dividendo i sentimenti tlella fazione ribellata, o collo stesso interesse si leggo, non mono che collo stesso senso di sottile diflldenza circo. l'obiettivitiL <lei rac– conto. Nervoso, mordace, qualche volta perfino crudele nei giudizi e nella frase, il seducente narratore ci ru. passare dinanzi agli occhi celoremente un ricco calei– doscopio di eventi e di uomini. nel quale, ad ogni istante, il tragico si mescola. col comico e la grandezza. di efretti semplici o sinceri colla meschinità. delle pose studiate e la doppiezza degli egoismi vili. La sostanza della Cltai·la dai sei punti, parte almeno, ò poi passata nella legislazione inglese o alcune de\le più ardenti aspirazioni della democrazia. britannica. sono state sod· disfatto, acceuandosi l'indomani come doveroso rico– noscimento di un giusto diritto popola.re quello che il giorno prima era stato qualiflcalo di pericoloso e sov– versivo; ma nell'intervallo avete - storia. che si ri– pete quotidiana. - sommosse, processi, condanno e sangue versato, che a Sir Na.pier, il generale mandato a combatlere gli insorti, strappano l'esclamazione: e e questi nostri reggitori si chiamano uomini di Stato! lo. mia idea Ossa. è che il popolo è mal governato. > Esoi-:u F., L'Economia politica (P,·imi lineamenti d'u,ia c1·iticadell' Bconomia politica). Con introd. di F. Tun,,n (e Bibl. della Critica Sociale•). - Milano, 1895 {Cont.50). Federico Engels, l'amico carissimo di Ca.rio ~larx, ebbe con lui, come nota Turati nella bella introduzione a questo volumetto, più che collabo,·a.:-ione, vera fu– sione dì pensieri, di coltura, di a.nim&: « entrambi erano germinat: dal gagliardo pollone dolla fllosolla hegeliana, ed entrambi, trapiantatolo nel terreno dei ratti socia.li , ne continua.vano lo sviluppo, innovandolo •· Engels è morto da pocQ,e < la vera morte di Marx ru il giorno della morte di Engels •· Importantissimo, dunque, diviene per qualunque sociologo lo studio

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