Gaetano Gibelli - Considerazioni sopra un sonetto del Petrarca

- H - prc~c di quell' ~ffcuo , dal qu~lc si~mo signorcggiati. Per quest~ cagione a chi è lieto cd esultante è avviso che rida il ciclo, che rida la terra ; ed a chi è oppresso da cupa mclanconia tuue le cose pare che d' un doloroso velo si adombrino. L'amante poeta r ivolgendo fra sè come la donnn sua si levava in superbia per lo troppo vaghcg· giarsi allo specchio, ne provava tale affanno che mai il maggiore ; c perciò pensando ngl i SJ>ccchi , cosl preso com' era d:ùla passione , gli parevn ch' essi dovessero al tutto essere stanchi di accogliere l' immagine di lei. Se quel siffatto vagheggiarsi di madonna L aura fosse stato al Pctrarc.1 cagione non di mestizia , ma di allegrezza, egl i avrebbe detto che gli specchi erano vaghi e lieti e su· pcrbi di ritrarre la bella immagine della sua bella donna. Mo si proceda innanzi , e si vcgga la ragione perchè gli specchi crono all' amante poeta vcracemcn~c micidiali: , Questi poser silenzio al Signor mio , Che per mc vi pregava , ond ' ci si tacque , Veggendo in voi finir vostro desio. Chi non ammira qui il d ivino ingegno del poeta 1 Chi non vede qui come la Poesia si st rigne amichevolmente alla Filosofia ? questa crea un alto concetto , che è tutto vcritll cd evidenza; quella lo atteggia di gentilezza c leg· giadrio senza però sformarnc , o comcchcssia offcnderne le schiette sembianze. Quanto •' a mc , io non so quale tra poeta e fil osofo il P ctra•·ca fosse più grande. Amore prcsava dol cemente la bella Avi s noncsc pel Petrarca; ma sl forte parlava al cuore di Ici , quando era intesa al vasheggiorsi allo specchio , la compiacenza di lei medesima, che le preghiere d'Amore non erano punto udite; l' animo di lei era aperto a soli i lusinghevoli ragionamenti che la vanith le venivo facendo , alle caste parole d 'A-

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