Marco Antonio Canini - L'unione elleno-latina

-6Mi son dunque persuas~ ~he la gran magg!oran~a della cosidelta democrazia itahana non \'Uole una rJconciliazìone coi Francesi, che non vuole stringere la mano che la democrazia francese ci ha steso il 17, il 18 e sopratutto il 19 giugno (2). . Io fui dunque vinto nella lotta, ma sono m buona compnG·nia . Tre sono i vinti, Canzio, Saffi e Marco. Antonio cioè l'uomo che in certo modo si può considerare codte rappresentante delle idee di Garibaldi, quello che in minori proporzioni si deve riguardare come continuatore delle tradizioni mazziniane, e fiualmente quello che per istudii speciali fatti sulle questioni di nazionalità in Austria e in · 1'urchia è forse in esse più competente ùi ogni altro italiano. Io avevo gi~ detto al Congresso « dovrei ampiamente spiegare dinanzi a voi idee in servigio delle quali ho corso più volte il pericolo di cadere sotto la scimitarra turca o di salire il patibolo austriaco >>. Il modo con cui si comportò il Congresso iu tale argomento, è stranissimo. La sua ostinazione a non emettere un voto di riconc;Jiazione colla Francia è inconcepibile. Si è nominato un Comitato centrale di tre : habemus t~iumviros. Sarà per culto dei grandi ideali o per libidine di potere che i triumviri (dicesi) sostituiranno un giorno forse non lontano, all'evoluzione la rivoluzione? I fatti l~ mostreranno. Conoscono essi a fondo le questioni di nazionalità, di ~Tuppi per razze, di Stati Uniti d' Europa? Hanno la stoffa di veri uomini di stato?... Ne dubito. Cere~ l'uomo ~he possa far grande la patria, e ahimè ! lo ~e~c~ mvano. Non vedo che grandi ambizioni e piccoli ambtztosi: .ho l'anima piena di tristi presenlimenti. Vec~hw, povero, infermo mi sono adoperato in questa occaswne con grande disagio e dispendio quanto ho potuto pc_r la ~uo~a causa. Non ho allro conforto che questo: ho 1ntto Il mw dovere.

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