Critica Sociale - Anno VI - n. 12 - 16 giugno 1896

CRITICA SOCIALE 185 nel nostro paese (specialmente nella Polonia russa) ha create lo condizioni necessarie di un poderoso movimento operaio. l fatti lo dimosh·ano; abbiamo avuto in una sola città scioperi di 2;).000e di 60.000 operai. Perciò, se non avessimo da raro che con un solo nemico, noi potremmo av\•iarci rapidamente a un avvenire miglioro. Ma o,·a noi siamo dominati da tro governi èHversi,che si appoggiano su grosse schiere di soldati, poliziotti, impiegati, borghesi, ecc., di nazionalih\ non pQlacca. Coteste schiere, nello Stato dovo il nostro movimento è più forte (lo Slato Russo), si tl'ovano a un livello di civiltà assai pil't basso che non sia quello della popolazione polacca: esso dipendono da condizioni economiche assai in– feriori alle nostre. Ve ne darò un solo esempio: i fabbricanti polacchi, sotto la pressione dei nostri operai, hanno dovuto intl--odurre la giornata cli un· dici ore e chiedere di questa il riconoscimento le• gaie; orbene, la petizione andò a picco contro la ostilità del governo russo o dei fabb1•icanti russi, che profittano dell'apatia dei loro operai. La lotta politica e sociale richiede da noi sacl'inzi cosi im– mens i, che il conseguimento di un mutamento po– litico radicr.le s'impone a noi come una ferrea ne– cessi t.>1. Questo e parecchi altri moti\ 1 i, che qui non posso tutti enumerare, costrinsero il nostro prole– tariato a porre tra le sue rivendicazioni l'indipon• den1 .. a nazionale. Ma voi ci consigliate, scambio di affannarci per una repubblica polacca, di cooperare piuttosto coi nostri compagni tedeschi, russi, ecc, al migliora– mento delle condizioni politiche nei tre distinti reami cui !liamo sog!!etti. Debbo osservarvi che i socialisti polacchi agiscono di pieno accordo, in Germania ed in Austria, coi loro compagni di di– ve1-sa lingua, e per fermo, massime in Galizia, non ~tanno alla retroguardia del movimento. Quanto alla Russia, voi IJen sapete cho quivi il mo\ 1 imento operaio è tutlora poco compatto e non possiede alcuna organizzazione unitaria di partito. Ma nn dove i rivoluzionari russi si mantengono sullo schietto terreno del socialismo democratico (come ad esempio Plechanow e i suoi compagni) noi siamo uniti con essi e nulla più a1·deotemente desideriamo che il loro successo. Non possiamo tuttavia scrivere sulla nosh·a bandiera la richiesta di una costituzione per la Russia, e ciò pei motivi seguenti: I.' perchè sarebbe ridicolo domandare una CO· stituzione a \'arsa via, flnchè non sia costituito nella stessa Russia un rorte partito che lotti per questo scopo; e, per quanto il costituirsi di tale pa,·lito sia cosa por noi desiderabile, noi non lo possiamo a.spettare; 2. 0 perchè una costituzione russa non esclude– rebbe affatto il mantenimento di leggi eccezionali per la Polonia; e in ogni caso, stante rimmaturità politica del J>Opolorusso, noi auemmo assai mag– giol'e influenza ed importanza in una Polonia in– dipendento che in una Russia costituzionale. (') Non mi ru possibile, in queste poche righe, ac– cennare tutti i motivi che hanno spinto il nostro partito a proclamare la necessità di una repubblica 111clipendente.Quei compagni italiani, cui interes– sasse addentrarsi nella questione, possono consul– tare il Bulletin olliclel du partt socialiste poto– nats e l'articolo e Polonia > nel llandbuc/1 des Soz/alismus di c. STEGMANN e c. I-IUGO, del quale ( 1) Rsl~hna anche da noi una fratione 1oci:i.ll1 1t11. nel cul pro• gramma. minimo era ln1crltta la richiesta di u na costituilone rut'l:l, ma Il !G gennaio u. •· essa 11 fuse col l):lrtilo soch1.llata polacco, accetuu1done Il programma (Y. Robotnllt. n. 13). A co– testa frazione era ascritta la 1ignorln:t Rou l.uxemburg. la quale penlste n,1 auo antico punlo di Ylsln, e Il cui giornale è ceHato a-lii. da un ano o. dn O articolo un estl'atto, come pur•e il nu.uelin, può a,•01·si da AL. Di-:us1\Y, n. 7 Beaumont Square, :\lile End. Lo~oo~ E. Sono convinto che una pili esatta nozione delle condizioni nostre l'iconcilierà voi tutti col nostro punto di vista. Alla .signorina Luxemburg rispondiamo nella .ve"e Zetl. Con saluti socialisti, 0'111,carico tltlla rHioi,, ùti IOf"iulitli poluulti 111l'u1,,-o \VITOl.O JODl{O. RADICALI SMO E S CIAL ISà'lO nei pa.e~i•li nrtlgia.na.to Risposta o. .. Ln tt\ttlco.. ambigua » di Angolo Blùolli (I) CARO ANOF.UNO, Nell'articolo da te pubblicato nel passalo numero cli questa Rivista, tu pel' sostenere la tattica .... po– stllvamenle intransigente rispetto ai radicali. hai messo innanzi, fra l'alt,--o, il grado di sviluppo indu– strialo della tua Umbria, dolio ~farcho e in gonere dell'Italia madia. Ebbone, consenti a un 1110amico marchigiano il darti sulla voce. Innanzi tutto ti dirò che hai fatto bene, alla vi– gilia del Congresso nazionale, di risollevare la que– stione degli artfotant, questione vitale per noi, sebbene posta in non calo per semplicismo set– tario dai soliti intransigenti, i quali non tengono conto delle dil·erse condizioni ratte al parlito dalle diversità degli ambienti o credono 1·isolvero le dirficoltà sal~,ndole a piè pari. Tu però ti inganni molto quando, do1>0aver affermato che « è l'al'(i– gianato che agonizza la base del pa1·tilo socialista tn tutta l'l~,lia centrale • (potevi dire senz'altro nella ma17yio1·pa1·tedell' rtalia pet1insu1a,·e), sog– giungi: e e in nessun luogo io ,·odo per quali dati possa attl'ibuirsi al partito così detto iad:cale un valore tale da dovergli abbandonare ancora la pre• valenza cho esso possiede su quel ceto, quasi che esso in realtà volesse o potesse anche esercita1·e qualche azione dil'etla o indiretta a beneficio di esso ». Yia, non ò da un JJOstUvn corno te scrivere di queste cose, o almeno tral'l'e da certe premesse certe conseguenze! Infatti l'esisten1.a, nei nostri paesi, dell'artigianato, più o meno agonizzante, che cosa signinca1 Signi• Oca che qui ci froviamo ancor·a in uno stato indu– striale arretrato, semimedioevale, antecedente al capitalistico, e in cui ha ancora da avvenire lo sdoppiamento delle funzioni di capitalista o di la– voratore, il divorzio degli strumenti cli produ1.ione dall'operaio, e con le classi stesse ha da fo,·marsi ancora la divisione e l'antagonismo degli interessi fra i detentori dei mezzi di la\TOJ'O o i salariati. ?'\fanca dunque la barn logica, naturale di una lolla dt classe, quale mode1·namente s'intende, manca rambiento storico di un ve1--omovimento socialisla. Non è luogo di parlare di sfruttamento capitalistico qui dove lavoratore o capHalista sono riuniti in una persona sola, e non trova nemmeno la sua immediata radice nella condizione dei rap- t'J Pubbllcnndo, nell'ultimo noatro numero, La tattlctt am• 1>ig11a del Dldolll, noi gli os.senuamo, n-a l'altro, che l'analisl tlH!.1'1. da lui fatta dtlle condhlonl economiche delrUmbrl:i e paed affini gli :\Yrebbe dll!a la 1plegulone di qu,gll 1b11nd11.• menti nel\11.altione elellorale del 1oclalilll, conlro I quali egli l111orge"a e che attrlbuh·a :i lndl1clpllna.teun da comba1ter1i a col11Idi ordini del giorno e di anatemi. Or ecco che dnlle Marche l'amico Spadoni gli completa quella dimoslr:itlone,che noi :t'fe• Tl\1110 fugacemente occ~n11ata. (l,a CIUTICA SOCIALI!:.)

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