Marco Antonio Canini - L'unione elleno-latina

-4giovan i democratici, ma un avvocatino saputello fece osservare che la questione della triplice alleanza era una questio-- ne diplomatica, che doveva essere lascinta al governo, e che il popolo non vi prendeva interesse (!!!). Tutto finì in questo modo. Povera Italia ! povera democrazia ! In un'altra città veneta sulle pt'ime la proposta fu accolta con entusiasmo: si raccolsero trenta o quaranta democratici; si nominò una commissione. Si era posta una sola condizione, che io non chiedessi un' im'llcdiutn alleanz<t colla Francia. Si voleva far la cosa solcnneme~1te con intervento delle r:1ppresen tanze di tutte le società democratiche ed operaie della provincia. Poi quell'ardore sbollì ; si trovarono pretesti di riturdo; finalmente si dichiarò che l'amicarsi colla Francia ripugnava al sentimento nazionule, e si disdisse quanto prima era stato fissato. La vera cngione era questa: un moderato di autorità aveva comunicato a que'capoccia della democrazia che, secondo fonti sue certissime, subito dopo la mia conferenza, l'Austria nuebLe occupato la provincia per non abbandonarla più. Erano panzane da dar da intendere ai Limbi, ma quei demot.:ratici le credettero. E lutto finì in questo modo. Povera Italia ! povera democrazia ! Io aveva scritto a parecchi democratici di gran nome, per esempio a C:wallotti, pregandoli di prendere l'iniziativa di solenni manifestazioni legali contro la triplice alleanza e in favore della riconciliazione coUa Francia. Nessuna risposta! Contemporaneamente il bravo generale Canzio si adoperava con vivo zelo affinchè in pubblici meeting a Genova, a Roma ecc. si fucesse eco alle parole di lui e di altri de- .mocratici itali:mi c francesi il11, 18 e 1 Odello scorso giugno a Pari~i. Eg·li si mostrò indignatis:,imo di non essere riuscito. Scri.--si allora al venerando patriota Anrclio Saffi e gli esposi la mia intenzione di recarmi al Congresso democratico di Bologna, clic doveva essere da lui presieduto, pnrcbè egli mi prometesse di sostenermi per t'ar approvare le mie proro"-le. 'li rispose Ghe l' aHcbuc fall o tanto più

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