Gaetano Gibelli - Considerazioni sopra un sonetto del Petrarca

- nnon vide. La for%a del dire (cosi egli) da due cose principalmente dcri11a: dal/q prontezza, onde i sen• timcnti nostri so11o comunicali ad altri ; e dalla in· jluenza che nel linguaggio tenuto in comunicarli 14 nostra immaginativa può avere. E qui, lasciando dall'un de' lati molte considerazioni , che pur s.1rebbero oppor· tune , chi non vede quanto il parlare metaforico vinca di bre,•ità, di evidenza, di efficacia il proprio? 1\Iolte pa· rolc proprie sarebbero state necessarie n significare quel· l ' cffeuo , che in sè nwdesimo prova''" l' amante poet.~, c perciò l' idea sarebbe venuta all ' animo del lettore a parte a p.1r1e, ed essa per conseguente s.1rebbe st.1ta di poco vi•·tù; senza che il leuore avrebbe dovuto racco· gliere in unità di concetto gli elementi della idea, i quali, quasi direi , ad uno ad uno gli sarebbero venuti innanzi per parole di proprio significato. Oltredichè quali porole di proprio significato sarebbero state da tanto che "''CS· scro potuto esprimere quell' effeuo appunto, che fu per acconcia metafora fat to tullo aperto ed evidente dal poc· tn 1 Senza tema di errare io tengo che tutte le pii• eleue parole proprie , che altri sapesse recare in mezzo n si· gnificarc ciò che in sè medesimo sentiva il Petrarca, sa· rebbero poca coso o nulla allato nlle parole traslate che oppo•·tunamente egli odopcrò. Con poche parole meta• foriche - acer-bi c 11elenosi ;lecchi - il poeta seppe evidentemente sisnificare tutti ad un tempo quegli effeui di molestia , di cruccio , di adiramento , di crepacuore c che so io, ond' egli era affiiuo; c per tal modo gl i venne fatto di assalire , di rò cosi, l 'animo del !cuore con tale veemenza che mai In maggiore. Quanto al , ·erso : , Ch' io provo per lo peuo c pe•· li fianchi giova notare ch' esso <' bellissimo t! i quell' armonia che

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