Marco Antonio Canini - L'unione elleno-latina

A imitazione degli antichi Romani, i quali solevano dire ab Jove principium, nell' intraprendere a parlare di fratellanza di popoli, di leghe conformi al genio e cooperanti ai destini dell' Italia e di altre ai destini dell' Italia avverse ed al suo genio ripugnanti, voglio innanzi a tutto, applicando e modificando quella formula, sclamare a Maz.. zinio, a Garibaldio principium. Infatti, se trattasi di conciliare e con vincoli di amicizia stringere popoli da antichi o da recenti odii fatalmente divisi, da chi potrei meglio prendere gli auspicii che dal gran Ligure il quale fu sempre campione dei principii umanitarii, per cui tutti i mortali dovrebbero formare una famiglia ? Chi più convenientemente potrei, cominciando il mio discorso, imocare che il celebre Nizzardo, apostolo armato dei sublimi ideali di libertà e di progresso, l' insigne guerriero il quale proclamò guerra alla guerra e la considerava soltanto come lecita per ispezzare le catene dei popoli e preparare il regno della giustizia sulla terra? lo debbo oggi favellare dell' unione delle razze le quali, collegate da antichissimi vincoli anteriori alla signoria romana, ebbero in seguito leggi, civiltù, lingua comuni da Roma, onde furono a ragione chiamate razze latine; e sono l' italiana, la francese, l'iberica, ovvero spagnuolo-portoghese, e la rumana. Certo niuno più acconciamente chiamerei a testimonio della verità delle mie parole e patrocinatore de' miei disegni, che il gran capitano il quale spese tanta parte della sua vita sui campi di battaglia, combattendo a pro di uomini appartenenti ad alcuna di quelle razze, cioè in gioventù per la libertà di popoli discendenti da coloni portoghesi e spagnuoli nell' America

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