Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

85 costituzionale, ricevendo in cambio i l diritto ad entrare nella rappresentanza, che assume così non più soltanto i l carattere «nazionale», ma diventa pluralistico-sociale. I l progetto della Rivoluzione Francese, quello del sistema rappresentativo, per mantenersi, in certo senso, si rovescia; la pluralità sociale entra nel politico che era stato pensato puro ed uno, la società entra per così dire nello Stato, di cui prima facevano parte solo i soggetti politici intesi come «cittadini». Ora, tutta questa vicenda che sfocia nello Stato di partiti si accompagna all'estensione del suffragio fino al suffragio universale, che a sua volta (come la democrazia) non ha un nesso necessario né con i l concetto di uguaglianza della Déclaration des droits, né con una concezione individualistica come è contemplata sempre nella Déclaration quando si parla di libertà degli individui (infatti, i l suffragio è ancora estremamente ristretto nella Costituzione del '91). Al suffragio universale «spetta la funzione, come è stato chiarito daSmend a partire dalla dottrina sociale di Stein, di rendere utilizzabili per lo Stato [l'unità politica] quelle forze sociali [ i l proletariato] che operano al di fuori dello Stato e di riconciliare in tal modo la società con l o Stato; nel suffragio si manifesta semplicemente i l rapporto delle forze sociali, e la rappresentanza si trasforma in una struttura intermedia d i mediazione fra pluralismo sociale ed unità dello Stato. I n seguito a ciò giungono ad espressione attraverso la rappresentanza popolare, non solo ed esclusivamente gli interessi della totalità [ l a 'nazione'] , nm soprattutto interessi sociali particolari, [...] ed i l deputato non è più rappresentante dell'insieme del popolo, ma mandatario di interessi sociali determinati, incarnati dai partiti» (38). Ora, questa la conclusione provvisoria, che andrebbe precisata dal punto di vista storico e teorico su base comparativa: nel corso del sec. 19° e nel nostro, la trasformazione della rappresentanza politica è legata al processo di integrazione o se si preferisce di «controllo sociale» cui deve far fronte la politica nel momento in cui si spacca l'unità del Terzo stato. Gl i effetti di questa vicenda almeno per alcuni versi sono visibili a tutti: i l partito politico è diventato ormai uno dei protagonisti della nostra storia, come peraltro uno degli oggetti principali di analisi della sociologia, e lo Stato, che sul modello monistico hobbesiano si era costruito, o piuttosto pensato, liquidando la pluralità dei ceti, ha dovuto, per sopravvivere, riconsegnarsi nelle Mani di quelli che erano stati sotto altra forma i suoi nemici. 38. G. Leibholz, op. cit. alla nota 26, pp. 113-114. Biblioteca Gino Bianco

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