Gaetano Gibelli - Considerazioni sopra un sonetto del Petrarca

I G - que d ' abisso c• t1cnc che fossero fabbricati, luogo ben conforme :~gl i effetti , ai quali furono occasione ; ci tiene che fossero tinti nell' etemo obblio, cioè n dire nel fiume Lctc, (che Letc appunto vale obblivione) n si· gnificare come per essi mndonM Laura pose in obblio 11 più gentile , il più tenero , il più ardente non che il più sublime amatore che fosse moi di donna. E qui mi giova di notare che quell' accendersi, che fa il poeta , in foco d ' ira contro gli specchi , i quali furono l' istrumcnto ovvero l' occasione del tanto superbirc di madonna Lnn· &1 , è cosa al tutto secondo natura ; impercioccbè noi naturalmeute ci sentiamo commoS!i a furore contro tutti gli obbietti , che sono o cagione, o invi to , o aiuto o i strumento ad acuto dolore che ci tr• fìgga'; l' espcrienUI comune c costante acquista piena fede alle mie parole. Quanto al verso poi : , Onde il principio di mia morte nacque il quale chiude il nobilissimo sonetto per me considerato, ognuno , cbc non sia infermo degli occhi della mente, vede di tratto quanto e' sia nobile , quonto grave , non che IJUanto in suo concetto , pietoso ed efficace, e al tutto rispondente alle cose dette di sopra. Ma si ponga fme ; che certo non è i.mpresa da me il mostrare il mirabile artificio , onde il nostro Lirico com· pose i suoi Sonetti che ci fanno fede del suo tutto pu· ro , tutto casto , tutto gentile amore. Anzi non che il mostrare , ma pure il comprendere l'ammirabile magistero di questo poeta unico al Mondo , non può essere, dirò cosi, peso delle mie b•·accin; chè vuolsi avere per ve· rissima quella sentenza , che gi~ tenne nna molto savia e nobile donna : ad intendere il Petrarca bisogna essere grande poeta , grande filosofo , grande innamorato.

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