Critica Sociale - Anno VI - n. 12 - 16 giugno 1896

E,.., 184 CRITICA SOCIALE miche, intellettuali delle differenti regioni e dei dilTe• renti paesi d'Italia si ripercuotono nel partito, origi– nando le diverse tendenze e le diverse tattiche. Il Con– gresso nazionale,Indicedellacoscienzaitaliana socialista, non deve regolamentare ciò che è c6mpito delle rispet– tivo regioni o ciltà, ma. i suoi voti, i suoi deliberati dovono entrare nella coscienza dei differenti gruppi d'Jtnlia, corno uno dei coeOlcienti che no determinano la condotla. Cosi, intorno a questo motivo identico per tutti, nato dalla comunanza d"intenti, si aduneranno i motivi propri delle singole regioni o no nasceranno e.lollesinfonie differenti sì, ma sorelle. I compagni riflettano sulla. funziono dei Congressi e non ripetano mai più il caso di Brescia. Palermo, ~Omag{Jio 1896. ANDJU:A GIARDINA, Avvertiamo qui che, in seguito al nostro articolo Diritto costituzionale ,te/ partito, è una vera va– langa che ci piove addosso di lettere e cartoline di app1-ovaziono,le quali non possiamo stampare per difetto di spazio, o che d'altronde ribadiscono quasi tutto le medesime cose: che coi mandali im– perativi il Congresso diventa un non-senso, e che il Congres~o, comunque decida, non può decidere imperativamenle, ma soltanto a modo di voto e di raccomandazione. Entrambe queste tesi - stret· tamente connesse runa all'altra - pa1·ve1-oa tutti l'emanazione del pili elementare senso comune. . Malgr;ido ciò vedrete - cosi poco si legge e si riflette ancora fra noi e cosi grande è l'impero dei partiti presi - che neppu1·e tesi così oneste o modeste avraµno pronta fo1·tuna. r pit1 tenaci a respingel'le saranno gr « intransigenti », quasi una oscura ~<?scienza li avvertisse che senza imperativi categor1c1 sarebbe1·0 presto per terra, e sentissero il bisogno di ammanettarsi da loro medesimi. Cosi tutte lo fedi, sopravvissute al bisogno storico r)1e le generò, domandano al dogma ed alla coa– zwne un p1·olungamento artificiale di vita. LA CRITICA. PERUNA REPUBBLICA POLACCA Pubblicando nel nostro penultimo numero la lettera e.lei pror. Labriola. relativa nlla Polonia. o racondola seguire da alcune nostre e modeste e rimessive • os• servazioni, noi intendemmo sopratutto - e lo dicevamo - a e provocare inrormazioni e schiarimenti» dai più competenti di noi. Siamo perciò lieti di ospitare la lettera .che,. ~l'in_carico della. e Unioue degli emigrati polacchi», c1 invu' .I.un redattore del giornale socialista po)acco I' Aw·o1·a, e nella quale combatte l'opinione da noi esternata. Avvertiamo poi che la signorina Rosa Luxemburg - del cui pensiero, espresso nella Nette Zeit, avvalo• rammo il nostro - ci manda anch'essa un diffuso e nutrito articolo o. complemento dello nostre osserva– zioni. Non potendo in questo per ragioni di spazio, lo pubblicheremo nel rascieolo prossimo. Alla lte1lazione della 01•itlca Sociale. Ber11a, e gluuno 1896. CARO COMPAGNO, Nel 11.10 della Critica voi censurate la risolu– zione che il partilo socialista polacco intende p,·o– porre al Congresso internazionale di Londra ed estendete la censura a tutta la nostra tattica poli– tica. Voi pensate che i socialisti polacchi dovrebbero radiare dal loro programma minimo la rivendica– zione di una repubblica democratica indipendente, scindere la loro organizzazione in tre parti e fon• dersi rispettivamente nei tre partiti socialisti Pusso, tedesco ed austriaco. Queste conclusioni suppongono evidentemente una conoscenza imperfetta delle no– stre condizioni ed è perciò che mi vorrete conce– dere di to1·11are sulla questione nella vostra valorosa Rivista. Prima questione: deve il Cong1·essointernazionale approvare una risoluzione che consideri l'indipen– denza della Polonia come il postulato di tutto il socialismo i Voi pensate che una cosiffatta risoluzione sia bensì accettabile come « manifestazione di simpatia per un popolo che si agita ancora per la riconquista della propria nazionalità», ma che, come tale, essa abbia ben poco valore, poichè ~ tali voti.... sono atti di cortesia che si risol\•0110in un incoraggiamento altrettanto ideale quanto platonico ». Eppure la storia ci insegnel'ebbe l'opposto. Quante volte le manifestazioni di simpatia internazionale ebbero, ed hanno ancora, pratica efficacia e corri– spondenza nei fatti! Non hanno forse tanti entusiasti democratici polacchi ,·ersato il loro sangue, fra le vostre schiere, per l'indipendenza italiana, nel 1834, nel 1848, nel 1860! Non hanno gli italiani stesa la mano ai nostri insorti nel 18631 E i partiti so– cialisti pii1 deboli non ricevono tuttora i più validi aiuti dai compagni che si trovano in condizioni migliori/ come appunto i polacchi dai tedeschi, e i nostri vicini orientali (H.ussi, Lituani, ecc.) da noi 1 E infine, vi pare egli che una, sia pure pia• tonica, manifestazione di simpatia e di solidarietà non debba avere un grandissimo valore morale per noi, per un partilo che è costretto a lottare in condizione di stato d'assedio pe1·mane11te1Nella lotta che noi sosteniamo conti-o uno strapote11te nemico di ogni p1-og1·esso e di ogni civiltà, ben ci pare dunque di potei' richiedere ai nostri compagni una manifestazione cosiffatta. . Ch~ in ge11~r~le il socialismo internazionale dopo 11 18,0 non s1 sia gran fatto occupato della Polonia è facile a spiegarsi, dacché, spentosi quivi il movi– mento democratico-borghese, ogni speranza parve perduta di rivedere una Polonia indipendente. Ma dappoiché il socialismo pigliò il posto, anche in Polonia, del vecchio romanticismo politico, le an– tiche simpatie si sono ridestate, come ne fanno fede le attestazioni dei Liebknecht, dei Bebel. degli Axell'od, dei Plechanow, dei Lab1'iola, dei Oreulich, ecc., ecc. (') :\fa voi opinate che la risoIuzione sia da riget– tarsi perchè noi, come socialisti, non dovremmo riscaldarci per l'indipendenza, e richiamate l'esem– pio del vostro partito che in nessun modo s'inte– ressa alla causa degli irredentisti. ro non mi per– me~t~rò certo di recare un giudizio su una questione cosi 111ternadel vostro partito qual è quella dei suoi rapporti coll'irredentismo: e la tattica da voi adot– tata deve per ciò solo parer buona anche a me· ma lasciatemi ossm·va1•viche il paragone non fa al 'caso nostro. Da voi si tratterebbe di aiutare la monar– chia italiana alla conquista di nuove provincie: voi possedete fiià la un_iu\nazionale e godete già di tutli 1 vantaggi che v1 s1 connettono. Noi al contrario vogliam? innanzi tutto creare una Polonia, nella quale c1 troveremo a combattere con una sola borghesia e con un solo governo 1 e dO\'0 quindi sarà assai maggiore la libertà del nostro movi– mento. La evoluzione economica degli ultimi trent'anni ( 1 ) veggaal PamEatka Majawa, pubblicazione di primo maggio del Partito socialista polacco ; le lettere di Llebknecht e Bebel all'organo clandeatlno di Varaa.,ia Rollotnlk (r.. Ge 7J; Il discorso di Greulich a Zurigo per la commemorazione del quattro aocia.– llul polacchi gluslir:intl (Berr1et· Tuu~rcac-ht, tSV6,n. Il); ecc:.

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