Gaetano Gibelli - Considerazioni sopra un sonetto del Petrarca

- to - sottile rngiooatore, loico perfettissimo; mai non trascorre od eccesso , mai non trapassa iuconsiderntamentc dall ' una cosa all' altra , mai non trasvia dal dritto cammino. Tuuc quante le cose , ch' egli dice in ull sonetto , in una ballata , in una canzone, tutte sono strette l'una all' altra d 'amichevole vincolo, secondochè vuole ragione; c tullc per conseguente prendono formo dalla legge della unità. Le cose, ch ' egli prima melle innanzi , aprono la via a quelle che vengono appresso , di s uisa che il leggitore si trova tullo di sposto a ri cevere nell' animo suo quei pen- •ieri o que i sentiment i appunto, i quali , procedendo nella leuura, gli vengono alla mente. ln6no ad ora l ' nmanLC. poeta ha significato ques ti pensieri - quegli oggeui , di che la donna mia si adorna , mi sono cagione di assai grave dolore -; ed ora conseguentemente egli dice - perciò io infelice morrò innanzi tempo, cbè un gran duolo rode volte i<wecchia -; il che essendo al Lutto secondo natura , cioè a d ire secondo il discorso che ogni uomo farebbe , è conforme all' aspcllazionc dellcggitore. Ecco i ,·ersi : , P erò i di miei fìen lagrimosi c manchi , , Chè gran duo! rade volte avvien che invecchi. Due •tunlitl• di diversa maniera egli esprime col lagrimosi e manchi ; rispetto al lagrimosi è age,•ole il vedere <fll>llLO la fi gura che denominasi melonimia, adopernta opportuuamentc, giovi a dare evidenza olio elocuzione; quel 111flllchi poi è parola d i mirabile efficacia. I miei dl , egli \'UOI dire , no , non saronno pieni, cioè il loro numero noo monterà a quello , che per primario inten· dimento di nat ura suol esser posto e diffinito; ond' è ch' io innrmzl tempo morrò. Qui n1c llc bene il fare unn considerazione: delle molte qualità che si convcnsono a<l

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